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lunedì 3 novembre 2014

L'ultima interrogazione sulla Buonuscita dei postali

Dopo quella della Gnecchi, nuova interrogazione sulla Buonuscita dei postali.
Stavolta dell'On. Berretta BERRETTA_G@CAMERA.IT

Atto Camera
   
Interrogazione a risposta scritta 4  -  05737presentato da BERRETTA Giuseppe
testo di Mercoledì 30 luglio 2014, seduta n. 275  

 BERRETTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:   
 a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in Poste italiane s.p.a., i lavoratori postelegrafonici in base all'articolo 53 comma 6 della legge n. 449 del 30 dicembre 1997 (legge finanziaria 1998), che stabilisce che «a decorrere dalla data di trasformazione dell'ente poste italiane in società per azioni al personale dipendente dalla società medesima spettano il trattamento di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile, e per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente prima della data di cui all'alinea del presente comma», hanno diritto alla corresponsione di tfr e di indennità di buonuscita;   
 al personale dipendente della società Poste italiane spetta per il servizio prestato al momento dell'assunzione fino al 28 febbraio 1998 — data di trasformazione dell'ente in società per azioni – l'indennità di buonuscita di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 1032 del 23 dicembre 1973;   
 tale indennità di buonuscita è calcolata, in base all'articolo 3 del decreto 1032 del Presidente della Repubblica, per tutti i dipendenti pubblici avendo a riferimento l'ultima retribuzione percepita dal lavoratore prima della sua collocazione in quiescenza e che tale indennità, avendo a riferimento l'ultima retribuzione percepita, ne garantisce la sua costante rivalutazione per effetto degli aumenti contrattuali e degli avanzamenti di carriera dei lavoratori;   
 detta liquidazione, tuttavia, viene effettuata in base all'interpretazione letterale del comma 6 di cui sopra, facendo riferimento alla retribuzione percepita al 28 febbraio 1998, data di trasformazione dell'ente in società per azioni;   
 il sopracitato sistema di calcolo, che «congela» la buonuscita al valore maturato al 28 febbraio 1998 indipendentemente da quando il lavoratore andrà in pensione, determina un evidente e grave danno economico ai lavoratori interessati, e cioè a tutti i dipendenti di Poste assunti prima di tale data, che sono la grande maggioranza degli attuali dipendenti;   
 tale sistema di calcolo impedisce anche la conseguente rivalutazione della buonuscita stessa;   
 i lavoratori postelegrafonici sono passati alle dipendenze della nuova società mantenendo di fatto la continuità lavorativa con il precedente ente;   
 in questi anni i lavoratori collocati in quiescenza hanno prodotto un notevole contenzioso giudiziario per la rivalutazione della buonuscita sulla base dell'ultima retribuzione percepita prima della quiescenza stessa;   
 il contenzioso giudiziario ha avuto sino ad ora esito favorevole per i lavoratori, ma, nonostante le sentenze avverse, le dinamiche di liquidazione adottate continuano a fondarsi sull'interpretazione restrittiva dell'articolo 53 della suindicata legge;   
 ai dipendenti di Poste italiane non viene concessa neanche l'anticipazione del 75 per cento della buonuscita così come avviene per altri lavoratori e alla richiesta, più volte reiterata dagli stessi, di essere messi a conoscenza dell'esatto ammontare del valore della buonuscita maturato al 28 febbraio 1998, non è stato dato alcun tipo di riscontro da parte degli uffici competenti;   
 la cifra complessiva destinata alle predette liquidazioni è confluita in un fondo chiuso presso l'Ipost, affidato a una gestione commissariale denominata «gestione commissariale fondo buonuscita per i lavoratori di Poste italiane»;   
Giuseppe BERRETTA in data 6 novembre 2012 la IX Commissione lavoro della XVI legislatura ha approvato una risoluzione in materia di corresponsione dell'indennità di buonuscita ai lavoratori ed ex lavoratori postelegrafonici che impegnava il Governo pro tempore a valutare la possibilità, compatibilmente con gli effetti finanziari, di adottare eventuali iniziative, anche di natura normative, che consentissero ai lavoratori di usufruire dell'aggiornamento del valore dell'indennità nonché di consentire la corresponsione pur in costanza di rapporto di lavoro;   
 a tale risoluzione non hanno fatto seguito le opportune e necessarie iniziative di legge –:   
 quali iniziative intendano assumere per consentire ai lavoratori di Poste italiane spa di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita, per assicurare il diritto alla corresponsione della buonuscita di detti lavoratori, pur in costanza di rapporto di lavoro e per garantire la trasparenza sull'esatto ammontare della buonuscita alla data del 28 febbraio 1998. (4-05737) 

9 commenti:

  1. On. Berretta, complimenti ! Porti lei avanti quest'altro annoso problema; nelle precedenti legislature l'on. Codurelli si era interessata con altre interrogazioni alla camera purtroppo nessuna risposta ci e' mai pervenuta, sembra che tutti i diritti di noi lavoratori postali, cadono nell'oblio. Che fine ha fatto il fondo istituito ??? Immagino ci fossero i soldi per liquidarci la buon'uscita rivalutata!!! Esattamente come c'erano nel fondo pensioni IPOST che anzicche' percepire la nostra pensione a fine rapporto lavorativo siamo diventati esodati per tappare il buco enorme (ma che dico ! il cratere enorme ) del debito pubblico. Abbiamo pagato contributi per una vita, perche' dobbiamo essere sempre noi a pagare e non poter beneficiare di tutto cio' che e' nostro ??? SACRIFICI DI TANTI , PRIVILEGI PER POCHI..... Esodata Poste non salvaguardata.

