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domenica 6 luglio 2014

Si parla di due ipotesi per creare lo scivolo

Esodati, prestito o assegni ridotti. 
Due ipotesi per creare lo scivolo 
Risolvere la questione esodati una volta per tutte. Il via libera della Camera al sesto provvedimento utile per offrire un paracadute ad altri 32 mila lavoratori rimasti in una sorta di limbo tra la fine del rapporto di lavoro e l'accesso alla pensione porta a 170 mila i salvaguardati. Ma dopo il sigillo del Senato che arriverà nei prossimi giorni, il governo punta a trovare una soluzione definitiva. C’è l’impegno del ministro Poletti sulla questione. E al ministero del Lavoro confermano che sarà la legge di Stabilità lo strumento tecnico per individuare la soluzione migliore. Bocche cucite tra i collaboratori di Poletti. Mentre invece qualche dettaglio sulle ipotesi in campo filtra dal ministero dell’Economia.

Sono due i dossier ai quali si sta ragionando in Via XX Settembre. E, in entrambi i casi, si tratta di misure sulle quali i tecnici che collaborano con Palazzo Chigi hanno già lavorato. In cima ai pensieri del governo c’è l’idea di rispolverare, con qualche correttivo, il progetto dell’ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini che era affondato con la caduta del governo Letta. L’ipotesi (denominata «prestito d’onore») è questa: mandare a riposo le persone alle quali mancano ancora due anni al conseguimento dei requisiti per andare in pensione che impongono 66 anni e 3 mesi di età o 42 di contributi. L’Inps comincia da subito a pagare una pensione piena. E il neo pensionato restituisce, senza interessi, l’anticipo che gli viene concesso sotto forma di mancate contribuzioni rinunciando negli anni a venire a qualche decina di euro al mese sull’assegno previdenziale.

La platea Potenzialmente, sono 300 mila i lavoratori prossimi al riposo che potrebbero essere coinvolti in questa operazione. E, per fare un esempio, un 64enne (o un individuo un po’ più giovane con 40 anni di contributi) e un salario lordo di 30 mila euro annui, potrebbe andare subito in pensione. L’Inps si farebbe carico di circa 5 mila euro di contribuzione accollandosi così anche la parte (di regola un terzo) che spetta al lavoratore. Poi per circa 15 anni l’assegno mensile (con un importo medio di 1.200 euro) sarebbe decurtato di 25-30 euro. Fino alla completa restituzione del prestito iniziale. Le stesse regole varrebbero anche per le donne che, dal 2018, saranno equiparate agli uomini in fatto di età pensionabile. Al dossier lavorano Palazzo Chigi, Inps e ministero del Lavoro. E lo stanno facendo nel quadro di un’operazione più ampia che punta a favorire meccanismi di flessibilità in uscita. Da alcune simulazioni, emerge che un piano di questa portata costerebbe 1,5 miliardi allo Stato. Ma questa cifra (un problema non da poco visto che si parla di flusso di cassa) sarebbe ridotta dalle entrate fiscali derivanti dai prepensionamenti. E comunque si tratterebbe di soldi destinati a rientrare.

La seconda soluzione per cercare di venire a capo del problema esodati è riproporre una norma, poi stralciata dal governo, contenuta nel Ddl sulla riforma della Pa. Il provvedimento prevedeva per tutti i lavoratori, pubblici e privati, di poter lasciare l’impiego in anticipo (opzione già prevista per le donne) rispetto ai requisiti previsti dalla legge Fornero. In pratica, in pensione a 57 anni con 35 di contributi per i lavoratori dipendenti e a 58 anni sempre con 35 di contributi per gli autonomi. Ma con un assegno calcolato con il metodo contributivo e non retributivo in base all’ultimo stipendio. La perdita sarebbe in media del 25-30% sulla pensione.
06 Lug 2014
(Leggi)

8 commenti:

  1. I quotidiani possono fare il tifo per qualsiasi prospettiva/beffa a danno degli oltre 200.000 esodati non ancora salvaguardati (prestito con restituzione, pensione solo contributiva e quant'altro). Un pò per farsi belli con il governo Renzi un pò per cercare di evitare che lo stesso governo qualora intendesse salvare anche noi altri esodati possa cercare inevitabili conseguenti coperture in ambienti a loro cari e quindi da proteggere...Il discorso è invece sempre lo stesso: siamo un paese democratico o no. Un Paese in cui possiamo ancora sperare che i diritti acquisiti lo siano per tutti coloro che si trovano nelle medesime situazioni o no. Allora tutti noi esodati che abbiamo firmato in accordi collettivi, individuali o seguendo qualsiasi altro percorso di uscita legale dalle realtà lavorative in cui lavoravamo, prima della legge Fornero, abbiamo il sacrosanto diritto di andare in pensione con le vecchie regole. NON VOGLIAMO ELEMOSINE DI ALCUN TIPO. LO STATO DEVE RISPETTARE GLI IMPEGNI PRESI. NE VA DEL RISPETTO DELLE REGOLE DEL VIVERE CIVILE IN UNO STATO DI DIRITTO. Quindi che la stampa non faccia la furba. NON ABBOCCHIAMO.

