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domenica 31 maggio 2015

Ricapitolando.

Rilanciamo un post di Giuliano su FB
Ricapitolando... 
La settima salvaguardia presentata dall'On. Gnecchi ed in attesa di essere incardinata è per 26.000 persone e non per 49.500. Chiaramente e non per ultimo proprio la sera della presentazione del libro ESODATI, è stato fatto appello per l'ennesima volta alla politica presente (tra cui la Gnecchi) ed al sindacato di spingere per l'inserimento totale di tutti in settima salvaguardia.
Tale opera di convincimento è già in atto da tutti e dico tutti i comitati.
Bisogna poi ricordarsi che non sappiamo quanto veri siano quei numeri e che dopo il 6/1/2019 rimarrà comunque fuori la coda di postali che vanno salvaguardati.
La strada delle salvaguardie anno per anno ha dato dei risultati ottimi ,anche perchè quando si è partiti con la prima salvaguardia di 65.000,la Fornero pensava di aver risolto il problema, poi invece ci sono state tutte le altre lotterie che comunque hanno dato la salvaguardia a 172.000 persone. Siccome adesso la situazione è diversa almeno nei numeri dati dall'Inps( se sono veri questo non lo sa nessuno),e visto che i risparmi delle precedenti salvaguardie potrebbero essere sufficienti per chiudere la partita CI stiamo muovendo affinché questo calvario venga definitivamente chiuso, senza però mettere in repentaglio la settima per 26.000 unità.Non possiamo sapere cosa ha in mente il governo e come intende intervenire e se la legge di stabilità sarà l'ultimo baluardo . Una cosa è certa, nel nostro piccolo non accetteremo mai un intervento assistenziale, tanto meno molleremo la lotta finché ci saranno gli esodati (veri).
Però una cosa sia ben chiara, se alla prossima chiamata per un presidio si presenteranno nuovamente 100 persone di cui il 70-80% sono persone salvaguardate ed il restante 20% persone non salvaguardate ebbene vuol dire che la tomba i non salvaguardati se la stanno scavando da soli.

Lettera a Il Messaggero

L'atteggiamento de "Il Messaggero" stigmatizzato in una letteraLa lettera spedita al Messaggero e ad alcune testate giornalistiche e televisive. Vi invito a fare altrettanto in segno di protesta nei confronti di un giornale che si prende le sovvenzioni dallo stato e che in piccolissima parte pagano anche gli esodati.
ladenuncia@ilmessaggero.it - redazioneweb@ilmessaggero.it
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Buongiorno. 
Ieri gli esodati hanno manifestato presso la sede Inps e presso il ministero del lavoro in via veneto, tale manifestazione per sollecitare la chiusura del caso esodati, che dopo 4 vergognosi anni ancora il governo non riesce a porre fine.
Avevamo chiesto ad alcune testate giornalistiche della carta stampata di essere ricevuti per esporre loro le nostre preoccupazioni e nella speranza di avere un piccolo spazio e visibilità, fra queste ci stava il messaggero, scelto anche per la vicinanza alla manifestazione (via del Tritone). Alcune testate ci hanno ricevuto,qualcun'altra non ci ha risposto. Però dal Messaggero avremmo preferito non avere nessuna risposta, invece non ci hanno ricevuto dandoci come risposta: ci dispiace non vi riceviamo in quanto gli esodati non sono di nostro interesse. Ora io capisco che ci sono testate che sono di parte , però come si fa a dare una risposta del genere a persone di 60 anni che ancora non hanno avuto una risposta dal governo e che dopo 4 anni vivono nell'incertezza di sapere se devono vivere o morire, che si recano presso la redazione di un giornale per chiedere aiuto e ricevere una risposta INDEGNA del genere. Una risposta che di umano non ha nulla, come dire potete pure morire a noi non interessa nulla. Denuncio questo ignobile fatto, nella speranza che la redazione del Messaggero si ravveda e riceva quanto prima una delegazione di esodati, che con le loro tasse contribuiscono in piccolissima parte al pagamento delle sovvenzioni che vanno ai giornali, di cui anche al Messaggero.
Cordiali saluti a tutti 

