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domenica 29 giugno 2014

Gruppo di esodati incontra Poletti: delusione


Poletti incontra un gruppo di esodati, senza dare date e certezze su soluzioni a breve
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Esodati delusi dopo il confronto con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, si aspettavano parole decisive
Dopo l'annuncio choc circa le persone da salvaguardare - "32.100 nuove persone" - di Giuliano Poletti, per conto del Governo retto del premier Matteo Renzi, parole e numeri che hanno subito scatenato l'indignazione dei quota 96 scuola, degli esodati e dei ferrovieri, lo stesso ministro ha incontrato oggi un gruppo di esodati, come si legge nella cronaca de "Il Giorno" di Legnano.
L'incontro è avvenuto a margine di una manifestazione avuta in provincia di Milano a Bareggio,ove si celebravano i vent'anni della cooperativa Futura del paese.
Buone le intenzioni, ma solo parole al momento?
Durante l'incontro il ministro ha affermato "Il lavoro che ho chiesto che si faccia è di avere un elenco esatto di tutte le fattispecie e situazioni. Io sto provando a fare questa operazione per intervenire in una logica di giustizia". Quindi il quadro degli interventi non è ancora chiaro, le azioni da intraprendere non ancora certe. Serve "una catalogazione puntuale delle situazioni", ha continuato Poletti, lasciando trasparire che le soluzioni sono sempre legate alle risorse che si hanno a disposizione. "Se ce la facciamo, proviamo a costruire un perimetro dove troviamo la maniera, nel tempo, di sistemare tutti a partire da quelli che, ovviamente, hanno il problema prima", ha concluso.
Risposte-non risposte
Se gli esodati e i quota 96 si aspettavano certezze e non parole, sono certamente rimasti delusi. Ancora traspare la logica dei numeri non ancora certi, delle risorse da mettere in campo e delle modalità con le quali attuare una seria riforma strutturale della "odiata" legge sulle pensioni targata Monti-Fornero del dicembre 2011, che tanti danni sociali ha prodotto, in nome di un risanamento, del resto mai avvenuto o quanto meno non ancora, delle finanze dello Stato.
E adesso cosa fare?
A questo punto le manifestazioni programmate a Roma per il giorno 2 luglio davanti alle sedi istituzionali dovrebbero essere mantenute, a meno che non accada un miracolo in questi giorni che ci separano dalla data fissata. Miracolo improbabile vista l'aria che tira.
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