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  2. D'accordo su tutto. Attento però a parlare di "diritti acquisiti". Tecnicamente sono detti diritti acquisiti solo quelli "goduti". Gli altri sono solo "legittime aspettative".

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    1. ANONIMO DELLE 23.06 Sei dei nostri o fai finta??? Questa delle "LEGITTIME ASPETTATIVE " è la prima volta che la sento !!! Anche quando non fosse sotto la formula di : "DIRITTI ACQUISITI" è pur sempre un accordo fatto con lo Stato, con tantodi articoli di legge e quindi ha la stessa valenza di quando si firma un contratto..... CHIARO !!! Se così non fosse, pensi che avrebbero acconsentito a fare tutti i decreti di salvaguardia che fino adesso sono andati a buon fine ???? E per concludere: NON ACCETTIAMO NESSUN TIPO DI SALVATAGGIO ,CHE, NON SIA LO STESSO TRATTAMENTO RISERVATO A TUTTI I NOSTRI COLLEGHI DI SVENTURA , GIA' SALVAGUARDATI !!!! Esodata poste 17

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    2. ESODATA POSTE 17. tu hai tutte le ragioni per recriminare i tuoi diritti,
      ma tu con lo stato, NON HAI FATTO NESSUN ACCORDO.
      Tu ti sei solamente licenziata da poste italiane, INCENTIVATA!!!!
      Il giorno dopo, avresti potuto tranquillamente farti assumere da un' altra azienda, e intascarti l' intero incentivo, come altri hanno fatto!
      Purtroppo per te, in corso d' opera, sono cambiate le leggi, come sempre accade e come sempre accadrà.

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    3. Tu parli senza cognizione di causa !!! Capisco dai tuoi discorsi che non sei un postale ed è per questo che parli a vanvera senza sapere esattamente la storia di ogniuno di noi ! Se non abbiamo fatto l'accordo con lo STATO , spiegami allora, come mai lo STATO ha il diritto di vendere parte delle AZIONI DI POSTE ITALIANE al miglior acquirente ??? Sei convinto che tutti siamo stati incentivati a lasciare il lavoro: COSI' NON E' !!! ci sono mille altre ragioni perchè a volte si è costretti a farlo, sicuramente non sarei stata tanto idiota che per prendermi l'incentivo lasciavo un lavoro sicuro per andare in cerca di una chimera; proprio in un momento come questo dove neanche i giovani riescono a trovarne uno. DULCIS IN FUNDO, non e' a te, che sto chiedendo un mio diritto; Non è a te, che devo ulteriori spiegazioni. Esodata Poste 17

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    4. ESODATA POSTE 17, non voglio, sapere le ragioni per cui ti sei licenziata da poste italiane, però a questo punto ti sarebbe convenuta farti incentivare.

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  3. La tua è solo una deduzione, una conclusione logica.
    Se ti trovi ad essere esodata è perché quello NON era un diritto ACQUISITO, perché come tale sarebbe stato GODUTO.
    La tua è "solo" una legittima aspettativa, che legittimamente reclami perché la norma per godere della pensione, esistente al momento dell'accordo, ti/ci è stata modificata con la manovra Fornero ed ora il tempo intercorrente dal periodo della firma e quella del godimento della pensione si è allungato.
    Nessuna azione giudiziaria può essere efficacemente rivendicativa di un diritto... che non c'è. Solo una nuova norma può modificare la forza di quella esistente. Che ci sia o no... sta tutto alla volontà politica e alla nostra forza per "indurla".

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    1. Il diritto alla pensione per gli "esodati esiste,c'é ,ed è
      sancito nello Stato di Diritto dalla Costituzione Italiana.
      É la "riforma" pensioni monti/fornero,applicata in
      maniera retroattiva che è incostituzionale, così come
      incostituzionale è stata riconosciuta la legge
      elettorale ora in fase di cambiamento.
      IL problema a modificare la pensione monti/fornero
      è solo economico,dovuto al default politico italiano
      di fine 2011 di cui ancora oggi tutti ne stiamo pagando
      le conseguenze.



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