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martedì 30 settembre 2014

Incontro coordinamento esodati ligurie parlamentari


 (foto: ANSA)Esodati: Vesco, governo trovi soluzione
Incontro in Regione con coordinamento e parlamentari
(ANSA) - GENOVA, 29 SET - Si è tenuta stamattina in Regione una riunione del coordinamento esodati liguri alla presenza dell'assessore al lavoro della Regione Liguria, Enrico Vesco e di una delegazione di parlamentari liguri per giungere ad una definitiva risoluzione della vicenda che riguarda decine di migliaia di lavoratori in tutta Italia. "Ci auguriamo che il Governo - ha detto Vesco - si assuma l'impegno di risolvere questa vicenda perché ci sono ancora molti lavoratori esodati non riconosciuti".
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lunedì 29 settembre 2014

A giorni il via libera alla sesta salvaguardia

esodatiEsodati, a giorni il via libera alla sesta salvaguardia
Ancora qualche giorno e la sesta salvaguardia per gli esodati non tutelati dalle precedenti operazioni di garanzia diventerà legge. La Commissione Lavoro del Senato approverà definitivamente in settimana la proposta già varata a fine luglio alla Camera.
Per evitare «navette» tra i due rami del Parlamento, con inevitabili rinvii e allungamenti di tempi, il pacchetto definito due mesi fa su iniziativa del governo non è stato modificato nel passaggio a Palazzo Madama. E, anzi, per fare più in fretta sarà licenziato direttamente in commissione, senza il voto dell’aula.
Ricapitoliamo, dunque, i termini della nuova salvaguardia che riguarderà ben 32.100 lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione in questi ultimi anni per effetto della stretta della riforma Fornero. Diciamo meglio: la sesta salvaguardia contempla, in realtà, 8.100 nuovi posti, con la riassegnazione di 24 mila posizioni avanzate nell'ambito della seconda e della quarta salvaguardia. La somma, come accennato, fa 32.100.
I lavoratori potenzialmente interessati alla nuova protezione, che permette di andare in pensione con i requisiti pre-riforma, appartengono alle seguenti categorie:
  1. a) lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  2. b) lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del Codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  3. c) lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del Codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  4. d) lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  5. e) lavoratori che, nel corso dell'anno 2011, risultano essere in congedo ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 2001 e successive modificazioni, o aver fruito di permessi ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, e successive modificazioni;
  6. f) lavoratori con  contratto di  lavoro a  tempo determinato  cessati  dal   lavoro tra  il  1° gennaio 2007   e  il  31  dicembre 2011,  non rioccupati a  tempo indeterminato;
  7. g) lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorché al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attività lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
  8. h) lavoratori collocati in  mobilità ordinaria a seguito  di   accordi  governativi o  non  governativi, stipulati  entro  il 31   dicembre 2011,  cessati dal  rapporto di  lavoro entro il  30  settembre 2012 e  che perfezionano, entro il periodo di  fruizione dell’indennità di  mobilità, ovvero, anche  mediante  il  versamento  di contributi  volontari,  entro  dodici  mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011.
I lavoratori indicati fino alla lettera g) potranno ottenere il pensionamento secondo le vecchie regole a condizione che la data di decorrenza del loro trattamento previdenziale cada entro il 6 gennaio 2016.
Per i lavoratori individuati alla lettera h) la condizione richiesta è diversa: i precedenti requisiti previdenziali devono essere maturati entro la data di scadenza dell'indennità di mobilità. Anzi, il lavoratore potrà, attraverso il versamento dei contributi volontari, perfezionare il diritto a pensione anche entro i 12 mesi successivi alla scadenza dell'indennità stessa.
Chiarite le regole della sesta salvaguardia, si può osservare che tre sono le linee lungo le quali opera il nuovo intervento.
In primo luogo si stabilisce che sarà possibile maturare la decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2016 per alcune tipologie di lavoratori individuate dalle precedenti operazioni (lavoratori in congedo per assistere i figli disabili, lavoratori autorizzati ai contributi volontari e lavoratori cessati dal servizio con accordi o con risoluzione unilaterale).
In secondo luogo, si introduce per la prima volta una nuova categoria: quella dei lavoratori che hanno concluso un contratto a tempo determinato tra il 2007 e il 2011 e che non abbiano più trovato un’occupazione a tempo indeterminato.
In terzo luogo, si prevede la tutela anche di altri lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 che perfezionano, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità ovvero, anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo, i precedenti requisiti di pensionamento. E in questo caso si estende, per la prima volta, la possibilità di tutela anche a coloro che non sono riusciti a maturare il diritto entro gli stretti tempi della mobilità.
Vediamo ora i nuovi posti disponibili assegnati alle diverse categorie: 1.800 per i lavoratori in congedo per assistere parenti disabili; 12mila per i prosecutori volontari; 4mila per i lavoratori con contratto a tempo determinato; 8.800 per i cessati con risoluzione o accordo con il datore; 5.500 per lavoratori collocati in mobilità ordinaria.
Quanto alle posizioni eliminate e riassegnate, vengono eliminati 20mila dei 40mila posti che la seconda salvaguardia aveva previsto per i lavoratori destinati alla mobilità a seguito di accordi siglati in sede governativa entro il 2011: si stabilisce che la tutela è attivabile in favore dei lavoratori percettori di cassa integrazione guadagni che cessano dall'attività entro il 31 dicembre 2016 e di coloro che cessano entro il 31 dicembre 2014 i cui nominativi siano comunicati al Ministero del Lavoro entro il 31 dicembre prossimo. Fermo restando la condizione che tali soggetti maturino i requisiti per il pensionamento entro la fruizione dell'indennità di mobilità. 
Altri 4.000 posti vengono recuperati dal 6.500 indicati nella quarta salvaguardia 
per i lavoratori licenziati o dimessisi a seguito di accordi.
Per la copertura degli oneri il provvedimento attinge, in buona misura, alle risorse stanziate per le precedenti salvaguardie e in parte non utilizzate (in quanto le effettive richieste di pensionamento si sono rivelate inferiori alle attese), con conseguente riduzione, come abbiamo visto, delle platee ivi previste.
A conti fatti, il numero dei lavoratori complessivamente salvaguardati sale a 170.100 (a fronte dei 162.000 previsti a legislazione vigente).
Raffaele Marmo
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domenica 28 settembre 2014

