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venerdì 27 febbraio 2015

Pensioni ed esodati: se ne è parlato a l'aria che tira

A L'Aria che tira, su LA7, si parla di pensioni ed esodati.
Ospiti della prima parte: Carla Cantone, Renata Polverini, Elsa Fornero, Jacopo Morelli e con l'intervento di Giuliano Colaci.
Se voi vederla, clicca qui

Proposte dei sindacati, quota 96 ed esodati

Pensione anticipata: novità sulle proposte dei sindacati, quota 96 ed esodati del 26/02
Le notizie del 26/02 vedono i sindacati lottare per la riforma pensioni, quota 96, esodati e contro la Legge Fornero.
Continua in maniera serrata il dibattito sulla prossima riforma pensioni Renzi: le novità più importanti di oggi 26/02 coinvolgono i sindacati che chiedono di essere ascoltati in materia di pensione anticipata, esodati e su una possibile abolizione della legge Fornero. Le ultime notizie di oggi 26 febbraio 2015: i maggiori sindacati nazionali Cgil, Uil e Cisl si stringono compatti sulla creazione di una nuova struttura pensionistica per settore pubblico e per il privato che dia maggiore flessibilità - come richiesto dal Governo Renzi - e regoli in modo egualitario l'uscita anticipata dal mondo del lavoro.
Riforma Pensioni 2015: le ultime novità sul piano comune della Cgil, Cisl e Uil
Il piano comune dei tre sindacati vorrebbe creare unico modello contrattuale che sia uguale per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico e privato. Tra le idee messe in discussione ci sarebbe un nuovo modello di pensione anticipata che prevederebbe l'uscita dal mondo del lavoro già al raggiungimento dei 60 anni di età o con 40/41 anni di contributi alle spalle. Inoltre tra i punti dell'intesa tra i tre sindacati ci sarebbe quello di fare leva comune sul Governo per riaprire il dibattito sulla vertenza degli esodati rimasti senza tutele e sulla possibile reintroduzione della pensione di anzianità.
Riforma Pensioni 2015: quota 96 della scuola potranno finalmente andare in pensione?
I quota 96 del comparto scuola potranno finalmente andare in pensione? Secondo la Circolare della Funzioni Pubblica N° 2/2015 si. Ma solo se hanno maturato il diritto alla pensione entro il termine del 31 dicembre 2011. Secondo la Circolare chi ha raggiunto entro quel termine i 65 anni utili per maturare il diritto può andare in pensione ovvero i quota 96 che hanno maturato entro dicembre del 2011. Le possibilità di calcolo per la quota 96 sono tante, ci potrebbe essere il caso del lavoratore che abbia raggiunto la quota con 60 anni di età anagrafica e con 36 anni di contributi versati oppure il lavoratore che ha raggiunto 61 anni di età e 35 anni di contributi, comunque, sul web ci sano delle tabelle che spiegano in modo dettagliato tutti i casi in cui si può rientrare nei parametri dell'ultima circolare del ministro Madia.

