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giovedì 12 marzo 2015

Breve resoconto dell'audizione in sottocommissione esodati al Senato

BREVISSIMO RESOCONTO DELL'AUDIZIONE DELLA RETE DEI COMITATI DEGLI ESODATI IN SOTTOCOMMISSIONE ESODATI DEL SENATO.
Con rinvio alle ore 14 dalle 8,30 previste siamo stati auditi ufficialmente (per la prima volta in questi 3 anni) dalla Sottocommissione della Commissione Lavoro del Senato per l'argomento "Indagine sul tema "esodati". Per i 5 componenti della delegazione della Rete dei Comitati (TUTTI non salvaguardati per dimostrare loro, con la loro testimonianza, che dietro ai numeri degli esodati ci sono persone e famiglie danneggiata dall'infame manovra) che abbiamo scelto non era certamente solo quello ma quanto abbiamo loro illustrato puntualmente ed esaurientemente con il documento (condiviso da tutti i 14 Comitati affiliati alla Rete) che vi allego e che, unitamente a tutti i 6 allegati, sarà postato sul sito del Senato dedicato alla Commissione Lavoro. Tutto il nostro intervento è stato mirato a chiarire chi siamo (non solo esodati con accordi ma anche tanti altri senza alcun accordo e tanti con accordi non soltanto in sede governativa ma anche territoriale) e cosa rivendichiamo incentrando le nostre argomentazioni sul DIRITTO derubato e sul PATTO CON LO STATO che deve essere ripristinato. Abbiamo illustrato chiaramente quale 7' salvaguardia deve essere approvata urgentemente pur coscienti di quella che presenteranno e che sosterremo in quanto ulteriore passo verso la soluzione per TUTTI del dramma che viviamo da 3 anni convincendoli che non ci fermeremo fino a quando l'ultimo degli esodati non sarà salvaguardato, Abbiamo ottenuto ascolto e condivisione da gran parte dei nostri interlocutori (con una sola eccezione...e potrete immaginare il suo nome) Ci siamo permessi di sottolineare anche gli aspetti psicologici, umani e sanitari che l'emergenza sociale esodati ha provocato in questi 3 anni. Sulle nostre argomentazioni giuridiche sul diritto costituzionale leso un solo senatore si è permesso di tentare di contraddirci affermando che il nostro diritto alla pensione non lo si può considerare acquisito. Circostanza che ha costretto qualcuno di noi, con veemenza e durezza a fare l'esempio fra chi matura il diritto al vitalizio dopo 3 giorni passati nelle aule parlamentari e chi ha duramente lavorato dai 35 ai 40 anni e se lo vede sottratto da una manovra finanziaria di bilancio. Gran parte dei nostri interlocutori hanno convenuto con noi sulla esigenza di lavorare ad uno o più provvedimenti che, possibilmente entro l'anno in corso, risolvano alla radice il problema.http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_11032015_1742_486976837.html
Sulla "indagine conoscitiva" non siamo riusciti nel nostro obbiettivo (onestamente velleitario) di farli desistere (in quanto erano tutti ben determinati a farlo) ma siamo riusciti a limitarne alcuni deleteri aspetti ottenendo che tutta la parte dell'indagine attinente agli aspetti reddituali degli "esodati" divenisse facoltativa e non obbligatoria e convincendo numerosi senatori (uno sempre escluso) a stralciarla proprio dal questionario.
E' stata una importante occasione per continuare il lavoro di semina che la Rete svolge da tempo con l'auspicio di raccogliere presto i frutti.
Un ringraziamento particolare lo riservo ai colleghi Daniele Martella (invitato in delegazione dalla presidente Parente) Fabio Cerruti, Doriana Fiorani e Giuseppe Esposito per i loro determinanti interventi che, partendo dai loro casi personali, hanno illustrato tutte le casistiche dei non salvaguardati ed intervenendo poi con efficacia nel dibattito sugli aspetti del diritto e sulla rilevazione reddituale dell'indagine.
Mi riservo di postarvi il resoconto completo nei prossimi giorni non appena lo avremo redatto e condiviso fra i 5 componenti la delegazione.
Chiedo scusa a coloro cui non risponderò in chat (siete troppi) che mi chiedevano notizie limitandole per ora a questo breve resoconto.
F.F.
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1 commento:

  1. Un ringraziamento per tutto quello che state facendo per noi, che da tre anni viviamo questo incubo.

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