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giovedì 25 dicembre 2014

Quella colpevole assenza di dati sugli esodati

Quella colpevole assenza di dati sugli esodati
15.06.12
La vicenda degli esodati è frutto di una serie di errori. Soprattutto c’è stata una gravissima assenza di notizie: né l'’Inps, né il ministro hanno reso pubblici i dati sui lavoratori a vario titolo coinvolti in processi di ristrutturazione con pensionamento anticipato. Se lo avessero fatto per tempo, la riforma varata a novembre avrebbe potuto essere più flessibile sull’età di pensionamento e avrebbe potuto prevedere soluzioni che tenessero conto degli incentivi dei lavoratori ad andare in pensione come delle scelte dei datori di lavoro. La soluzione ancora possibile.
La vicenda degli esodati è frutto di una serie di errori, il più grave dei quali non ci sembra sia stato sin qui messo in luce: la gestione privata di informazioni pubbliche da parte del presidente dell’'Inps.
LA BATTAGLIA DEL PRESIDENTE
Da tempo denunciamo su questo sito come Antonio Mastrapasqua utilizzi a fini di battaglia politica i dati amministrativi raccolti dal suo istituto nell’esercizio delle sue funzioni. Ne ha il monopolio assoluto e, come abbiamo documentato, anziché renderli pubblici, li fornisce in modo del tutto inadeguato e li interpreta prestando il fianco a un loro uso politico. Diventano, questi dati, quasi un’arma di ricatto nei confronti della classe politica.
La legge assegna all’Inps il compito di fornire statistiche sulla copertura delle sue prestazioni assicurative. Da dieci anni Mastrapasqua ha anche firmato una convenzione con le maggiori università italiane per l’accesso ai dati dell’istituto, cosa che permetterebbe di ridurre quegli errori nel monitoraggio dei flussi verso il pensionamento che hanno dato luogo al problema degli esodati e che permetterebbe una valutazione indipendente degli effetti delle riforme di questi anni. Mastrapasqua non rispetta la convenzione che lui stesso ha firmato.
Più che una fuga di notizie, c’è stata una gravissima e inspiegabile assenza di notizie: né l’Inps, né il ministro hanno reso pubblici i dati sui lavoratori a vario titolo coinvolti in processi di ristrutturazione che prevedevano un pensionamento anticipato. Se lo avessero fatto per tempo, i limiti della riforma varata a novembre sarebbero emersi in tutta la loro rilevanza, sollecitando soluzioni che tenessero conto non solo degli incentivi dei lavoratori ad andare in pensione, ma anche delle scelte dei datori di lavoro. Si sarebbe potuto pensare a una riforma più flessibile quanto all’età di pensionamento onde tendere conto delle pressioni che vengono dal lato della domanda di lavoro.
LA SOLUZIONE C’È
Questa soluzione è tuttora possibile. Si basa su riduzioni attuariali delle pensioni per i lavoratori esodati o esodandi, pari circa al 2-3 per cento in meno per ogni anno precedente il raggiungimento della nuova età pensionabile. Al tempo stesso, bisognerebbe imporre ai datori di lavoro di continuare a versare per questi lavoratori i contributi sociali fino a quando questi maturano il diritto a una pensione piena. Chiaramente in questo quadro il datore di lavoro potrebbe anche optare per la reintegrazione dei lavoratori coinvolti e il lavoratore potrebbe cercare fonti di reddito alternative, tali da compensare la riduzione attuariale nella pensione, senza perdere il diritto a quest'’ultima.
(Leggi)

10 commenti:

  1. ORA CON IL NUOVO AVVENTO DI TITO BOERI ALLA
    PRESIDENZA INPS VENGA SUBITO LICENZIATO ANCHE
    IL VECCHIO DIRETTORE GENERALE MAURO NORI
    RESPONSABILE DELLA DISINFORMAZIONE GENERALE
    CHE HA COLLABORATO ALLA CAUSA DELLLO SFASCIO PREVIDENZIALE CON LA "RIFORMA" MONTI/FORNERO

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    1. Penso che fra tutti il Dr Nori sia stato quello fra i più collaborativi e sensibile al problema.

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    2. Pensi nella maniera molto ma molto sbagliata,
      Nori come Treu ha dichiarato dei falsi dati al
      governo riferito al superamento del problema
      "esodati" come concluso e meritano entrambi
      l'espulsione se non una apertura di indagine .


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  2. Boeri, Nori .... non sappiamo cosa. Troppa gente che va e che viene. Ognuno dice la sua. La verità è una: almeno 48.000 persone aspettano ancora la salvaguardia, e i politici nicchiano....

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    1. Del nuovo Presidente Inps Tito Boeri non sappiamo
      ancora come si comporterà (speriamo bene ), ma del vecchio Direttore Generale Mauro Nori, passato indenne dall'ex Mastrapasqua poi a Conti e infine con Treu ,
      conosciamo tutti bene i risultati operativi fuorvianti,
      ORA È GIUNTA PER LUI LA RESA DEI CONTI (GIUSTI) !

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  3. E chi a perso il posto di lavoro nel 2010 senza tutele perché lavorava nel commercio con meno di 50 dipendenti adesso si trova di non aver maturato i contributi per la pensione perché non ha avuto nessuna mobilità lunga come nelle grandi aziende... cosa deve fare di aspettare cosa che nessuno ha fatto niente per questi soggetti.
    Fate veramente schifo voi politici buoni a nulla! Renzi sa solo parlare e non aiuta nessuno tanto Lui che problemi ha vive in mondo dei privilegiati.

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    1. HAI PIENAMENTE RAGIONE, LO DIMOSTRA IL FATTO CHE RENZI NON SI E' VOLUTO ASSUMERE LA RESPONSABILITA' DI EQUIPARARE I DIPENDENTI PUBBLICI A QUELLI PRIVATI.
      VEDREMO ADESSO COME FINIRA' LA STORIA DEI 20.000 DIPENDENTI PROVINCIALI !
      PS DICONO LORO CHE SONO 20.000, MA SARANNO ALMENO 50.000.

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  4. Adesso aspettiamo Tito Boeri di che pasta è fatto, comunque sarebbe ora che chi ha un gruzzolo da parte come il montante contributivo non debba essere trattato come uno che va in Banca senza garanzie.... io avrei €600 mila di contributi INPS e mi trattano come fossi un disperato!!

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    1. Cosa vogliono dire 600.000 € di contributi inps !
      Io sono in pensione da 1 anno e percepisco 2000 € al mese.
      Se mi fossero mancati dei contributi, mi sarebbero costati 1500€ al mese.
      600.000 € di contributi in un intera vita lavorativa, per chi è andato in pensione con il sistema retributivo, equivalgono a poco più di 2.000 al mese; per chi ci andrà con il sistema contributivo, dovrà decurtare il tutto di un buon 30%.

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