Giuliano Colaci

Resoconto sommario della mobilitazione del 28-5-2015

RESOCONTO SOMMARIO DELLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE DI IERI 28 MAGGIO.
La Rete dei Comitati aveva indetto per il 28 un presidio a Roma per sollecitare la 7' salvaguardia per gli almeno 49.500 non salvaguardati al 2018.
Eravamo i soliti 4 gatti ma ben determinati e motivati a farci sentire ed ascoltare dai nostri interlocutori che abbiamo costretto (con la nostra presenza ed il nostro impegno) a riceverci.
Dopo numerosi contatti e pressioni telefoniche (ringrazio in particolare Pasquale Di Pasquale insieme al quale si è riusciti ad ottenere l'incontro all'INPS) ma, sopratutto, per la qualificata presenza di quei fantastici, motivati e rumorosi 4 gatti, siamo stati ricevuti dal Direttore Generale dell'INPS CIOFFI e dal Dr. Antonello CRUDO. A loro con la nostra delegazione (Daniele Martella, Elide Alboni, Pasquale De Pasquale e Giuseppe Esposito) abbiamo rivolto un pressante e forte appello affinché l'INPS provveda a chiudere sollecitamente la rendicontazione delle 6 salvaguardie approvate al fine di dare immediate risposte ai colleghi salvaguardati che attendono ancora la certificazione e, sopratutto, al fine di quantificare con maggior esatezza i residui del Fondo Esodati indispensabili per finanziare la 7' salvaguardia la proposta della quale è pericolosamente ferma in Commissione Lavoro alla Camera. Dai vertici tecnici dell'INPS abbiamo ottenuto piena condivisione delle nostre denunce, piena consapevolezza della drammaticità del problema degli "esodati non salvaguardati" e piena collaborazione ed impegno a rispondere sollecitamente alle nostre richieste. Nell'incontro sono comunque emerse alcune criticità che impediscono la rendicontazione definitiva delle 6 salvaguardie causate anche da alcune responsabilità del Ministero del Lavoro relativamente alle categorie salvaguardate degli esodati agricoli e quelli beneficiari della legge 104. Al termine dell'incontro TUTTI i presenti hanno deciso che era necessario spostarci immediatamente al Ministero del Lavoro per chiedere conto di tali ritardi e sollecitare risposte concrete sulla 7' salvaguardia. Dopo concitate trattative con le forze dell'ordine (il presidio al Ministero del Lavoro non si poteva fare perchèénon autorizzato come quello all'Inps) e con il Ministero del Lavoro (ringrazio gli amici romani Daniele Martella, Giuliano Colaci e Sandro Faraoni che hanno gestito brillantemente i rapporti con le forze dell'ordine ) ci siamo spostati al Ministero del Lavoro ottenendo un incontro con il Capo di Gabinetto del Ministro Dr. Caso ed il Capo della Segreteria Tecnica Busacca. I due più stretti collaboratori del Ministro hanno risposto alle contestazioni e sollecitazioni della nostra delegazione (formata anche da Giuseppe Esposito e Fabio Cerruti) con confortante spirito collaborativo riconoscendo i ritardi nella preparazione degli atti propedeutici alla 7' salvaguardia e dimostrando che il Ministero intende sostenere un settimo provvedimento di salvaguardia. Ritardi giustificati dagli urgenti adempimenti che il Ministero ha dovuto adottare in conseguenza alla ben nota sentenza della Corte sulla indicizzazione delle pensioni. I due collaboratori del Ministro (in nome e per conto del quale ci hanno parlato) ci hanno assicurato che nelle prossime settimane cercheranno di recuperare i ritardi accumulati procedendo alla attenta verfica dei risparmi emergenti dalle 6 salvaguardie e destinati al Fondo Esodati (sottolineandoci che non sarà intaccato per altri fini ma esclusivamente per la salvaguardia degli "esodati"). Gli impegni verso un nuovo provvedimento sono stati confermati e ci si è dati appuntamento per un nuovo incontro nella seconda metà del mese di giugno per fare il punto della situazione. Successivamente, come da programma della giornata, ci siamo divisi in due gruppi per raggiungere le sedi di alcuni quotidiani per sollecitare la loro attenzione verso il dramma degli "esodati". Un gruppo ha raggiunto la sede del Messaggero senza ottenere la loro attenzione e ricevendo la risposta che loro "non sono interessati al problema degli esodati". Non commento la circostanza e la delusione dei colleghi rimasti senza parole davanti ad un tale atteggiamento. Un altro gruppo ha raggiunto la sede de La Repubblica ottenendo un cordialissimo incontro (per oltre un'ora) con la giornalista Luisa Grion che si è impegnata a fare un "pezzo" sulla attualità del dramma degli "esodati" ancora aperto. Ringrazio i colleghi presenti Susanna Rauber, Evelina Rossetto e Mario Biosa che hanno dettagliatamente ed esaurientemente illustrato alla giornalista tutti gli aspetti tecnici ed i risvolti sociali del problema "esodati".
Contemporaneamente a Milano ed a Torino si svolgevano analoghe iniziative presso La Stampa ed Il Sole 24 Ore coordinati dai colleghi Caterina Lombardi e Marco Querio, che ringrazio di cuore per l'impegno insieme agli altri colleghi che li hanno supportati, e dei quali potrete leggere i relativi resoconti che hanno portato frutti concreti con il "pezzo" odierno su La Stampa e prossimamente su Il Sole.
E' stata una proficua giornata di lotta e di impegno concreto e personale di numerosi colleghi che ci ha consentito di continuare il lavoro di semina della Rete dei Comitati (e di tutti gli altri) che, ne siamo certi, concorrerà a portare i frutti da tutti noi auspicati. Non illudiamoci: la strada per ottenere la 7' salvaguardia che abbiamo chiesto è ancora lunga ed irta di ostacoli ed il nostro obbiettivo lo si potrà solo raggiungere continuando con l'impegno di TUTTI senza il quale alcuna iniziativa della Rete o del singolo Comitato può risultare utile e men che meno efficace.
Un personale ringraziamento a TUTTI quei fantastici 4 gatti che ieri c'erano e si son fatti sentire con determinazione nonostante una notte di viaggio in bus, nave o aereo, ed hanno voluto esserci..... i risultati di ieri sono frutto esclusivo del loro encomiabile impegno!
Chi non c'era si è perso qualcosa di veramente importante e deve prendere impegno (prima di tutto con se stesso) di assicurare la sua presenza al prossimo presidio che sarà determinante per raggiungere il nostro obbietti della Salvaguardia per TUTTI gli "esodati".
Guarda il servizio dai LA7.

venerdì 29 maggio 2015

Matrix. Poco spazio per dire che il prblema c'è ancora


Ecco solo il frame che ci riguarda

Esodati, cresce il pressing per la settima salvaguardia

Esodati, cresce il pressing per la settima salvaguardia
Scritto da  Eleonora Accorsi
I Comitati degli esodati sono scesi oggi in piazza per chiedere la rapida approvazione del disegno di legge sulla settima salvaguardia. In 26 mila potrebbero uscire entro il 2017
Dopo la tornata delle regionali serve un'accelerazione del Governo e del Parlamento per l'approvazione dei disegni di legge in materia di settima salvaguardia. E' quanto hanno chiesto oggi i comitati degli esodati nel corso delle manifestazioni che si sono tenute oggi sotto la sede Inps e presso alcune redazioni dei quotidiani romani. I Comitati rilanciano la necessità di avviare prima dell'estate la conclusione dei lavori sulla nuova salvaguardia, un provvedimento che consentirebbe di salvaguardare almeno altri 26mila lavoratori dalle regole previdenziali Fornero utilizzando in gran parte i fondi già stanziati e non spesi con le vecchie salvaguardie.

«Esclusi dalle 6 salvaguardie finora approvate - ricorda un comunicato diffuso dalla Rete - restano almeno 49.500 cittadini, come certificato dal Governo e comunicato dal Sottosegretario Bobba in Parlamento lo scorso ottobre in risposta  ad interrogazione parlamentare n. 5-03439 dell’On. Gnecchi».
I rappresentati dei Comitati intendono riportare al centro dell'attenzione del Governo il problema dei lavoratori esodati dopo la sentenza della Consulta sul blocco biennale dell'indicizzazione delle pensioni e della recente apertura del Governo verso l'introduzione delle pensioni flessibili e del reddito minimo per gli ultra 55enni. Tali provvedimenti, per quanto urgenti, non devono pregiudicare l'iter legislativo delle salvaguardie per chiudere i "danni" determinati dalla legge Fornero del Dicembre 2011 nei confronti di quei lavoratori che, all'epoca, avevano già siglato accordi che prevedevano la cessazione del rapporto entro pochi anni.
«I lavori parlamentari sulle due proposte di legge per una settima salvaguardia depositate in Commissione Lavoro della Camera - ricordano -, sono rallentati   dall’irragionevole ritardo dell’INPS nelle verifiche tecniche atte a quantificare e rendicontare i risparmi certi realizzati nei sei provvedimenti finora attuati e  che per legge devono essere adoperati per nuovi interventi di salvaguardia».
(Leggi)

Gli esodati: “Siamo ancora 50 mila, serve un nuovo decreto”