200mila ancora fuori dalle salvaguardie

Esodati, in 200mila ancora fuori dalle salvaguardie


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Il Comitato degli esodati di Roma denuncia che restano fuori dalle tutele circa 200mila lavoratori nonostante l'approvazione della sesta salvaguardia. "I governi attuali devono porre fine e chiudere con equità" la vicenda.
"Dopo la sesta salvaguardia non si intende più salvaguardare nessuno, questo è quanto dice l'odg presentato al senato dal SEN. Ichino e compagnia bella, ebbene in base ai dati inps all'epoca del dramma eravamo 398.000 con tutte e sei le salvaguardie si arriva a poco piu' di 170mila, rimangono fuori dalle salvaguardie la bellezza di 228 mila padri e madri di famiglia, derubati e condannati a morte certa se non si rimedia a questo atroce delitto di stato, a meno che non ci si diventa malavitosi, tanto le persone oneste pagano i delinquenti no!"
E' quanto si legge in una nota diffusa dal Coordinatore del Comitato Esodati di Roma Giuliano Colaci con cui si ribadisce la necessità che il governo tenga in considerazione tutti coloro che sono ancora rimasti fuori dalle tutele.
"Ichino dice che ormai gli esodati rimasti devono essere ricollocati a lavoro, ma quale lavoro? Noi abbiamo i nostri figli a casa disoccupati come pretende Ichino che gli esodati vengano reinseriti? Si è parlato di patto negato dallo stato e si è parlato e promesso di dare una soluzione a tutti gli esodati, allora mi domando dove stà la giustizia in questo paese?
Con la giustizia non si scherza ed è giusto che chi sbaglia paghi, pertanto il governo Monti con la Fornero hanno sbagliato, è chiaro che loro non pagheranno mai, ma i governi attuali devono porre fine e  chiudere con equità e legalità questa sporca pagina della storia della repubblica. La cosa buffa e umiliante per noi, tutte persone sulla soglia dei 60 anni e su di lì, che abbiamo versato tutto ciò che ci stava da versare, e dopo il danno anche la beffa da parte della Fornero dove ha dichiarato e riconosciuto l'errore. Dopo tre anni di lotterie siamo arrivati al traguardo, chiuse le lotterie chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato".