Anche la Lega appoggia una settima salvaguardia

Pensioni/Esodati, La Lega appoggia una settima salvaguardia
Giovedì, 26 Febbraio 2015 11:25
Scritto da Eleonora Accorsi
I parlamentari leghisti alla Camera Deputati intendono promuovere le richieste avanzate in questi mesi dai Comitati degli esodati presentando un apposito disegno di legge in materia.Tandem esodati Lega Nord per una settima salvaguardia. I parlamentari leghisti alla Camera Deputati intendono appoggiare le richieste avanzate in questi mesi dai Comitati degli esodati per l'approvazione di una settima e (probabilmente) definitiva tutela contro gli errori della legge Fornero del 2011.
Gli onorevoli Fedriga e Prataviera hanno dichiarato, infatti, che la Lega è pronta a promuovere un disegno di legge per estendere le tutele previste dalla legge 147/2014 sino al 2018 e ricomprendere i lavoratori esclusi attualmente dai benefici tra cui in particolare le quindicenni, gli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007, i lavoratori titolari del trattamento edile e la correzione delle Circolari Inps 35 e 37 del 14 marzo 2012 relative alla riduzione dei termini per la fruizione dell'opzione donna.
L'asse "Lega-esodati" potrebbe trovare una sponda anche negli altri partiti di opposizione, Idv-Sel e M5S che da tempo condividono le medesime battaglie. Del tutto insufficienti, del resto, appaiono le aperture della maggioranza che sostiene il Governo. Pietro Ichino, membro della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, intende, infatti, limitare un eventuale ulteriore intervento legislativo in materia in favore di casi circoscritti e residuali per i quali si stanno predisponendo delle apposite schede di "segnalazione", una sorta di censimento, sul sito del Senato. Una farsa secondo il M5S che denuncia come la vicenda esodati debba essere risolta immediatamente, prima ancora dell'avvio di una discussione sulla flessibilità in uscita "che riguarderà anche tutti i lavoratori licenziati dopo il 2012".
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Sacconi propone fascicolo elettronico e censimento esodati

sacconi-maurizioPensioni 2015, Sacconi propone il fascicolo elettronico e censimento esodati
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LE PROPOSTE DI SACCONI PER LA RIFORMA DELLE PENSIONI 2015 – In tema di riforma delle pensioni, Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, ha formulato delle proposte al Ministro Poletti che, sulla carta, farebbero aumentare il risparmio previdenziale e risolverebbero la questione dei lavoratori rimasti senza impiego e privi dei contributi sufficienti per potere andare in pensione. Le proposte consistono nell’incentivare l’azienda ad integrare i contributi previdenziali del lavoratore nel caso di uscita anticipata dal lavoro in presenza di un accordo tra le parti e di rendere più conveniente il riscatto della laurea.
LE PROPOSTE DI SACCONI PER LA RIFORMA DELLE PENSIONI 2015 – Inoltre Sacconi propone l’introduzione di una sorta di “fascicolo elettronico della vita attiva” che consentirebbe di monitorare il “conteggio previdenziale” allo scopo di invogliare il lavoratore ad incrementare il proprio monte contributivo. Per risolvere la questione degli esodati, Sacconi ha incaricato una commissione coordinata da Annamaria Parente (Pd) allo scopo di censire il numero complessivo degli esodati non ancora salvaguardati. E’ stato, dunque, predisposto un apposito modulo che sarà a breve disponibile online sul sito del Senato.
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INCA: «Troppe domande respinte»