29 maggio 2015
Gli esodati: “Siamo ancora 50 mila, serve un nuovo decreto”
Luigi Grassia
Gli “esodati” della legge Fornero esistono ancora, dopo 6 decreti governativi per sistemarli (scaglione dopo scaglione) e nonostante i quasi 4 anni che l’Italia ha avuto a disposizione per riassorbirli (perché il tempo aiuta, le pensioni maturano a mano a mano) da quando è sorto il problema alla fine del 2011. Ieri il loro comitato nazionale ha manifestato a Roma, davanti alla sede dell’Inps, per risolvere la questione una volta per tutte. Vogliono un decreto numero 7 che salvi i 49.500 ex lavoratori ancora senza pensione. La richiesta è di avere l’assegno alle condizioni precedenti la legge Fornero, visto che si sono visti cambiare le regole quando la partita era in corso (anzi era quasi finita).
Numeri certi dall’Inps
Visto che in questa vicenda i numeri sono sempre stati opinabili - da qui la rincorsa affannosa dei decreti per mettere una pezza dopo l’altra - è importante motivare l’indicazione di quei 49.500: è stata data in commissione Lavoro il 15 ottobre 2014 dal sottosegretario Luigi Bobba.
Gli interessati dicono che i soldi ci sono già. Nei 6 decreti finora sono stati “salvaguardati” (è il termine tecnico) 170.230 ex lavoratori. E i soldi sono stati stanziati, appunto, per 170.230 persone. Poi 110.545 esodati sono stati anche “certificati”, cioè l’Inps ha verificato che meritano effettivamente la tutela prevista dai decreti. Ma la differenza fra 170 e 110 mila non vuol dire che a 60 mila lavoratori sia stato risposto di no dall’Inps: significa semplicemente che quelle 170 mila posizioni vagliate sono risultate corrispondere a sole 110 mila persone, visto che ci sono 5 distinti profili di esodati e che a parecchi ex lavoratori corrispondeva più di un profilo. Al netto di 7 mila «salvaguardati» che sono ancora al vaglio dell’Inps, e ipotizzando che tutti vengano anche «certificati», restano risorse stanziate in sovrabbondanza, pari a più di 50 mila esodati, con le quali si può provvedere ai 49.500 che finora sono rimasti fuori. Lo si può fare senza chiedere al Tesoro risorse aggiuntive.
Una vicenda esemplare
Al di là dei numeri aggregati, può essere interessante raccontare la vicenda personale di Domenico Soldani, della Rete dei Comitati degli esodati.
Primo capitolo: quanto ci ha rimesso
«Ho lavorato per 25 anni come ricercatore allo Cselt di Torino, poi passato a Hewlett Packard. Nel 2008 ho concordato il licenziamento, con la prospettiva di andare in pensione nel 2014. Poi è arrivata la Fornero (anzi, prima ancora c’era stato l’intervento di Sacconi) e così i tempi del pensionamento si sono spostati in avanti. Mi sono fatto calcolare dall’Inps quanto mi costa il ritardo: 150.000 euro di mancati introiti. In più, 5 anni di contributi volontari aggiuntivi, attinti dai miei risparmi, mi costano 142.500 euro. In totale: quasi 300.000 euro persi».

Secondo capitolo: perché Soldani non fa un altro lavoro?
Perché ci rimetterebbe. «Ho trovato un impiego su una piattaforma petrolifera in Norvegia a 30.000 euro all’anno. Ma il mio ultimo stipendio in Hewlett Packard era di 80.000. La parte retributiva della mia pensione viene calcolata sugli ultimi 10 anni di lavoro. Se a tre anni a 80.000 euro ne aggiungessi sette a 30.000 la mia futura pensione crollerebbe da 3.400 euro al mese a 2.200. Il prof. Ichino mi dirà che sono un fannullone se rifiuto di lavorare così?».
 

Cos'ha di onorevole chi dice che gli esodati non esistono?

Le esternazioni sugli esodati di Librandi a Quinta colonna fanno infuriare la Lega Nord     
ilSaronno
28-05-2015
SARONNO – “La coalizione di centro destra che supporta Alessandro Fagioli è avanti. Siamo avanti noi – sostiene il capogruppo leghista Angelo Veronesi – e chi a Roma è alleato con la sinistra e difende la Fornero non trova niente di meglio da fare che attaccarci”.
Prosegue Veronesi
L’onorevole Paolo Grimoldi è venuto al nostro gazebo domenica pomeriggio e ci ha detto che la Lega sta marciando alla grande. Prova ne sia che a Quinta colonna l’onorevole Gianfranco Librandi di Scelta Civica ha attaccato il leghista Matteo Salvini sostenendo che gli esodati non esistono. Assurdità che ha scatenato il nostro segretario federale e sta scatenando una vera e propria protesta sui social network.
L’onorevole Librandi qui a Saronno si presenta con il candidato Pierluigi Gilli, mentre a Roma è supporter del presidente Matteo Renzi del Pd. A Roma infatti Librandi è membro di Scelta Civica, mentre a Saronno si nasconde dietro il nome di Unione italiana. Noi siamo il centrodestra perchè la Lega è a favore della famiglia, al contrario degli altri. Lo abbiamo dimostrato negli anni per mezzo degli interventi coerenti e precisi dei nostri consiglieri comunali. Abbiamo sempre proposto sia all’amministrazione Gilli, sia all’amministrazione Porro delle agevolazioni per le famiglie, ma non ci hanno mai ascoltato. Uno lo avrà fatto per disinteresse, l’altro perchè la maggioranza che lo sosteneva era ideologicamente schierata contro. Il dato di fatto è che il risultato non cambia: entrambe le amministrazioni hanno preferito mettere davanti alla fila gli stranieri e sostenere che la sicurezza sia solo una questione di sbagliata percezione dei cittadini.
Oggi però è evidente che avevamo ragione noi. I saronnesi in coda per l’alloggio popolare sono 400. Per le strade la sicurezza manca ed è evidente a tutti coloro che non si mettono le fette di salame sugli occhi.
(Leggi)

giovedì 28 maggio 2015

Oggi presidio davanti all'INPS


QUESTA MATTINA
28 MAGGIO 2015 
ORE 10 
PRESIDIO A ROMA  
DAVANTI ALL'INPS
Successivamente 
davanti alle sedi dei principali quotidiani nazionali

Stante l'attuale situazione di stallo nella soluzione del dramma degli "esodati"; 
stante il sostanziale blocco dell'esame delle proposte per una 7' salvaguardia presentate alla Camera;

 
stante la circostanza che uno dei principali motivi di tale blocco è la mancanza della rendicontazione dei risparmi conseguiti dalle 6 precedenti salvaguardie che l'INPS non ha ancora fornito a Governo e Parlamento;

La Rete dei Comitati ha indetto un presidio per il 28 maggio davanti all'INPS
(sede Presidenza Via Ciro il Grande, 21) per sollecitare l'Istituto a chiudere sollecitamente le 6 salvaguardie, dare risposta a TUTTE le istanze presentate dagli aventi diritto e rendicontare a Governo e Parlamento i risparmi conseguiti che i parlamentari proponenti vorrebbero utilizzare per le coperture finanziarie delle proposte di legge per una 7' salvaguardia presentate in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
   
Sono stati richiesti incontri con tutte le istituzioni interessate all'esame ed all'approvazione di questo 7° provvedimento di salvaguardia che si sollecita venga approvato entro l'estate.
  • a tutti gli "Esodati" va restituito il diritto alla pensione con una
    NUOVA SALVAGUARDIA
  • ai lavoratori va riconosciuto il diritto ad una maggiore flessibilità nel percorso pensionistico.

mercoledì 27 maggio 2015

Esodati in piazza

Pensione anticipata, ultime notizie prepensionamento flessibile: esodati in piazza
Ultime notizie pensione anticipata oggi 27 maggio 2015: novità prepensionamento flessibile, esodati di nuovo in piazza.

Il tema della pensione anticipata è sempre al centro del dibattito sulla riforma pensioni 2015. Abbiamo detto nei giorni scorsi dell’ascesa della proposta sui pensionamenti flessibili di Cesare Damiano: prepensionamento a 62 anni con 35 di contributi, questa la soluzione indicata dall’esponente PD per i lavoratori precoci che attendono un aiuto per poter lasciare il lavoro e far posto ai giovani. Ancora aperta, poi, la questione che riguarda gli esodati: domani i comitati saranno in piazza a Roma, prima davanti alla sede dell’INPS e poi davanti alle redazioni dei principali quotidiani nazionali.
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Ultime pensione anticipata a 62 anni: novità sul ddl Damiano, asse PD-Lega Nord?


