Legge Fornero o legge Concordia?
3 agosto 2014
Non ci sono solo le varie
operazioni di salvaguardia di lavoratori "esodati" nel carniere del
partito della deroga alla riforma delle pensioni. I nuovi requisiti entrati in
vigore due anni e mezzo fa sono stati esposti a un assalto politico costante,
ora attivato dal governo ora dalle forze trasversali che puntano allo smantellamento
della riforma Fornero, che rischia di diventare una sorta di "legge
Concordia".Basta un po' di memoria per ricordare gli episodi più
significativi.
Due anni fa, tra luglio e
agosto, mentre il Parlamento era impegnato nella conversione in legge del dl 95
(la spending review firmata Giarda-Monti) si decise di aprire una finestra per
il pensionamento a settembre di 3.500 insegnanti. In ballo c'era la
riorganizzazione delle dotazioni organiche e s'era già stabilito che il
personale in esubero della Pa centrale poteva essere pensionato con i vecchi
requisiti; i 3.500 si aggiunsero con facilità, con la giustificazione, allora
come oggi, che avrebbero liberato altrettanti posti a giovani precari della
scuola. In quelle stesse settimane di due anni fa la professoressa torinese
diventata ministro perdeva un'altra battaglia sul campo delle pensioni.
Si
trattava di varare un decreto di armonizzazione delle nuove regole ai settori
pubblici ma i comparti sicurezza e difesa, contando su vaste sponde
parlamentari, riuscirono a salvarsi. Una fetta non piccola di statali ( circa
il 15% del totale) ebbero così garantiti i vecchi requisiti: pensionamento di
vecchiaia con tre o cinque anni di anticipo, pensionamento di anzianità
tutelato con 35 anni di contributi e collocamento in ausiliaria per i graduati
dopo il pensionamento (la stessa norma sopravvissuta nel dl Madia, laddove si
fa slittare a fine 2015 la cancellazione dei trattenimenti in servizio per i
militari). Costo della sconfitta? Tra i 300 e i 450 milioni nei primi dieci
anni in termini di maggiore spesa previdenziale. Poi naturalmente ci sono state
le sei salvaguardie di cui si diceva, inanellate negli ultimi 24 mesi, l'ultima
a giugno, che tutelano circa 140mila "esodati" con una garanzia della
pensione in deroga che costerà complessivamente 11,6 miliardi entro il 2022.
E ora arrivano gli altri 4mila
casi della scuola, gli "intrappolati" al lavoro dalla riforma varata
ad anno scolastico 2011-2012 già in corso: persone con un lavoro sicuro, non a
rischio reddito, che ora andranno in pensione a settembre per lasciare il posto
ai più giovani. Per non parlare, se la norma resterà, della cancellazione delle
penalizzazioni per i pensionamenti d'ufficio di chi nella Pa ha i requisiti
pieni a prescindere dall'età. Il dramma di questi interventi a pioggia è che,
nel loro succedersi continuo, non lascian neppure spazio per un monitoraggio ex
post, giusto per capire se le stime di costo aggiuntivo e le platee ogni volta
disegnate sono stati poi confermati. Il risultato è un'incertezza crescente
sulla tenuta della riforma nel suo complesso, con le ovvie conseguenze sui
saldi di finanza pubblica. La riforma Fornero garantirebbe sulla carta risparmi
per 81 miliardi da qui al 2021, ma a furia di colpi di lima riuscirà davvero a
centrare l'obiettivo?
I rischi sono alti con un
mercato del lavoro che non riparte e tante crisi che aziendali che prevedono
anche il prepensionamento come soluzione di default. Ed è singolare che,
proprio in questo contesto, non si rinunci alla ciambella di salvataggio delle
deroghe pensionistiche anche per i dipendenti pubblici. La spesa pensionistica,
dicono tutti gli analisti, è stata messa in sicurezza: entro il 2050 in termini
cumulati le riforme fatte tra il 2004 e il 2011 valgono 60 punti di Pil di
risparmio (per due terzi dovuti alla riforma Maroni e interventi successivi e
per un terzo alla riforma Fornero). Ma attenzione: centrare quell'obiettivo
vuol dire congelare una spesa che resterà attorno al 15% per ancora trenta o
quarant'anni; uno dei livelli più alti nell'area Ocse.
(Leggi)
Tipico articolo che fa di tutte le erbe un fascio. Nel menù ci sono interventi dovuti (es. gli esodati che in tanti aspettano la salvaguardia), altri meno ed altri clientelari...conferma solo il fatto che politici inetti fanno cose a cavolo mascherate dietro grandi principi, ma poi altri si mangiano la torta a piacimento. Con buona pace di noi poveri esodati a cui hanno rapinato più di 11miliardi di euro
RispondiElimina....... LEGGE CAPESTRO .......
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