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venerdì 27 febbraio 2015

INCA: «Troppe domande respinte»

 Pensioni
«Esodati, troppe domande respinte»
L'Inca: tante domande di ammissione, al beneficio della "sesta salvaguardia" per gli esodati, vengono respinte dalle Direzioni territoriali del lavoro. "Accogliere tutte le domande. E poi serve una norma per risolvere i problemi della riforma Fornero"
Tante domande di ammissione, al beneficio della "sesta salvaguardia" per gli esodati, vengono respinte dalle Direzioni territoriali del lavoro. E' l'allarme che è arrivato dall'Inca Cgil. "Chiediamo al Ministero di accogliere tutte le domande che, sulla base di una legislazione generica, a buon diritto, sono state presentate", ha affermato il patronato. 
Il tema degli esodati, cioè di coloro che, dopo la legge di riforma Fornero del 2011, si sono trovati improvvisamente nella condizione di non poter andare più in pensione e di trovarsi nella condizione incresciosa di non avere né stipendio né pensione è conosciuto e seguito dal Patronato Inca che ha accompagnato gli aspiranti pensionati a districarsi tra le norme delle 'sei salvaguardie' fin qui emanate dal Governo dal 2012 ad oggi.
“L’ultima salvaguardia in ordine di tempo – commenta - risale al novembre scorso e le domande di tutti coloro che avevano un potenziale diritto, secondo i requisiti individuati, sono state inviate alle Direzioni territoriali del lavoro e all’Inps, nei termini prescritti e cioè entro il 5 gennaio 2015”.
“Negli ultimi tempi sono intervenute purtroppo alcune novità negative riguardanti i lavoratori e le lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato a cui erano state riservate 4.000 posizioni da salvaguardare. Ricordiamo – sottolinea l’Inca - che le ultime salvaguardie sono state costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali in relazione a stanziamenti economici predeterminati”.
“Nelle scorse settimane le Direzioni Territoriali del Lavoro, emanazioni locali del Ministero del Lavoro, hanno cominciato, fuori tempo massimo, - continua l’Inca Cgil - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari di contratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati, respingendone le domane, che in alcuni casi avevano già avuto l’approvazione”.
“Abbiamo portato all’attenzione dell’Inps il grave comportamento delle sedi decentrate del Ministero e riteniamo che la posizione del Governo sia pretestuosa e finalizzata alla solo alla riduzione del numero degli aventi diritto, dopo aver ingenerato speranze e attese per il riconoscimento di diritti previdenziali.  Questo ennesimo calvario cui vengono sottoposti gli esodati – sottolinea il patronato Inca -  ci consolida nella nostra convinzione che la soluzione dovrebbe essere individuata in una norma generale che risolva una volta per tutte i problemi creati dalla legge Fornero. Nel frattempo chiediamo al Ministero di accogliere tutte le domande che, sulla base di una legislazione generica, a buon diritto, sono state presentate. Il Patronato Inca continuerà a tutelare gli interessi individuali di tutti gli esodati fino alla soluzione generale del problema”. 
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