sabato 27 settembre 2014

Quota 96 in piazza

Riforma pensioni Renzi 2014: basta tutele per gli esodati, i Quota 96 in piazza
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Riforma pensioni Renzi 2014: Ichino e la fine delle tutele per gli esodati, i Quota 96 scendono in piazza con i Cobas.
Nel vasto ambito della riforma pensioni Renzi per il 2014, le questioni più calde sono state indubbiamente quelle riguardanti gli esodati e i Quota 96. Sul fronte esodati giungono delle novità, se da un lato è in via di approvazione la sesta salvaguardia, dall'altro è comparso un emendamento a firma Ichino che invita a non utilizzare più lo strumento delle salvaguardie. Il problema resta come verrà affrontata la questione in maniera alternativa. Intanto, i Quota 96 non si arrendono e lanciano un paio di appuntamenti per il 30 settembre e il 10 ottobre, in questo articolo discuteremo il comunicato dei Cobas per la prima manifestazione. 

Riforma pensioni Renzi 2014: basta tutele per gli esodati, ci vogliono altre misure

Come abbiamo già accennato, è in dirittura d'arrivo l'iter parlamentare che sancisce la sesta salvaguardia per gli esodati. Il provvedimento tutelerà circa 32mila lavoratori. Intanto, però, come avevamo avuto modo di discutere più di una volta, la questione "esodati" non è per nulla risolta. E così giunge un po' inaspettata l'approvazione di un emendamento di Ichino del PD che suggerisce di "voltar pagina rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per risolvere problemi di disoccupazione con l'espulsione precoce dei lavoratori interessati dal mercato del lavoro; è necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione; è invece tempo di incominciare a operare in modo efficace e incisivo per l'aumento del tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai 50 anni".
La soluzione prospettata da Ichino risulta essere pienamente in linea con le intenzioni di governo, ed è probabile che uno dei temi per la riforma pensioni Renzi per il 2014/2015 riguarderà proprio l'active ageing, un insieme di misure volte a permettere il reinserimento dei cinquantenni e sessantenni senza lavoro. 

Riforma pensioni Renzi 2014: i Quota 96 tornano in piazza

La riforma pensioni Renzi 2014 non ha assolutamente toccato la questione delle pensioni Quota 96 scuola. Inutile sottolineare ancora una volta che si tratta di un qualcosa di mai visto nella storia repubblicana, il fatto che, a causa di un errore tecnico, un intero gruppo di lavoratori veda negata la possibilità della pensione. Il 30 settembre, però, i Q96 saranno in piazza e il comunicato dei Cobas è piuttosto duro ma preciso: viene attaccata in primo luogo la battaglia mediatica che i Q96 hanno subito, si sottolinea poi come le cifre stimate per il provvedimento in 430 milioni di euro siano assolutamente gonfiate (la stessa Giannini aveva parlato di 100 milioni), si invita a connettere la questione dei Q96 con la riforma scuola 2014. Insomma, è chiaro come i Quota 96 vogliano portare allo scoperto non soltanto la propria vertenza ma tutti i problemi che gravano sulle scuole.
E se la riforma pensioni Renzi 2014 tarda a decollare probabilmente per mancanza di volontà politica, i Quota 96 ricordano che "Aspettiamo una risposta! Ci è dovuta, in quanto, come lavoratori della Scuola, abbiamo sempre educato i giovani al rispetto delle regole di uno Stato di diritto! Diversamente, non ci resterà che pensare che ormai nel paese vige la legge della giungla e che la Democrazia è un puro flatus vocis!".
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venerdì 26 settembre 2014