 Pensioni
«Esodati, troppe domande respinte»
L'Inca: tante domande di ammissione, al beneficio della "sesta salvaguardia" per gli esodati, vengono respinte dalle Direzioni territoriali del lavoro. "Accogliere tutte le domande. E poi serve una norma per risolvere i problemi della riforma Fornero"
Tante domande di ammissione, al beneficio della "sesta salvaguardia" per gli esodati, vengono respinte dalle Direzioni territoriali del lavoro. E' l'allarme che è arrivato dall'Inca Cgil. "Chiediamo al Ministero di accogliere tutte le domande che, sulla base di una legislazione generica, a buon diritto, sono state presentate", ha affermato il patronato. 
Il tema degli esodati, cioè di coloro che, dopo la legge di riforma Fornero del 2011, si sono trovati improvvisamente nella condizione di non poter andare più in pensione e di trovarsi nella condizione incresciosa di non avere né stipendio né pensione è conosciuto e seguito dal Patronato Inca che ha accompagnato gli aspiranti pensionati a districarsi tra le norme delle 'sei salvaguardie' fin qui emanate dal Governo dal 2012 ad oggi.
“L’ultima salvaguardia in ordine di tempo – commenta - risale al novembre scorso e le domande di tutti coloro che avevano un potenziale diritto, secondo i requisiti individuati, sono state inviate alle Direzioni territoriali del lavoro e all’Inps, nei termini prescritti e cioè entro il 5 gennaio 2015”.
“Negli ultimi tempi sono intervenute purtroppo alcune novità negative riguardanti i lavoratori e le lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato a cui erano state riservate 4.000 posizioni da salvaguardare. Ricordiamo – sottolinea l’Inca - che le ultime salvaguardie sono state costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali in relazione a stanziamenti economici predeterminati”.
“Nelle scorse settimane le Direzioni Territoriali del Lavoro, emanazioni locali del Ministero del Lavoro, hanno cominciato, fuori tempo massimo, - continua l’Inca Cgil - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari di contratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati, respingendone le domane, che in alcuni casi avevano già avuto l’approvazione”.
“Abbiamo portato all’attenzione dell’Inps il grave comportamento delle sedi decentrate del Ministero e riteniamo che la posizione del Governo sia pretestuosa e finalizzata alla solo alla riduzione del numero degli aventi diritto, dopo aver ingenerato speranze e attese per il riconoscimento di diritti previdenziali.  Questo ennesimo calvario cui vengono sottoposti gli esodati – sottolinea il patronato Inca -  ci consolida nella nostra convinzione che la soluzione dovrebbe essere individuata in una norma generale che risolva una volta per tutte i problemi creati dalla legge Fornero. Nel frattempo chiediamo al Ministero di accogliere tutte le domande che, sulla base di una legislazione generica, a buon diritto, sono state presentate. Il Patronato Inca continuerà a tutelare gli interessi individuali di tutti gli esodati fino alla soluzione generale del problema”. 
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giovedì 26 febbraio 2015

Riforma pensioni: i temi

Pensioni: Poletti, Damiano e Sacconi riguardo alle flessibilità, quota 100 e opzione donna
Pensioni: Poletti, Damiano e Sacconi riguardo a flessibilità, Quota 100 e Opzione Donna24 febbraio 2014
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti prosegue nel suo lavoro di ascolto e approfondimento per definire le modifiche alla Legge Fornero, arrivando entro la fine di marzo a mettere in campo una Riforma pensioni 2015. Il Governo tiene aperto il cantiere della previdenza per riuscire a far andare in pensione prima dei 42 anni e mezzo di contributi i tanti che rimangono senza lavoro, introducendo la flessibilità necessaria sia ai lavoratori in situazioni critiche che ad imprese più competitive.
Flessibilità in uscita
