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venerdì 15 maggio 2015

Sulla settima salvaguardia...?

Pensioni lavoratori precoci ed esodati: ultime notizie sulla settima salvaguardia
Aciclico Magazine14 maggio 2015
Prosegue con intensità in queste ore il dibattito sulla riforma delle pensioni: ad oggi, giovedì 14 maggio 2015, non mancano le novità per i lavoratori precoci e gli esodati, due categorie di lavoratori che sicuramente soffrono maggiormente le conseguenze dell’attuale sistema previdenziale. Gli ultimi aggiornamenti riguardano il bivio tra la quota 41 e l’assegno per il reddito minimo. Un bivio che si è allargato a dismisura a seguiti della recente sentenza della Corte Costituzionale sui rimborsi.
Sebbene Cesare Damiano, autore del sistema a quote, abbia di recente e a più riprese sottolineato che la seconda soluzione, avanzata da Tito Boeri, sia più prettamente di tipo assistenzialistico e poco incisiva per la riforma, il governo appare orientato più verso questa alternativa. E’ soprattutto una questione di costi e in questo senso la sentenza sui rimborsi non ha aiutato. Qual è la situazione ad oggi, giovedì 14 maggio 2015, per l’emergenza esodati e lavoratori precoci?
Per gli esodati è stata richiesta la settima salvaguardia: stando ai conti ufficiali dei comitati di protesta sarebbero ancora in 49 mila e 500 le persone rimaste attualmente scoperte e senza tutela. Se così fosse avrebbe ragione l’onorevole Gnecchi che, qualche giorno fa, aveva lasciato intendere che i fondi a disposizione non sarebbero bastati per coprire le esigenze di tutti e che nuove misure sarebbero dovute arrivare nel 2016. I comitati si sono opposti al conteggio della Sottocommissione del Senato lasciando trapelare che mente chi descrive quello di precoci ed esodati come un problema ormai definitivamente risolto. Appare assurdo, si legge infatti nella nota di protesta, affidare ad un sondaggio volontario competenze dell’Amministrazione Statale. Per quanto riguarda nello specifico i lavoratori precoci una parziale rassicurazione arriva dalle parole di Renzi che ha parlato di rimborsi graduali in base al reddito, lasciando prospettare tempi lunghi ma progressivamente per tutti. Questo servirebbe a compensare l’impatto della manovra sulle casse dello Stato permettendo di investire anche nella riforma delle pensioni. Un modo, quindi, per alleggerire un carico altrimenti troppo pesante
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