Lega Nord e PD potrebbero trovare un’intesa sulla proposta che da tempo giace in Commissione Lavoro alla Camera: sarà l’approssimarsi della scadenza elettorale o forse sarà che finalmente ci si sta rendendo conto della necessità di intervenire sul tema. Matteo Salvini ha aperto alla soluzione, dichiarando che è colpa di Renzi se non se ne è ancora fatto nulla. L’unico nodo da sciogliere, laddove fosse seriamente presa in considerazione l’idea, è quello relativo all’entità dei tagli. Nella proposta originaria essi ammontano all’8% e tendono a calare fino al 66esimo anno di età: da questo momento in poi, infatti, si azzerano e il pensionato gode dell’assegno completo. Ci sono le risorse per fare tutto questo? Qui si gioca la partita del prepensionamento dei lavoratori precoci: maggiore sarà la volontà politica di intervenire, maggiori saranno le possibilità di archiviare il discorso sulla pensione anticipata, restituendo equità e giustizia sociale a coloro che sono stati penalizzati dalla Fornero.

Novità pensioni, ultimissime ad oggi 27 maggio 2015: domani esodati in piazza


Restano almeno 49 mila 500 esodati ancora non salvaguardati: questa la denuncia dei comitati degli esodati che domani saranno in piazza a Roma per chiedere la soluzione di una vicenda che li vede da anni in difficoltà e spesso privi di tutela. La protesta arriva a causa del blocco dell’iter parlamentare del ddl sulla settima salvaguardia: secondo i rappresentanti dei lavoratori, la calendarizzazione non è ancora arrivata a causa dell’INPS che è in ritardo nel quantificare tecnicamente i risparmi delle ultime salvaguardie. Il corteo, quindi, punterà a sollecitare l’attenzione su una categoria nata tristemente dalla riforma pensioni del governo Monti.
 

martedì 26 maggio 2015

Salvini: Prima la salvaguardia poi cancellare legge Fornero

Riforma pensioni, esodati, Salvini: 'Prima la salvaguardia poi cancellare legge Fornero'
Il leader leghista ha presentato una proposta di legge sulla settima salvaguardia degli esodati.
La battaglia per le elezioni regionali inizia ad entrare nel vivo e Matteo Salvini, leader della Lega Nord, appare anche lui favorevole ad un progetto di riforma del sistema previdenziale con l'applicazione della flessibilità tanto richiesta da più parti politiche. Nella giornata di ieri, durante la trasmissione Mezzo'Ora su Rai Tre, il leader del 'Carroccio' si è mostrato favorevole ad una revisione della legge Fornero aprendo all'ipotesi di una pensione anticipata a 62 anni con un eventuale penalizzazione: 'La Lega Nord è disposta a votare la proposta fatta da Cesare Damiano allo scopo di cancellare la riforma Fornero'.
 
Matteo Salvini: 'Il premier Renzi ha varato un decreto bluff non prendendo in considerazione le decisioni della Consulta'
Secondo Matteo Salvini, il tema pensionistico sarà uno dei motivi per il quale il Partito Democratico perderà molti consensi della base più di sinistra secondo quanto riportato dal sito pensionioggi.it. Il leader leghista torna sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha costretto il governo Renzi ad intervenire con un provvedimento che ha lasciato scontenti tutti i pensionati interessati: 'Il presidente del Consiglio ha varato un ddl bluff disattendendo le decisioni della Corte Costituzionale', ha tuonato Salvini.
 
La Lega Nord presenterà un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo
Il leader leghista, durante il programma di Rai Tre, ha anche annunciato la presentazione di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo contro la normativa attualmente in vigore, la legge Fornero. Durante il programma, Matteo Salvini è anche tornato sul tema degli esodati. La Lega Nord, il mese scorso, ha presentato un ddl sulla settima salvaguardia che chiede la tutela di una parte di lavoratori che hanno perso il lavoro prima del 2011. A questo punto non ci resta che aspettare e vedere se davvero il 'Carroccio', pur di cancellare la legge Fornero, sarà disposto a votare la flessibilità della prossima legge previdenziale. 

Comunicato della Rete degli esodati


Ricopio qui di seguito il comunicato stampa della Rete con l’annuncio delle manifestazioni indette per il 28 c.m.
Abbiamo organizzato a Milano e Torino alcuni “mini presidi” (per i colleghi che non potranno partecipare al presidio romano) presso le sedi de Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e La Stampa.
Abbiamo già dato notizia ai citati quotidiani che un gruppo di colleghi si presenterà (in contemporanea con quelli previsti nel pomeriggio a Roma anche al Messaggero e La Repubblica) presso la loro sede per consegnare una copia del nostro Dossier e l’ultimo appello della Rete al Presidente Renzi per l’immediata approvazione della 7’ salvaguardia.
Le nostre delegazioni saranno coordinate da Caterina Lombardi per Milano (tel. 3473018444  -  mail: rinacat@hotmail.it) e Marco Querio per Torino (tel. 3406678255  -  mail: marcotreg@gmail.com).  che ringraziamo di cuore per la loro disponibilità.
TUTTI i colleghi milanesi e torinesi, che non possono venire a Roma, (e zone limitrofe) sono caldamente invitati (soprattutto i “non-salvaguardati!) a prendere contatti con i due colleghi per partecipare alle loro iniziative.
Invitiamo i colleghi delle altre principali città italiane, sedi di quotidiani nazionali (Firenze, Bologna, Napoli, Palermo ecc.), a rendersi disponibili per organizzare eventuali medesime iniziative prendendo contatti con la Rete per coordinarne la realizzazione.
Per il 28 abbiamo anche richiesto un incontro, oltre che ai vertici dell’INPS, al Ministro Poletti ed al Sottosegretario Baretta oltre, ovviamente, a ripetere l’appello a Renzi e sono in atto contatti per cercare di ottenerne qualcuno.
Vi informo che i colleghi del Comitato Esodati Liguri, nel corso di una manifestazione elettorale regionale, sono riusciti ad incontrare per qualche minuto il Presidente Renzi che ha risposto alle loro sollecitazioni che è ben informato sulla nostra situazione e su quella della 7’ salvaguardia non prendendo comunque alcun impegno concreto. Si è comunque impegnato a sollecitare un incontro tra noi ed il Ministro Poletti unitamente al Presidente della Commissione Lavoro della Camera Damiano ed altri a Genova. Sarà nostra cura tenervi aggiornati ed informati.
Ci vediamo TUTTI a Roma il 28.
Francesco

domenica 24 maggio 2015

M5S su Renzi per esodati e donne, l'esecutivo si muova

M5S su Renzi per esodati e donne, l'esecutivo si muova
Pressing del M5S sul governo Renzi per la riforma pensioni 2015: in particolare esodati e opzione donne, news 24-05.
È iniziato un vero e proprio pressing da parte del M5S sul governo Renzi perché prenda sul serio due questioni fondamentali che dovrebbero essere al centro dell'attenzione nelle discussioni intorno alla riforma pensioni 2015: in primo luogo l'estensione del regime sperimentale dell'opzione donna al 31 dicembre 2018 e in generale l'istituzione di benefici previdenziali per le madri lavoratrici - su questa materia il Movimento ha depositato il ddl n. 3114; in secondo luogo è stata depositata un'interrogazione, sempre da parte del M5S, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, per chiarire quali sono le intenzioni del governo Renzi riguardo all'approvazione della settima salvaguardia per gli esodati. 