No a nuove tutele dopo la sesta salvaguardia


Esodati, no a nuove tutele dopo la sesta salvaguardia

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La commissione lavoro del Senato ha respinto ieri gli ordini del giorno presentati dalle opposizioni che chiedevano al governo un nuovo intervento in materia di deroghe alla Riforma Fornero.
Sono stati bocciati ieri in commissione Lavoro del Senato i tre ordini del giorno presentati dalle opposizioni (Lega-Sel-M5S) al disegno di legge in materia di sesta salvaguardia. Gli interventi presentati erano volti ad impegnare il governo ad un nuovo intervento in materie di deroghe pensionistiche alla Riforma Fornero.
La lega Nord, per via della Senatrice Munerato, chiedeva al governo di mettere fine una volta per tutte al problema degli esodati. "In sede di prima lettura del provvedimento - si legge nell'odg - il sottosegretario Bobba, nella seduta della Commissione XI Camera del 24 giugno scorso, ha ribadito la volontà del Governo di individuare soluzioni definitive alla problematica, annunciando a mezzo stampa una conclusione con la legge di stabilità 2015".
La lega chiedeva pertanto al governo "di non disattendere ancora una volta gli impegni assunti in sede parlamentare e le promesse fatte a mezzo stampa, inserendo nell'imminente legge di stabilità per il 2015 la soluzione definitiva della vicenda degli esodati che tenga conto di tutte le categorie dei soggeti coinvolti, nessuna esclusa, e quindi anche del personale marittimo e ferroviario, nonché a garantire nelle more di attuazione della sesta salvaguardia, l'equivalenza degli accordi di mobilità sottoscritti in sede governativa con quelli stipulati in qualunque altra sede".
Non è passato l'odg presentato da Sel e M5S che impegnava il governo ad una abrogazione della Riforma Fornero. Respinta anche la richiesta al governo di considerare le esigenze dei lavoratori della IBM che nel mese di aprile 2011 hanno sottoscritto un accordo individuale con il proprio datore di lavoro, ai sensi degli articoli 410, 411 e 412 del codice di procedura civile e hanno avuto la risoluzione del rapporto di lavoro dopo il 31 dicembre del 2012. Si tratta di lavoratori che  attualmente non vengono salvaguardati nell'ambito della categoria di contributori volontari perchè l'INPS ritiene che la copertura contributiva volontaria ha avuto luogo in regime di "sospensione dal lavoro" e non di "cessazione del lavoro". L'odg chiedeva al governo di intervenire in via amministrativa sulla vicenda.
E' stato approvato - seppur riscritto rispetto alla prima versione - l'ordine del giorno di Pietro Ichino (Sc), che dichiara comunque sostanzialmente chiuso il capitolo relativo alle salvaguardie "salvi i casi residui di persone private del posto di lavoro in forza di accordi di incentivazione all'esodo stipulati prima della riforma pensionistica, che all'esito di una approfondita indagine di questa Commissione Lavoro risultino meritevoli di salvaguardia, gli altri casi di disoccupazione di sessantenni non ancora in età di pensionamento devono essere affrontati con misure di sostegno nel mercato del lavoro e non con l'estromissione permanente da esso".
L'odg chiede "di voltar pagina rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per risolvere problemi di disoccupazione con l'espulsione precoce dei lavoratori interessati dal mercato del lavoro; è necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione".
Il testo del ddl 1558 non è stato comunque modificato rispetto alla versione approvata lo scorso 3 luglio dalla Camera dei Deputati; il provvedimento si avvia dunque verso la definitiva conversione in legge. Già la prossima settimana il testo potrebbe ricevere (senza passare dall'aula) il via libera conclusivo.
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Nuovo presidio. Al MEF, quando?

Patrizia FalconePatrizia (esodata postale NON salvaguardata) scrive che...
Stiamo pensando ad un presidio per i primi di ottobre con colloqui al MEF, ma dobbiamo sapere orientativamente quanti saranno a partecipare. Se per cortesia puoi pubblicare
Dobbiamo ora organizzarci per un presidio al MEF per il 7 o 8 ottobre per chiedere nella prossima legge di stabilità 2015 ulteriori salvaguardie reperendo i fondi sia dai risparmi delle salvaguardie precedenti , sia integrandoli con nuovi stanziamenti. 
Diamoci l'obiettivo di definire la data al più presto - tramite consultazione col maggior numero di NON SALVAGUARDATI - al fine di acquistare biglietti dei treni , aerei a basso costo e organizzare i pullman per tempo. Invito i NON SALVAGUARDATI e chiunque dei salvaguardati voglia darci una mano ad aderire all' appello MANDANDO una mail entro questo lunedi 29-9-2014 a PATTIFALC@libero.it con impegno a essere presenti e segnalare la data migliore per loro tra martedì 7 o mercoledì 8 ottobre.

