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lunedì 4 agosto 2014

Forze trasversali

Legge Fornero o legge Concordia?

3 agosto 2014
Non ci sono solo le varie operazioni di salvaguardia di lavoratori "esodati" nel carniere del partito della deroga alla riforma delle pensioni. I nuovi requisiti entrati in vigore due anni e mezzo fa sono stati esposti a un assalto politico costante, ora attivato dal governo ora dalle forze trasversali che puntano allo smantellamento della riforma Fornero, che rischia di diventare una sorta di "legge Concordia".Basta un po' di memoria per ricordare gli episodi più significativi.
Due anni fa, tra luglio e agosto, mentre il Parlamento era impegnato nella conversione in legge del dl 95 (la spending review firmata Giarda-Monti) si decise di aprire una finestra per il pensionamento a settembre di 3.500 insegnanti. In ballo c'era la riorganizzazione delle dotazioni organiche e s'era già stabilito che il personale in esubero della Pa centrale poteva essere pensionato con i vecchi requisiti; i 3.500 si aggiunsero con facilità, con la giustificazione, allora come oggi, che avrebbero liberato altrettanti posti a giovani precari della scuola. In quelle stesse settimane di due anni fa la professoressa torinese diventata ministro perdeva un'altra battaglia sul campo delle pensioni.
Si trattava di varare un decreto di armonizzazione delle nuove regole ai settori pubblici ma i comparti sicurezza e difesa, contando su vaste sponde parlamentari, riuscirono a salvarsi. Una fetta non piccola di statali ( circa il 15% del totale) ebbero così garantiti i vecchi requisiti: pensionamento di vecchiaia con tre o cinque anni di anticipo, pensionamento di anzianità tutelato con 35 anni di contributi e collocamento in ausiliaria per i graduati dopo il pensionamento (la stessa norma sopravvissuta nel dl Madia, laddove si fa slittare a fine 2015 la cancellazione dei trattenimenti in servizio per i militari). Costo della sconfitta? Tra i 300 e i 450 milioni nei primi dieci anni in termini di maggiore spesa previdenziale. Poi naturalmente ci sono state le sei salvaguardie di cui si diceva, inanellate negli ultimi 24 mesi, l'ultima a giugno, che tutelano circa 140mila "esodati" con una garanzia della pensione in deroga che costerà complessivamente 11,6 miliardi entro il 2022.
E ora arrivano gli altri 4mila casi della scuola, gli "intrappolati" al lavoro dalla riforma varata ad anno scolastico 2011-2012 già in corso: persone con un lavoro sicuro, non a rischio reddito, che ora andranno in pensione a settembre per lasciare il posto ai più giovani. Per non parlare, se la norma resterà, della cancellazione delle penalizzazioni per i pensionamenti d'ufficio di chi nella Pa ha i requisiti pieni a prescindere dall'età. Il dramma di questi interventi a pioggia è che, nel loro succedersi continuo, non lascian neppure spazio per un monitoraggio ex post, giusto per capire se le stime di costo aggiuntivo e le platee ogni volta disegnate sono stati poi confermati. Il risultato è un'incertezza crescente sulla tenuta della riforma nel suo complesso, con le ovvie conseguenze sui saldi di finanza pubblica. La riforma Fornero garantirebbe sulla carta risparmi per 81 miliardi da qui al 2021, ma a furia di colpi di lima riuscirà davvero a centrare l'obiettivo?
I rischi sono alti con un mercato del lavoro che non riparte e tante crisi che aziendali che prevedono anche il prepensionamento come soluzione di default. Ed è singolare che, proprio in questo contesto, non si rinunci alla ciambella di salvataggio delle deroghe pensionistiche anche per i dipendenti pubblici. La spesa pensionistica, dicono tutti gli analisti, è stata messa in sicurezza: entro il 2050 in termini cumulati le riforme fatte tra il 2004 e il 2011 valgono 60 punti di Pil di risparmio (per due terzi dovuti alla riforma Maroni e interventi successivi e per un terzo alla riforma Fornero). Ma attenzione: centrare quell'obiettivo vuol dire congelare una spesa che resterà attorno al 15% per ancora trenta o quarant'anni; uno dei livelli più alti nell'area Ocse.


2 commenti:

  1. Tipico articolo che fa di tutte le erbe un fascio. Nel menù ci sono interventi dovuti (es. gli esodati che in tanti aspettano la salvaguardia), altri meno ed altri clientelari...conferma solo il fatto che politici inetti fanno cose a cavolo mascherate dietro grandi principi, ma poi altri si mangiano la torta a piacimento. Con buona pace di noi poveri esodati a cui hanno rapinato più di 11miliardi di euro

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  2. ....... LEGGE CAPESTRO .......

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