M5S deposita ddl opzione donna: news riforma pensioni al 24-05

I deputati del M5S Ciprini e Tripiedi hanno depositato nella giornata di venerdì un ddl in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati sulla materia molto dibattuta dell'estensione dell'opzione donna, il regime sperimentale al centro anche di un ricorso collettivo contro l'Inps. Il ddl n. 3114 prevede queste discipline: estensione del regime al 31 dicembre 2018 e benefici previdenziali (soprattutto per quanto concerne la cosiddetta contribuzione figurativa) per le madri lavoratrici e per coloro che, usufruendo della legge n. 104 del 1992, si trovano ad assistere familiari con disabilità. Il ddl affronta anche il tema della sostenibilità finanziaria del provvedimento: in primo luogo si dovrebbe apporre un tetto alle pensioni d'oro che superano la soglia di 5mila euro lordi mensili (dunque: 10 volte il "minimo"); in secondo luogo predisporre un tetto per i vitalizi dei parlamentari e degli altri "impiegati" della politica anche a livello regionale. Questo ddl si aggiunge agli altri che verranno discussi durante il mese di giugno a partire dai confronti promessi da Poletti e dal governo Renzi in vista della riforma pensioni 2015.

Il M5S 'pungola' il governo Renzi: aggiornamenti pensioni 2015 ed esodati al 24 maggio

Walter Rizzetto del M5S ha depositato, sempre in Commissione Lavoro alla Camera, un'interrogazione al Ministro Poletti sulla questione degli esodati: il pressing sul governo Renzi riguarda la questione della settima salvaguardia in connessione con le proposte di riforma pensioni 2015 che andranno discusse a partire da giugno. L'interrogazione è piuttosto precisa: chiede in primo luogo un censimento all'Inps su tutti i soggetti che, a causa della riforma pensioni Fornero, sono rimasti senza lavoro e senza possibilità di accesso al trattamento previdenziale; in secondo luogo si chiede quali siano le intenzioni del governo su questa disciplina e si ha intenzione di proseguire lungo la strada delle cosiddette "salvaguardie". È tutto con le ultime news sulla riforma pensioni 2015 su opzione donne e esodati. Per continuare a ricevere aggiornamenti su questa materia, cliccate su "Segui" in alto sopra il titolo dell'articolo.
(Leggi)
Leggi anche: Investireoggi

Fornero: “Per Orfini eravamo un governo di pippe? Patetico”

Pensioni, l’ex ministro Fornero: “Per Orfini eravamo un governo di pippe? Patetico”
“Ho trovato l’intervento patetico, perché quando una persona cerca l’applauso facile vuol dire che non ha argomenti seri. Inoltre se il presidente del Pd che si esprime in qusto modo fa avvertire al Paese un senso di decadenza”. Così l’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ospite a ‘L’aria che tira’ (La7), risponde a Matteo Orfini che – in occasione dell’incontro con i giovani democratici alla Factory Roma, aveva detto che “nei governi tecnici c’era una discreta quantità di pippe“. La Fornero, poi, rispedisce al mittente anche le accuse che le sono state mosse dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che da mesi conduce una battaglia contro la riforma delle pensioni voluta dal governo Monti. “Le persone – dice l’ex ministro – dovrebbero sentirlo per capirne la pochezza, la superficialità e la faciloneria, è semplice infiammare gli animi. Più difficile dare risposte concrete”
(Leggi)
 

sabato 23 maggio 2015

Mi manda RAI 3 del 21-5-2015

Mi Manda RAI 3 del 21-5-2015
Rivedi la trasmissione

Rizzetto (ex M5s) interrogazione per settima salvaguardia

Esodati, depositata alla Camera interrogazione per approvazione settima salvaguardia

Scritto da  redazione
E' stata depositata questa settimana in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati un'interrogazione promossa da Walter Rizzetto (M5S) al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti per conoscere le reali intenzioni del Governo sull'approvazione della settima salvaguardia in materia previdenziale.
— Per sapere – premesso che:
è noto che la cosiddetta riforma Fornero dell'anno 2011 ha modificato i presupposti per accedere al trattamento pensionistico non consentendo di godere del diritto alla pensione a migliaia di persone che avevano provveduto al versamento dei contributi previdenziali;
tale riforma ha pertanto determinato una serie di categorie di persone da salvaguardare con ulteriori interventi correttivi della «riforma Fornero», tra le quali, quella dei cosiddetti «lavoratori esodati», ossia coloro che sono stati espulsi dalle aziende in forza di accordi tra le parti sociali in base alla normativa previgente la riforma e che ha impedito agli stessi di andare in pensione, sebbene prossimi al conseguimento dei requisiti pensionistici di vecchiaia o anzianità;
per riparare a tale grave situazione, di notevole contenuto sociale, nel tempo l'Esecutivo ha adottato provvedimenti di «salvaguardia» per consentire ad alcune categorie di persone di accedere al trattamento previdenziale in base alla normativa previgente la «riforma Fornero». Sono stati adottati sei interventi di salvaguardia; l'ultimo si è concretizzato con la legge n. 147 del 2014, a tutela di una serie di lavoratori: da quelli in mobilità a quelli che hanno versato contributi volontari;
tuttavia, ad oggi, sono rimaste ignorate quindi non tutelate ulteriori categorie di persone, ancor più danneggiate di altre per le quali si è proceduto alla salvaguardia. Si tratta di quei soggetti rimasti privi di qualsiasi sostegno economico, poiché all'entrata in vigore della riforma delle pensioni già non avevano un posto di lavoro o lo hanno perso in questi anni, e se non fosse stata attuata la «riforma Fornero», avrebbero avuto il diritto di accedere al trattamento pensionistico dal 2012/2013 entro l'intero anno 2016;
ebbene, individuando gli ulteriori criteri necessari, si ritiene urgente procedere ad un censimento attraverso l'Inps che consenta di individuare queste categorie di persone rimaste fuori dai precedenti provvedimenti di salvaguardia sebbene siano state fortemente danneggiate dalla «riforma Fornero»;
è evidente, infatti, che non sia equo procedere alla salvaguardia solo di alcune categorie di pensionati ed, invece, escludere persone che si trovano in condizioni ancora più disagiate, poiché non consentendo alle stesse di accedere alla pensione, è stato impedito loro di ottenere quella che sarebbe stata l'unica fonte di reddito che da tempo attendevano, considerando che si tratta di soggetti che all'entrata in vigore della «riforma Fornero» erano già privi di un sostegno economico o lo sono a tutt'oggi, poiché non avevano un posto di lavoro o lo hanno perso in questi anni –:
quali siano gli orientamenti del Ministro in relazione a quanto esposto in premessa;
se il Ministro intenda adottare, urgentemente, un'iniziativa normativa di salvaguardia a tutela dei soggetti ancora esclusi come descritti in premessa, dopo aver proceduto – attraverso l'ente previdenziale – ad un censimento di questa tipologia di persone, considerando che l'individuazione esatta di queste categorie di soggetti senza più alcun reddito, è essenziale per porre in essere un intervento normativo di salvaguardia. (5-05650)