Per il presidente della Commissione Lavoro al Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), la riforma pensioni del governo Renzi potrebbe quindi muoversi in questa direzione: l’età pensionabile andrebbe suddivisa a scaglioni sia per non tenere in ostaggio dei lavoratori che hanno già maturato i requisiti per le loro pensioni (dal punto di vista del 42 anni e mezzo di contributi), sia per non correre rischi dal punto di vista della tenuta sociale. Molti lavoratori anziani rischiano infatti di ritrovarsi sia senza lavoro che senza pensioni.
Con un’età pensionabile più flessibile, il riscatto della laurea sarebbe più conveniente, si potrebbero invogliare le aziende a occuparsi delle integrazioni necessarie ai contributi previdenziali e, grazie al risparmio previdenziale, l’importo delle pensioni potrebbe aumentare.
Busta arancione
In aggiunta la misura dovrebbe essere accompagnata da una serie di incentivi: da una parte per le aziende, che dovrebbero farsi carico dei contributi previdenziali dei lavoratori con cui si accordano per un’uscita anticipata; dall’altra per i lavoratori, che potrebbero riscattare gli anni universitari e accumulare così altri anni di contribuzione; infine dalla pubblicazione di un “fascicolo elettronico della vita attiva” con cui i lavoratori dovrebbero tenere sotto controllo la propria situazione contributiva e, se necessario, intervenire ricorrendo alla previdenza integrativa.
Quota 100
Intanto Quota 100 è stata accolta con entusiasmo dal Presidente della sinistra Pd della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ma non sono mancate le critiche che evidenziano i limiti del sistema pensionistico italiano. La soluzione per andare in pensione anticipata con Quota 100 potrebbe essere fornita dall’abolizione del limite di età: sono sempre più numerosi i lavoratori che ritengono doveroso da parte del Governo il riconoscimento dei requisiti maturati con quota 100, anche se non è stato raggiunto il limite soglia dell’età. “Il concetto della Quota 100 Pensioni potrebbe essere un apprezzabile strumento di flessibilità che reintrodurrebbe la possibilità di accedere al pensionamento con già 40/41 anni di contributi e 60 anni di età”.
Dalla proposta si evince comunque che le combinazioni possono essere diverse poiché tiene giustamente conto delle condizioni eterogenee dei lavoratori. Non bisogna infatti dimenticare la ‘faticosità’ del lavoro determinata oltre che dall’aumento dell’età pensionabile, anche dall’oggettivo esercizio di attività particolarmente faticose e pesanti, per le quali i lavoratori autonomi non sono stati mai presi in considerazione. È anche per questo che riteniamo condivisibile questa proposta di flessibilità: è comunque un’opportunità per i lavoratori autonomi rimasti esclusi da altri interventi. Ecco perché anche la soluzione di ripristinare la Quota 100 Pensioni anticipata potrebbe essere fattibile con la possibilità di accedere al pensionamento al raggiungimento di combinazioni derivanti dalla somma di età e contributi”.
Purtroppo le ultime notizie Quota 100 non confermano ancora nessuna approvazione della proposta, al momento, infatti, le priorità del Governo continuano a riguardare altre problematiche che pongono in secondo piano la Riforma Pensioni di Renzi.
Opzione Donna
Sempre il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) punterebbe inoltre a far passare anche la cosiddetta “opzione donna” e, insieme alla deputata Marialuisa Gnecchi starebbero studiando un nuovo intervento. Il problema principale riguarda come sempre la copertura economica….
Dunque, le variabili da cui dipende la messa a punto di un sistema previdenziale che offre maggiori certezze dell’attuale sono quindi diverse: dal reperimento delle risorse economiche alla volontà della politica, dagli equilibri europei alla maturazione dei ‘tempi giusti’. Arriveranno?
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mercoledì 25 febbraio 2015

