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venerdì 19 dicembre 2014

Dispari opportunità

Una deroga per la legge Amato del 1992Pensione donna: quelle dispari opportunità che penalizzano le 'quindicenni' della 'Amato'
Le donne riunite sotto il Comitato Deroghe Legge Amato 1992 reclamano l'attenzione
La questione della pensione per una donna oggi domina il dibattito sulla riforma previdenziale con la proposta delle ex lavoratrici riunite sotto la sigla del Comitato Legge Deroghe Amato 1992. Quasi dimenticate in un cantuccio, con una vicenda molto simile a quella delle donne penalizzate dal congelamento della Legge Maroni che hanno dato vita al Comitato Opzione Donna, tornano a reclamare l'attenzione da parte del governo sulla loro condizione. Una soluzione per andare in pensione esiste come spiega la rete dei Comitati degli esodati e come più avanti illustrato.
L'interesse della senatrice Pezzopane
E' un salto di età anagrafica notevole quello che colpisce le donne riunite sotto la sigla della deroga alla legge Amato: si viaggia ormai intorno ai 14 anni con le modifiche in atto. Sulla questione delle donne rimaste senza tutele, e più in generale per gli oltre 50.000 esodati calcolati dalle tabelle dell'Inps, è intervenuta finora solo la proposta della senatrice Pezzopane che ha dichiarato alle rete degli esodati di aver preso l'impegno con altri senatori del suo stesso partito ( il Pd ) a predisporre un documento legislativo che sia in grado di avviare una settima risolutiva salvaguardia.
La proposta dei Comitati
Una proposta per sbloccare la questione delle "quindicenni" la ritroviamo stamane sul quotidiano on line "Moderati e Riformisti di Centro Sinistra"; sono gli stessi esodati ad avanzarla ai responsabili dell'esecutivo Renzi. Nel dettaglio si auspica l'applicazione delle regole esistenti prima del 4 dicembre 2011. Tutti coloro che si richiamano alla Legge Amato 503 del 1992 si sono già visti incrementare l'età pensionabile di 6 anni incluso il periodo di finestra di cui alla legge 122/2010. Si può consentire di andare in pensione al raggiungimento dei 60 anni di età per le donne e 65 per gli uomini, aggiungendo le finestre di 12 mesi per i dipendenti del settore pubblico e 18 per quelli del privato. E questo perché le donne in specie, approvando i nuovi criteri anagrafici della riforma delle pensioni, vengono ad essere penalizzate in modo inaccettabile e troppo pesante. Rischiano infatti di vedere allontanare la possibilità del trattamento pensionistico di ulteriori 4 anni.
(Leggi)


5 commenti:

  1. avanti con la SETTIMA SALVAGUARDIA !!!!ATTENDIAMO CON ANSIA!!!

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  2. MIA MOGLIE, QUASI 60 ANNI DI ETA' E 38 ANNI DI CONTRIBUTI, SE ADERISSE ALL' OPZIONE DONNA, PERCEPIREBBE 700 EURO DI PENSIONE, DATO GIA' VERIFICATO DAL PATRONATO.
    A QUESTO PUNTO STA VALUTANDO SE LAVORARE ANCORA 3 ANNI, OPPURE ACCETTARE LA PENALIZZAZIONE DEL 30%.
    ALLA FINE MI DOMANDO, SE UNA DONNA CON 38 ANNI DI CONTRIBUTI PERCIPERA' UNA PENSIONE DI 700 EURO, UNA "QUINDIDICENNE" NON POTRA' PRETENDERE PIU' DI 250 EURO.
    SARANNO POCHISSIMI, MA SONO ANCORA MENO 700 EURO DOPO 38 ANNI
    DI CONTRIBUTI

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    Risposte
    1. Sono in attesa di poter colloquiare con una "Quindicenne".

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    2. Una quindicenne prenderebbe la minima circa 504 euro lordi.....circa 450 netti.

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    3. Non mi interessa quanto prenderà una quindicenne, e non so fra quanti anni, ma dato che si battono per i loro diritti, vorrei capire e colloquiare con loro.
      PS. gli articoli, come quelli dei quota 96 sono inseriti nel vostro blog ma non vedo nessuno intervenire. Grazie

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