venerdì 22 maggio 2015

Insufficienti i posti per i lavoratori che assistono i disabili

LETTERE AL GIORNALE
Esodati, i posti per i lavoratori che assistono i disabili sono insufficienti. Lettera

gregio Direttore, Vogliamo comunicare a tutti i lettori italiani, la particolare condizione di un segmento di lavoratori, (5.000/10.000), i quali, avendo usufruito della legge 104/92 nell'anno 2011, sono stati cosiddetti "salvaguardati" da ben 6 leggi dello Stato, varate dal 2012 al 2014. Ebbene, come troppo spesso sta accadendo in questo paese, le leggi sono promulgate, con le dovute coperture finanziarie, firmate dal Presidente della Repubblica, pubblicate sulla G.U. ma costantemente, non sempre "rispettate"!
Ciò procura, inevitabilmente, grave danno ai cittadini che contribuiscono sempre alla gestione di questo Stato, (850 miliardi all'anno), in virtù di una pressione fiscale tra le più alte d'Europa. Che cos'è la legge 104/92? I legislatori di ventitré anni fa vararono questa legge per tutelare, in parte, quei lavoratori che dovevano accudire un familiare soggetto ad handicap, o gravemente malato; quali tutele sono previste? E' prevista la concessione di alcuni giorni di permesso retribuito, (fino a tre gg. al mese), od altra forma di orario agevolato nel proprio lavoro. Siamo stati costretti a scrivere questa pagina per far sapere a tutti gli Italiani che " anche noi" siamo stati oggetto di una campagna mediatica di "spot rassicuranti e buonisti" da parte di un esecutivo che continua a "parlar bene e razzolare male". Per dimostrare la Ns/ legittima indignazione, e non essere accusati di facile "populismo", come testimonianza, vi rimandiamo all'ultimo report dell'INPS del 3/4/2015, sulle 6 leggi di salvaguardia; Lo Spot governativo: "Le nostre leggi in tema di esodati, hanno salvaguardato 170.000 lavoratori". La Realtà: solo 96.000 "salvaguardati" hanno ottenuto il diritto a pensione; oltre 70.000 i lavoratori, (di cui circa 5.000/10.000 della 4^ e 6^ salvaguardia L.104/92), ancora in attesa da circa un anno della relativa certificazione INPS, e tra essi, numerosissimi insegnanti che, in assenza di tale certificazione, entro il 1° settembre 2015, dovranno "subire" un'ulteriore suppletivo anno scolastico di usurante lavoro! Questi "premeditati" ritardi, permetteranno ai cosiddetti "salvaguardati" di raggiungere la meritata quiescenza con i regolari dettami della legge Fornero; tradotto, cioè: teoricamente siete salvaguardati, ma concretamente" non lo siete! La vogliamo definire un' autentica "presa in giro"?

Enrico Ercolani

Esodati a "Mi manda Rai 3"

Stamattina, dalle 10:00 nel corso della trasmissione MI MANDA RAI TRE condotta da Elsa Di Gati si parlerà anche di esodati. In studio Stella Marchi e Giuliano Colaci. 
Nei momenti di oscurità mediatica sugli esodati, per fortuna "Mi Manda RAI 3" tiene vivo l'interesse al problema

La Rete ha deciso un presidio davanti all'INPS nazionale

28 MAGGIO 2015 
ORE 10 
PRESIDIO A ROMA DAVANTI ALL'INPS
Successivamente 
davanti alle sedi dei principali quotidiani nazionali

Stante l'attuale situazione di stallo nella soluzione del dramma degli "esodati"; 
stante il sostanziale blocco dell'esame delle proposte per una 7' salvaguardia presentate alla Camera;

 
stante la circostanza che uno dei principali motivi di tale blocco è la mancanza della rendicontazione dei risparmi conseguiti dalle 6 precedenti salvaguardie che l'INPS non ha ancora fornito a Governo e Parlamento;

La Rete dei Comitati ha indetto un presidio per il 28 maggio davanti all'INPS
(sede Presidenza Via Ciro il Grande, 21) per sollecitare l'Istituto a chiudere sollecitamente le 6 salvaguardie, dare risposta a TUTTE le istanze presentate dagli aventi diritto e rendicontare a Governo e Parlamento i risparmi conseguiti che i parlamentari proponenti vorrebbero utilizzare per le coperture finanziarie delle proposte di legge per una 7' salvaguardia presentate in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
 
TUTTI GLI ADERENTI AI COMITATI (in rete e non)  
SONO INVITATI A PARTECIPARE ATTIVAMENTE
 
Sono in atto richieste di incontro con tutte le altre istituzioni interessate all'esame ed approvazione di questo 7° provvedimento di salvaguardia che si sollecita venga approvato entro l'estate.
  • a tutti gli "Esodati" va restituito il diritto alla pensione con una
    NUOVA SALVAGUARDIA

  • ai lavoratori va riconosciuto il diritto ad una maggiore flessibilità nel percorso pensionistico.
Tutti a Roma il 28 per rivendicare
ancora una volta
il nostro diritto alla pensione

giovedì 21 maggio 2015

Ritiro dal lavoro a 60-62 anni: costa un quarto dell’assegno?

IL SECOLO XIXPensioni, ritiro dal lavoro a 60-62 anni, ma tagliando un quarto dell’assegno