Denunce della CGIL su domande esodati

Riforma pensioni, nuove denunce della CGIL su domande esodati e fondi pensione
Secondo il patronato Inca diretto da Morena Piccili a molti esodati sono già state 'respinte le domande'
Un "problema sociale" che rischia di esplodere se non si interviene in tempo. Lo ha detto in più modi e a più riprese, nei giorni scorsi, il ministro del Lavoro Giuliano Polettiparlando della riforma pensioni Fornero che l'esecutivo, guidato dal premier Matteo Renzi, ha intenzione di modificare per introdurre nel sistema previdenziale nuove forme di pensione anticipata.
Riforma pensioni, Inca Cgil denuncia problemi con domande per salvaguardia esodati
Bisogna intervenire per modificare la legge Fornero "a partire dalle situazioni socialmente più difficili", ha sottolineato Poletti facendo riferimento al problema degli esodati, rimasti senza lavoro e senza pensioni e beffati con ben sei salvaguardie provvisorie che si prorogano, ma non per tutti, dal 2012 a oggi attraversando i governo Monti, Letta e Renzi. Tra le ultime notizie di oggi dal mondo pensioni proprio i problemi legati alle domande dei salvaguardati che vengono denunciati dalla Inca Cgil secondo cui "le Direzioni territoriali del Lavoro hanno cominciato fuori tempo massimo - si legge in una nota stampa del sindacato - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari dicontratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati". Secondo il patronato della Cgil diretto da Morena Piccinini a molti esodati che chiedono di poter usufruire della sesta salvaguardia del Governo Renzi, sono già state "respinte le domande che in alcuni casi avevano già avuto l'approvazione". La questione coinvolgerebbe almeno quattromila lavoratori e lavoratrici con contratto a tempo determinato che avrebbero diritto a "posizioni salvaguardate".
L'Inca Cgil ha sollecitato all'Inps, diretta del neo presidente Tito Boeri, di controllare il "comportamento" delle sedi decentrate del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sulle domande degli esodati. Il patronato della Cgil diSusanna Camusso attacca il Governo Renzi perché sulla questione assumerebbe una posizione "pretestuosa" con l'obiettivo, secondo la Inca Cgil, di ridurre il numero dei lavoratori "bastonati" dalla Fornero che ora avrebbero diritto alla sesta salvaguardia, seppur temporanea. "L'ennesimo calvario cui vengono sottoposti gli esodati", denuncia l'Inca sollecitando una riforma pensioni 2015 con più flessibilità in uscita per la pensione anticipata che risolva "una volta per tutte i problemi creati dalla legge Fornero". Al ministro Poletti l'istituto confederale di assistenza del "sindacato rosso" - presente in Italia, ma anche nei Paesi dove per via dell'emigrazione è nutrita la presenza di italiani come Canada, Germania, Francia, Svizzera per citarne alcuni - chiede di accogliere tutte le domande di salvaguardia presentate dagli esodati.
Ddl concorrenza, Cgil: portabilità su fondi pensione regalo a banche
Intanto, a proposito di riforma pensioni e "derivati", dopo le critiche della Cisl diAnnamaria Furlan e della Uil di Carmelo Barbagallo, arrivano anche le critiche della Cgil alla nuova norma sulla portabilità di alcuni contributi previdenziali prevista nel disegno di legge sul mercato e la concorrenza presentato dal ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi. "La norma sulla portabilità dei fondi pensione prevista nel ddl concorrenza - ha dichiarato Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, commentando una delle misure contenute nel ddl varato dal Cdm di venerdì scorso - indebolirebbe ulteriormente la previdenza complementare. Chiediamo al Parlamento - ha sottolineato - di opporsi".

CGIL e CISL su proposte anticipata e quota 100

Pensioni 2015, ultime news al 25/02 da CGIL e CISL su proposte anticipata e quota 100
Arrivano nuove dichiarazioni dai sindacati sulle pensioni anticipate e sul rispetto dei diritti previdenziali.
Il Segretario Generale della Cisl Annamaria Furlan è intervenuta a margine di un convegno Filca, per rilanciare l'idea di una "controriforma della legge Fornero, partendo da una piattaforma comune di tutti i sindacati". Dopo le recenti aperture del Ministro del lavoro Giuliano Poletti, che ha spiegato di voler riaprire il cantiere della previdenza nel più breve tempo possibile, sebbene al momento non sia possibile ipotizzare delle date certe. Anche sul metodo da seguire resta ancora grande incertezza: l'esecutivo ha compreso l'importanza di introdurre uno strumento normativo flessibile che permetta l'uscita da lavoro anche a coloro che vivono situazioni di disagio, ma non sembra ancora avere le idee chiare su come portare avanti questo intento. Il problema resta ancora una volta quello della tenuta dei conti pubblici, visto che qualsiasi tipo di riforma delle pensioni deve essere fatto a parità di saldi; una sfida che l'Inps potrebbe vincere attraverso il ricalcolo contributivo di una parte delle pensioni retributive più elevate, nonché altre iniziative di solidarietà intergenerazionale.

Pensioni anticipate, la Cisl studia il sistema delle quote: Quota 100 resta soluzione migliore?
Dal punto di vista della modalità operativa con cui portare avanti quella che la Cisl chiama "la controriforma" del sistema pensionistico, l'idea condivisa da Annamaria Furlan consiste nel "ripristinare la flessibilità in uscita, anche ad esempio con le quote, partendo dal presupposto che i lavori non sono tutti uguali". Il sindacato ritiene infatti che alcune persone non possano aspettare gli attuali requisiti anagrafici, che si attestano sul livello dei 66 o 67 anni di età. D'altra parte, ilsistema delle quote dovrebbe riuscire a garantire la giusta flessibilità, visto che permette la quiescenza unendo l'età con gli anni di contribuzione. Ad esempio, con la Quota 100 proposta più volte dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, sarebbe possibile ottenere la quiescenza già con 60 anni di età e 40 anni di versamenti, oppure con 61 anni di età e 39 di contribuzione, e così via.