giovedì 25 settembre 2014

L'Atto del Senato 1558 seduta di oggi

L'Atto del Senato 1558 seduta di oggi

Da Michele Costantino
11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)
Commissione 11ª (Lavoro, previdenza sociale) - Seduta n. 101
Mercoledì 24 Settembre 2014
(15,30 - 16,20)
Presidenza:

SACCONI
Presenti per il governo:Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali CASSANO
Sede referente
ddl 1558
- 217 - 1169 Deroghe accesso trattamento pensionistico
Approvato dalla Camera dei Deputati Relatore:
Mario MAURO
Trattazione:
Seguito dell'esame congiunto e rinvio. E' stato accolto dal Governo l'ordine del giorno G/1558/1/11 (testo 2), mentre sono stati respinti gli altri tre ordini del giorno presentati. Con il consenso dei rappresentanti dei Gruppi e l'assenso del rappresentante del Governo, è stato quindi richiesto il trasferimento alla sede deliberante.
Precedente trattazione:
Seduta n. 100 di Martedì 23 Settembre 2014



ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE 

N. 1558
G/1558/1/11 (testo 2)
ICHINO, BERGER, FAVERO, PAGANO, PARENTE, SPILABOTTE
Il Senato,
considerato che:
- con i cinque provvedimenti di salvaguardia emanati dalla riforma del dicembre 2011 a oggi, cui si aggiunge il sesto, contenuto nel disegno di legge in esame, è stata assicurata l'applicazione della disciplina previgente del pensionamento per tutti coloro che, avendo perso involontariamente l'occupazione nel periodo immediatamente precedente o immediatamente successivo alla riforma stessa, si attendevano il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012-2015), nonché tutti i lavoratori in carico da prima della riforma a "fondi di solidarietà" istituiti in funzione della soluzione di crisi occupazionali aziendali o di settore;
- con gli stessi provvedimenti di salvaguardia è stata inoltre assicurata l'applicazione della disciplina previgente del pensionamento per coloro che fossero stati autorizzati alla prosecuzione volontaria prima della riforma, in attesa di maturare i requisiti per il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012-2015);
- salvi i casi residui di persone private del posto di lavoro in forza di accordi di incentivazione all'esodo stipulati prima della riforma pensionistica, che all'esito di una approfondita indagine di questa Commissione Lavoro risultino meritevoli di salvaguardia, gli altri casi di disoccupazione di sessantenni non ancora in età di pensionamento devono essere affrontati con misure di sostegno nel mercato del lavoro e non con l'estromissione permanente da esso;
- occorre ora voltar pagina rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per risolvere problemi di disoccupazione con l'espulsione precoce dei lavoratori interessati dal mercato del lavoro;
- è necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione;
- è invece tempo di incominciare a operare in modo efficace e incisivo per l'aumento del tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai 50 anni;
sulla base di queste considerazioni impegna il Governo:
- a sviluppare – anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing – un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell'età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell'ultima fase della loro vita attiva, nonché a integrare queste misure con l'attivazione di versamenti volontari per il recupero di periodi non lavorati o di studio, a carico del lavoratore anziano e del suo datore di lavoro; inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell'invecchiamento attivo possa essere adottata o risulti sufficiente a risolvere il problema occupazionale,
- ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l'occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l'assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro;
- infine a dare tutta la possibile collaborazione a questa Commissione nell'espletamento dell'indagine di cui in premessa, al fine di un definitivo, soddisfacente e tempestivo completamento della necessaria salvaguardia delle persone che abbiano perso il posto per effetto di accordi di incentivazione all'esodo stipulati prima della riforma pensionistica sulla base della prospettiva di un pensionamento ragionevolmente prossimo.