Alessandro Barbera
20 maggio 2015
Roma - In pensione anticipata anche a 60 o 62 anni rinunciando al 20-30 per cento dell’assegno: alzi la mano chi non ci penserebbe almeno un minuto. Sulla carta è la soluzione che fa tutti felici. Più libertà per il lavoratore, meno complicazioni per chi governa (vedi esodati), un’occasione per le imprese che possono assumere persone giovani e più produttive. Ma non è una strada che si percorre gratis; vale per chi decide di lasciare il lavoro e per lo Stato. Le pensioni italiane valgono più di 270 miliardi di spesa, ora in sicurezza grazie alla riforma del 2011. «Avremmo voluto introdurre più flessibilità, ma non si poteva. Perché ogni soluzione ha un costo», spiega oggi Elsa Fornero. «Qualunque soluzione adotteremo dovrà rendere il sistema ancora più sostenibile», risponde il responsabile economia Pd Filippo Taddei. Nel breve periodo, almeno nei primi anni, il governo è rassegnato a sostenere un costo, l’importante è che nel lungo periodo la «gobba» previdenziale scenda di più. Ma quel costo dovrà essere in ogni caso contenuto, pena la censura dell’Europa, già preoccupata dagli annunci del premier.
La penalizzazione
Dunque? La variabile decisiva si chiama «penalizzazione». È lo scoglio di fronte al quale sono andate a sbattere tutte le ipotesi finora discusse. L’ultima in ordine di tempo - l’idea è di Pierpaolo Baretta e Cesare Damiano - prevede di ridurre l’assegno del due per cento per ogni anno di uscita anticipata. Per capirsi: se la pensione del signor Bianchi è prevista a 66 anni (l’età minima prevista oggi) con un assegno di duemila euro al mese, potrebbe andarsene a 62 perdendo l’8 per cento, 160 euro al mese. C’è un però: questa ipotesi costa comunque allo Stato fra i tre e i quattro miliardi l’anno. Al taglio secco dell’assegno ci sono due alternative: se l’impresa gli offre una buonuscita, potrebbe rinunciare a parte di essa, oppure chiedere il cosiddetto prestito previdenziale. Invece di rinunciare a parte dell’assegno, il signor Bianchi potrebbe accettare per i primi quattro anni un assegno più basso, restituendo la cifra anticipata a rate solo a partire dal momento in cui era previsto il pensionamento ordinario.
L’ipotesi Boeri
Nello schema del governo c’è una ulteriore variabile: far pagare di più a chi è andato in pensione almeno in parte con il vecchio sistema retributivo, più generoso del contributivo perché concede più di quanto effettivamente versato nella vita lavorativa. Il presidente dell’Inps Tito Boeri propone di finanziare così parte della riforma: ai redditi più alti potrebbe essere chiesto una sorta di contributo di solidarietà. È la proposta del consigliere di Palazzo Chigi Yoram Gutgeld, in passato sposata dallo stesso Renzi, ma che rischia di finire di nuovo di fronte alla Corte Costituzionale. Ecco che allora all’Inps hanno iniziato a ragionare su una ulteriore variante: calcolare una penalizzazione più forte per la parte di pensione concessa con il retributivo.
Il signor Bianchi
In caso di uscita a 62 anni invece che a 66 - spiegano all’Inps - il signor Bianchi verrebbe ridursi l’assegno di circa il 20-30%. Il numero è frutto di una complessa operazione in cui, alla penalizzazione prevista per la parte di pensione calcolata con il contributivo, se ne somma una parte (per almeno il 12 per cento) sulla quota di assegno retributivo. Non è chiaro se l’ipotesi prevederà un minimo di contribuzione per l’uscita, ma le indiscrezioni dicono che potrebbe essere concessa anche a 60 anni. Lo schema prevede una opzione ulteriore: usare il sistema in vigore per la cosiddetta “opzione donna”, che oggi permette di uscire con 57 anni di età e 35 di contributi. 

L’inferno degli esodati

L’inferno degli esodati
E ORA Renzi si occupi degli ultimi dannati della previdenza. Avviata a soluzione, sia pure in maniera parziale, la partita della sentenza della Consulta sulle mancate rivalutazioni, e definito il percorso che potrà portare a pensionamenti più flessibili, rimane ancora aperta la ‘ferita’ degli esodati.
Stretti in mezzo tra l’emergenza rimborsi e l’esigenza di alleggerire i requisiti per coloro che sono ancora al lavoro, gli esodati – senza assegno e senza stipendio – appaiono oggi come i dimenticati della previdenza.
Ma questi invisibili, questi fantasmi, esistono ancora, sono persone in carne e ossa, rimaste e lasciate in mezzo al guado, in un limbo che per ognuno di loro si è trasformato in un vero e proprio inferno. Ci sono state 6 operazioni di salvaguardia dal 2012, tutte realizzate sulla scorta di numeri approssimati e stime provvisorie, tanto che i conti di ognuna si sono rivelati largamente sballati. Tutte compiute, peraltro, sull’onda di spinte più emotive che razionali. Più che leggi, scialuppe di salvataggio calate all’ultimo momento nel mare della disperazione di migliaia di uomini e donne che in una notte di dicembre del 2011 si sono ritrovati con i programmi di vita sconvolti da un comma.
IL PROBLEMA, però, è che, nonostante le salvaguardie, ci sono almeno 50mila persone che, pur trovandosi nelle condizioni tipiche degli esodati, non hanno avuto a disposizione nessuna scialuppa su cui salire e sono in mezzo ai flutti. Ebbene, se si vuole chiudere davvero la stagione degli eccessi e delle rigidità della riforma previdenziale del 2011, non si può non tenere in conto anche di questi ultimi dannati della previdenza. La soluzione, d’altra parte, c’è ed è a portata di mano. La deputata del Pd Maria Luisa Gnecchi ha già presentato una specifica proposta per una settima salvaguardia, destinata alla metà degli interessati potenziali. Ebbene, basta un passo in più e si può chiudere una delle pagine più dolorose nella storia delle riforme previdenziali. Per realizzarlo basta attingere, da qui al 2018, anche solo a una minima parte delle risorse risparmiate nel dare attuazione alla sentenza della Consulta. E allora sì che Renzi potrà dire di aver compiuto un’operazione di equità previdenziale. E magari saranno anche meno arrabbiati i pensionati rimasti a secco di arretrati.

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Quando Renzi trovava giusta la riforma Fornero (a parte gli esodati)


Pensioni, quando Renzi trovava giusta la riforma Fornero (a parte gli esodati)
di  
“Suona paradossale la critica in bocca di chi l'ha votata: noi facevamo altri mestieri, io tappavo le buche a Firenze. E' il colmo che ora dicano che bisogna restituire tutto, è ridicolo. Noi, siamo qui a correggere errori di altri”.
Matteo Renzi attacca chi prima ha votato la legge Fornero e ora critica le mosse del suo governo sulla restituzione spacciata per 'bonus Poletti'. Avrebbe ragione da vendere, perché la lista degli smemorati è lunga e non riguarda solo la riforma delle pensioni. Ha meno ragione quando dimentica di infilarsi nello stesso pentolone, benché all'epoca non fosse parlamentare (come non lo è oggi).
7 dicembre 2011, tre giorni dopo la presentazione della manovra Salva - Italia che contiene la riforma incriminata, nella enews 330 Renzi prende tempo: “A chi - su twitter, su facebook o via email - chiede le mie impressioni sulla manovra dico che è ancora presto per dare un giudizio dettagliato. Vanno letti gli atti, non solo gli articoli. E ci sono moltissimi temi aperti ancora da scandagliare. Come tutti vedo le luci e le ombre”.
Campagna per le primarie PD 2012, Renzi presenta il suo programma e specifica: “La riforma previdenziale introdotta da Elsa Fornero non verrà messa in discussione. Era necessario ripristinare la sostenibilità finanziaria (soprattutto per le nuove generazioni) del sistema pensionistico, a fronte dell’aumento consistente dell’età anagrafica del nostro paese. Il problema dei c.d. ‘esodati’ dovrà tuttavia trovare una immediata soluzione”
Novembre 2012, sfida con Bersani su Raiuno, mancano poche ore al voto finale delle primarie. Possibilista su modifiche, ma senza stravolgimenti, altrimenti si arrabbiano le nuove generazioni: “Sarebbe facile dire sì torneremo indietro, si andrà in pensione prima. Io dico di no. Dobbiamo pagare un tributo alla serietà…Vivendo più a lungo è naturale andare in pensione un po’ più tardi. Qualcosa va rimesso a posto, non solo sugli esodati, ma non puoi pensare di metterla in discussione. Non si arrabbia solo l’Europa, ma le nuove generazioni”.
30 ottobre 2013, video-forum del Messaggero. Renzi, che contrariamente a quanto sostenuto cinque mesi prima quando assicurava che non si sarebbe candidato alla segreteria è il favorito per vincere le sue seconde primarie, risponde ai lettori. Scriveva il Corriere della Sera: “Tantissimi i messaggi che arrivano al candidato alla segreteria Pd tramite il video-forum: a un esodato risponde che «la riforma Fornero andava bene, perderò qualche voto, ma lo dico. La riforma non era sbagliata, ma va trovata la soluzione per gli esodati perché è inaccettabile che lo Stato fa un patto e poi ti frega”.
Che Renzi fosse bravo nel cambiare verso alle proprie opinioni lo avevamo capito da tempo.
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mercoledì 20 maggio 2015