Cgil Inca torna sul tema dei lavoratori disagiati: novità negative
Nel frattempo è tornato sul capitolo delle pensioni anche il patronato Inca, che ha criticato le ultime salvaguardie in favore dei lavoratori esodati, perché a suo dire sarebbero state "costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali". In una recente nota, gli addetti all'assistenza previdenziale della Cgil sottolineano come alcuni lavoratori con contratti a termine si siano visti respingere le domande a causa della burocrazia. A tal proposito hanno inviato una specifica segnalazione all'esecutivo, chiedendo non solo di accogliere tutte le domande di salvaguardia presentate, ma anche di introdurre finalmente una norma generale utile a risolvere definitivamente i problemi creatisi con la legge Fornero.

Cgil-Cisl: autonomi e atipici restano senza salvaguardie

Esodati, Cgil-Cisl: autonomi e atipici restano fuori dalle salvaguardie
Moltissime domande di ammissione al beneficio della sesta salvaguardia continuano ad essere respinte da parte delle Direzioni territoriali del Lavoro. E' quanto commenta una nota diffusa oggi dal Patronato Inca della Cgil. “L’ultima salvaguardia in ordine di tempo risale al novembre scorso (legge 147/2014, ndr) e le domande di tutti coloro che avevano un potenziale diritto, secondo i requisiti individuati, sono state inviate alle Direzioni territoriali del lavoro e all’Inps, nei termini prescritti e cioè entro il 5 gennaio 2015”.
“Negli ultimi tempi sono intervenute purtroppo alcune novità negative riguardanti i lavoratori e le lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato a cui erano state riservate 4.000 posizioni da salvaguardare. Le ultime salvaguardie sono state costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali in relazione a stanziamenti economici predeterminati”.
“Nelle scorse settimane le  Direzioni Territoriali del Lavoro, emanazioni locali del Ministero del Lavoro, hanno cominciato, fuori tempo massimo, - continua l’Inca Cgil - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari di contratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati, respingendone le domane, che in alcuni casi avevano già avuto l’approvazione”.
“Abbiamo portato all’attenzione dell’Inps il grave comportamento delle sedi decentrate del Ministero e riteniamo che la posizione del Governo sia pretestuosa e finalizzata alla solo alla riduzione del numero degli aventi diritto, dopo aver ingenerato speranze e attese per il riconoscimento di diritti previdenziali" sostengono dall'Inca.
Nei giorni scorsi c'è stata anche una dura presa di posizione da parte della Cisl che ha denunciato al Governo come le salvaguardie abbiano trascurato del tutto il tema dei lavoratori autonomi e parasubordinati: "la salvaguardia interessa, prevalentemente, solo i lavoratori dipendenti. Sono stati tralasciati del tutto i lavoratori autonomi, i lavoratori a progetto e coloro che seppur subordinati, erano impiegati con contratti di lavoro precario, in primis i somministrati. Ci sono decine di migliaia di lavoratori che si sono visti respingere l'istanza di accesso al beneficio" ricorda la Cisl.
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Si attende la settima salvaguardia