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  2. SPERIAMO CHE CI RIDIANO GLI INTERESSI MATURATI E NON PERCEPITI

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  3. Sono uscito da poste il 31/7/2010 , se dovesse avere esito positivo questa interrogazione, cosa dovrò fare? Grazie a chi mi darà chiarimenti.

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  4. Un'interrogazione, l'ennesima.
    Abbiamo contro ben 3 pronunciamenti contrari della Cassazione e 2 sentenze della Corte Costituzionale.
    Macigni enormi che solo un movimento e una mobilitazione come quella degli esodati può smuovere.
    Bisogna guardare anche cosa sia possibile fare a livello europeo.

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    1. invece di fare ricorsi infondati nel 1998 dovevate farvi pagare la buonuscita maturata come diceva la legge 449.

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    2. Puoi essere più preciso? cos'è questa legge 449? di quando? cosa prevede o prevedeva?

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  5. anche nella interrogazione parlamentare della Gnecchi è inserita una inesattezza che non agevola la risoluzione del caso:
    ...nonostante il contenzioso giudiziario abbia avuto sentenze favorevoli per i ricorrenti....NON E' VERO!!!! Vi sono sentenze favorevoli in primo o secondo grado ma poi tutte SFAVOREVOLI ai lavoratori in Cassazione!!!!I I lavoratori che hanno vinto in primo e secondo grado hanno aggiunto il danno di dover pagare ingenti spese legali!!!! L'unica soluzione era quella (DIFFICILE DA CAPIRE PER I POLTICI!!!!) di poter far concedere agli aventi diritto gli interessi legali della somma lasciata in deposito per tanti anni all'Istituto pensionistico! Così si concedeva una cifra equa per i lavoratori e i politici salvavano la faccia per non aver saputo (COME SEMPRE) saputo scrivere una legge in un italiano normale

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    1. Sono sicuro che quella che tu dici essere un'inesattezza della Gnecchi abbia il senso che anche tu hai esposto (Cassazione 3 volte e Corte Costituzionale 2 volte).
      Da tempo, insieme ad altri, sto seguendo questa cosa e sono alla ricerca dei colleghi che hanno perso in Cassazione (nelle sentenze non sono mai citati, purtroppo). Potresti segnalarmi qualche nominativo)
      Il mio numero è 3384342534. Beppe.

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  6. ciao a tutti, mi chiamo michele sono un postelegrafonico della provincia di Nuoro, circa un mese fa ho scritto a una parlamentare Sarda del Mov. 5 stelle per chiedergli di fare una ulteriore interrogazione parlamentare A tutt' oggi navigando su internet e cercando tra le varie interrogazioni non ho trovato riscontro della promessa. anch'io penso che la cosa potrebbe essere risolta facendo ricorso alla corte di giustizia europea ma leggendo qua e la, ho trovato che prima di rivolgersi a loro bisogna fare la causa nel nostro bel paese di politici ladri e incompetenti che fanno le leggi sempre a discapito dei poveracci come noi, certi che ormai non siamo in grado di portare avanti delle cause risarcitorie che durano anni e costano un occhio, mi piacerebbe sapere cosa hanno di diverso da noi i nostri politici che oggi sono parlamentari europei e domani sono presidenti di regioni o consiglieri ai quali spetta sia il vitalizio di europarlamentare sia quello di presidente o consigliere e lo percepiscono immediatamente senza avere ne contributi ne l'età anagrafica richiesta. La mia idea sarebbe di raccogliere le firme di quanti più colleghi possibile a livello nazionale dopo di che dovremmo trovare qualche politico che appoggi la nostra causa. Io faccio l'autista e quindi giro per tutta la provincia e qualche volta anche fuori quindi potrei interessarmi coinvolgendo anche i colleghi delle altre province della mia regione a raccogliere le firme, altre tanto potrebbero fare altri colleghi nelle altre Regioni, bisognerebbe preparare un documento dove si chiede che la buonuscita maturata sia rivalutata e calcolata come si calcola il tfr cioè in base all’ultimo stipendio percepito. mandarlo a tutte le sedi Regionali e provinciali anche tramite mail. credo che nel giro di qualche mese dovremmo aver raccolto tutte le firme dopo di che bisognerà decidere cosa fare, potremmo anche rivolgerci a qualche studio di avvocati, comunque si vedrà e si deciderà in seguito. Dimenticavo, bisognerà coinvolgere anche i colleghi che sono andati in pensione. Fatemi sapere cosa ne pensate. Il mio indirizzo mail è michelimusina@alice.it
    ciao

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