Renzi sulle pensioni: “Più flessibilità, l’Inps dia libertà”

Renzi sulle pensioni: “Più flessibilità, l’Inps dia libertà”

Il premier: in Italia un milione di bambini soffre la povertà e i soldi che ci sono vorrei darli a quelli e non a chi ha preso 5 mila euro di pensione col retributivo
 
Matteo Renzi non è intimorito dall’annuncio di ricorsi e barricate dopo il decreto sui rimborsi. Il via libera dell’Ue dimostra che il provvedimento «ci ridà credibilità» ma c’è di più: «è un dovere dare a chi prende poco e non a chi ha una pensione di 5mila euro». E, nonostante i consigli a non toccare una materia spinosa come il sistema pensionistico, il premier conferma che nella legge di stabilità il governo interverrà sulla flessibilità in uscita così che «l’Inps dia più libertà» di scelta tra chi vuole andare in pensione prima, con una minima penalizzazione, e chi dopo prendendo di più.


A meno di 15 giorni dalle elezioni regionali, il presidente del consiglio, nel salotto di Porta a Porta, spiega la ratio di alcune mosse del governo che alimentano proteste: l’intervento sulle pensioni dopo la sentenza della Consulta e la riforma sulla scuola che domani arriverà al capolinea, alla Camera.

Sulle pensioni, Renzi sa che il tema «è scivoloso», dosa le parole ma è chiaro nel rivendicare l’azione «tempestiva» del governo. «Potevamo fare lo scarica barile, dare la colpa ad altri e prendere tempo perché il tema è una buccia di banana - ammette il premier - invece ci siamo presi le responsabilità in faccia». Secondo il leader Pd, «gli italiani capiscono che non ha senso spendere 18 miliardi per ridare i soldi a tutti i pensionati, anche a chi sta abbastanza bene o bene». E poi, «se in passato c’è gente che ha usufruito del diritto di andare in pensione a 40 anni» non è giusto che «le generazioni che vengono dopo» ne paghino le conseguenze.

In tempi di scarsità di risorse, nonostante «l’Italia sia ripartita», il premier spiega che deve fare delle scelte e se ci sono dei soldi preferisce «fare un piano per un milione di bambini che vivono in povertà piuttosto che darli a chi prende 5mila euro con il contributivo».

Altro discorso è invece l’intervento, l’unico, che il governo sta studiando sulla legge Fornero. «L’impegno del governo è chiaro - spiega Renzi - ed è: liberiamo dalla Fornero quella parte di persone che, accettando una piccola riduzione, può andare in pensione con un po’ più di flessibilità. Bisogna dire che “se tu vai in pensione a questo livello prendi x. Se vai in pensione a questo altro livello, prendi questo. Scegli tu!”».

Se l’aggiustata alle pensioni è rinviata ad autunno, è questione di settimane l’approvazione finale della riforma della scuola. Il premier aveva messo in conto la sollevazione degli insegnanti. Meno, i riflettori puntati sulla moglie Agnese, professoressa a favore della «Buona Scuola». «Chi ha qualcosa da dire se la prenda con me», si sfoga ricordando anche l’avviso di garanzia, poi archiviato, al padre.

Ma le proteste non fermano il presidente del consiglio che conferma anche le detrazioni per le scuole paritarie. «Bisogna vincere i tabù ma certo, a differenza dell’Italicum, non posso imporre la mia volontà», spiega tornando ad escludere la fiducia sul testo. E la stessa determinazione la userà per affrontare l’emergenza in Libia. Oltre al gesto simbolico di andare a recuperare in fondo al mare l’ultimo barcone nel quale sono morti centinaia di migranti, il governo si sta attivando sul fronte diplomatico. All’Onu, spiega Renzi, parlando con tutti i membri del consiglio di sicurezza in vista della risoluzione di giugno. E in Europa perché tutti i paesi «accettino le quote» di profughi, dimostrando se l’accordo europeo «è serio o fuffa».

Così come serietà e non uscite da «dilettanti allo sbaraglio» è la richiesta di Renzi ai dirigenti del calcio, oggi di nuovo nella bufera del calcio scommesse. E la proposta è di un patto tra politica e mondo del calcio per «un intervento sugli stadi, perché si diano stadi di proprietà e si torni allo stadio con le famiglie» come avviene nel resto d’Europa.
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martedì 19 maggio 2015

Renzi e l’amnesia sulla legge Fornero

Renzi e l’amnesia sulla legge ForneroRenzi e l’amnesia sulla legge Fornero
di | 19 maggio 2015
PoliticaSuona paradossale la critica in bocca di chi l’ha votata: noi facevamo altri mestieri, io tappavo le buche a Firenze. È il colmo che ora dicano che bisogna restituire tutto, è ridicolo. Noi siamo qui a correggere errori di altri”. Così il premier Renzi dopo l’ok in cdm al decreto legge sulle pensioni, per la bocciatura da parte della Consulta del blocco dell’indicizzazione voluta dall’ex ministro Elsa Fornero.
Errori di altri?”. Siamo già un paese senza memoria e anche Renzi dà il suo personale contributo alla rimozione del ricordo (pratica peraltro condivisa con buona parte della politica nostrana). Ci tocca rivitalizzare le funzioni mnemoniche.
A proposito degli “errori” della legge Fornero sulle pensioni è bene ricordare quanto diceva lo stesso Renzi che, nel 2012 e 2013, oltre a “tappare le buche” da sindaco di Firenze (sognando la segreteria del Pd e Palazzo Chigi), tappava anche la bocca a chi criticava la riforma con queste parole: “La riforma Fornero è giusta, a parte gli esodati” (ansa 28 novembre 2012); “La riforma delle pensioni della Fornero è seria, quella del lavoro timida e inefficace. Bene sulle pensioni, maluccio sul lavoro” (ansa 29 novembre 2012); “La riforma Fornero andava bene, perderò qualche voto (primarie 2013, ndr) ma lo dico. La riforma non era sbagliata ma va trovata una soluzione per gli esodati” (ansa 29 ottobre 2013). Insomma: altro che errori, Renzi promuoveva a pieni voti la legge, e la rimandava solo per gli esodati.
Quanto agli “altri” che avrebbero sbagliato ad approvarla, stupisce che Renzi non ricordi che a votare la riforma Fornero fu, se non lui direttamente, visto che non era (e non è mai stato) in Parlamento, certamente il suo partito, il Pd, sostenitore convinto del governo Monti.
O meglio, non stupisce affatto. Non che Renzi non ricordi – perché il ragazzo è giovane e fresco e in realtà ha una memoria prodigiosa – ma che faccia di tutto perché non lo ricordino gli italiani.
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