Ultime pensioni 2015: esodati, si attende la settima salvaguardia
Domenico Ferlita
Pubblicato il 23 febbraio 2015
Il decreto Milleproroghe ha avuto il via libera. Anche questa volta i famosi esodati sono rimasti esclusi nelle nuove misure. Il buco lasciato dalla Riforma Fornero è davvero enorme e molti lavoratori che hanno perso il lavoro, non hanno avuto la possibilità di accedere al pensionamento a causa dell'allungamento dell'età pensionabile. Come se non bastasse, la nuova Legge di Stabilità entrata in vigore il primo gennaio 2015, non ha introdotto nessun provvedimento per quanto riguarda questa categoria rimasta vittima della precedente riforma dell'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.
Anche il decreto Milleproroghe non ha provveduto ad introdurre delle misure adeguate alle esigenze degli esodati, deludendo ancora una volta le aspettative di migliaia e migliaia di lavoratori che ormai da anni sono alle prese con le dure norme Fornero. Sulla questione, interviene la minoranza del Partito Democratico che chiede al Governo un settimo provvedimento di salvaguardia.
In totale sono sei le misura di salvaguardia approvate finora volte a garantire una tutela previdenziale a migliaia di esodati, per i quali l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, sta già provvedendo ad inviare le relative certificazioni. Ma le sei misure di tutela attuate, nonostante siano state la soluzione per circa 170 mila esodati, non bastano ancora. È questo il motivo che spinge gli esponenti del Pd Maria Luisa Gnecchi ed il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano ad incalzare il Governo per un settimo provvedimento di salvaguardia al fine di assicurare a molti lavoratori, facenti parte della grande cerchia degli esodati, una copertura previdenziale.
Stando a quanto riferito dal quotidiano "Urban Post", il costo sostenuto dallo Stato per le sei misure di salvaguardia è stimato in 11,6 miliardi di euro. Una cifra enorme che è risultata estremamente utile visto che ha garantito una copertura pensionistica a migliaia di lavoratori. Secondo il sindacato della Cgil, però, altrettanti esodati necessitano urgentemente di apposita tutela.

domenica 22 febbraio 2015

Si lavora alla settima salvaguardia


Riforma pensioni 2015 ultime novità: esodati dovrebbe arrivare la settima salvaguardia
Pubblicato il
Maria Concetta Distefano
Nel decreto milleproroghe non sono state inserite le misure richieste da più parti per gli esodati rimasti senza stipendio e pensione. I deputati della minoranza del Pd sono impegnati a chiedere al Governo il settimo provvedimento di salvaguardia per questi lavoratori
Nel decreto legge Milleproroghe appena definitivamente convertito c’è una buona notizia per i lavoratori con partita Iva iscritti unicamente alla gestione separata.i loro contributi previdenziali tornano ad avere l’aliquota al 27,72% contro l’attuale 30, 72%. Mentre il Governo non ha voluto inserire nel testo il settimo provvedimento di salvaguardia per gli “esodati”, cioè quei lavoratori che erano in quiescienza prima della legge Fornero che ha alzato lo scalone del limite di età e li ha lasciati senza né stipendio né pensione. I provvedimenti per trovare una soluzione per questi lavoratori rimasti senza reddito finora ne hanno messo in sicurezza circa 170 mila, con una spesa stimata di 11,6 miliardi di euro.
La Cgil calcola che ancora almeno altrettanti sono rimasti senza tutela. Per loro l’unica misura è il sostegno al reddito introdotto con l’Asdi che scatterà solo per chi ha perso il lavoro dal primo maggio 2015, un assegno che sarà erogato in favore di coloro che sono rimasti privi di occupazione e versano in condizione economica di bisogno e che hanno usufruito per intero dell’altro ammortizzatore sociale, la Naspi fino al 31 dicembre 2015. questi soggetti riceveranno per sei mesi un’indennità pari al 75% della Naspi percepita prima, equivalente però al massimo all’importo dell’assegno sociale, circa 448 euro mensili.
I deputati Maria Luisa Gnecchi e Cesare Damiano assieme a tutta la minoranza del Pd si stanno prodigando per coloro che dopo la Riforma Fornero fatta col Governo Monti sono rimasti e ancora potranno rimanere senza reddito. L’obiettivo comune è di arrivare ad un settimo provvedimento di salvaguardia, questa volta recepito dal governo Renzi.
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