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venerdì 20 giugno 2014

Ricordiamo: domai a Lodi...


Docente di filosofia con un ricco curriculum e una predilizione per Albert Camus, Antonio Rinaldis raccoglie in Esodati. Storie vere di un’economia distratta (Imprimatur Editore, www.imprimatureditore.it, 224 pagine, 14 euro, con l’introduzione di Susanna Camusso) le toccanti testimonianze di un dramma che ha lacerato nel profondo il tessuto della convivenza civile, scavalcando il rispetto dei diritti dei cittadini così come le responsabilità delle scelte delle istituzioni. Esodati. Storie vere di un’economia distratta sarà presentato sabato 21 giugno, a partire dalle ore 10.30 presso la Camera del Lavoro di Lodi (via Lodivecchio, 31), dal comitato “esodati” Lodi con la collaborazione della CGIL di Lodi e con la partecipazione dell’autore. Un appuntamento significativo perché quella degli “esodati” non è neanche povertà questo è essere niente e Esodati. Storie vere di un’economia distratta è una riflessione filosofica, una proposta politica e le storie di quelli che sono passati dalla mobilità al nulla, gli esodati. I dimenticati dalla legge finanziaria che doveva salvare l’Italia, simbolo di una classe governativa che ha smesso di operare a favore del bene comune. Le storie di quelle persone che hanno subito un’ingiustizia e si sono ritrovate, a causa della cosiddetta riforma Fornero, nella precarietà e nell’indigenza. Con un termine offensivo e banale sono stati chiamati “esodati”, come coloro che sono di troppo e che devono quindi transitare, esodare da qualche altra parte. Le loro voci e le loro storie parlano di rabbia, di delusione, di paura e sono la prova più evidente del distacco tragico che si è creato fra la realtà della vita delle persone e le scelte politiche di un palazzo sempre più chiuso in se stesso e incapace di ascoltare i reali bisogni delle persone. Gli “esodati” sono a loro modo stranieri, perché estraniati dal mondo dell’economia a causa di una doppia distrazione. Il governo dei tecnici si è distratto e ha perso di vista le persone per inseguire improbabili risanamenti finanziari e ha sottratto a una massa di persone diritti che erano stati conquistati nel corso di anni di lavoro. È possibile trarre da questo labirinto di storie e di volti un messaggio di speranza? La protesta degli “esodati” che nel libro di Antonio Rinaldis hanno un nome e un volto, ci ricorda che una società umana è ben governata quando i cittadini che ne fanno parte possono realizzare pienamente le loro potenzialità e quando sia assicurata a tutti, indistintamente, la possibilità di accedere a quel bene fondamentale che si chiama felicità. Ulteriori informazioni: www.cgil.lodi.it e www.comitatoesodatilodi.blogspot.it.

4 commenti:

  1. La Nullafacente Camusso fa l'introduzione di questo libro? È la persona più inappropriata perché mai ha fatto qualcosa per noi!!.....Mi spiace, ma solo per questo motivo non si dovrebbe acquistare questo libro. Infatti io non lo comprero'. L'introduzione di questa vendoparole fa perdere il valore e la credibilità a questo libro.

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  2. Ma come si fa a far fare l'introduzione di questo libro alla Camusso? Questo libro, da quello che ho capito, dovrebbe parlare dei nostri drammi.........e lei è una degli artefici dei nostri drammi!!!........e ha anche il coraggio di fare l'introduzione?......Della serie "senza vergogna"

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  3. Non bisognava fare il libro, dopo i politici di tutti gli schieramenti, anche i giornalisti cercano di incassare con le nostre situazioni di fame.

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    1. Continua a non scrivere.
      Degli esodati, invece, è bene che se ne parli.
      Una costruzione è bella anche se la tapparella vien giù storta.

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