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mercoledì 15 luglio 2015

All'Ortigia Film Festival il dramma degli esodati

All'Ortigia Film Festival il dramma degli esodatiMonica Straniero
14 Jul 2015
La regista napoletana, Antonietta De Lillo, presenta al pubblico dell'Ortgia Film Festival, Let's go, un film documentario che, attraverso la storia di Luca Musella, noto fotografo caduto progressivamente in uno stato di povertà, racconta il dramma degli esodati italiani. “La società attuale- dice l'autrice- è fragile, isolata e quando si cade, il mondo intorno non riesce a sorreggerti”

Luca Musella, fotografo di importanti agenzie fotogiornalistiche è uno dei cosiddetti lavoratori esodati, nome terribile che la stampa ha ormai scelto per descrivere la vicenda di tutti quei lavoratori che, a seguito della riforma Fornero, si sono ritrovati all’angolo avendo già preso accordi per il traghettamento alla pensione, senza che questo potesse arrivare in ragione del cambio di requisiti operato dalla riforma. L’età pensionabile viene infatti alzata a 66/67 anni, e così vengono sconvolti tutti i conteggi e gli “esodati” si sono trovati senza stipendio, ammortizzatore e pensione.
E quello di Luca è il viaggio degli esodati che sembra la versione post moderna dell’Esodo degli Ebrei. Qui non si tratta però della lunga traversata nel deserto, attraverso il quale il popolo delle tribù di Israele si libera dalla schiavitù d'Egitto verso la libertà della terra, quanto piuttosto di una tragedia italiana.

Gli esodati sono quelli che come Luca hanno perso tutto e che si alzano la mattina con la speranza che qualche divinità benigna gli restituisca quello che gli spettava. Per Luca è un viaggio in treno, da Napoli, sua città natale, fino a Milano, luogo dove è costretto a reinventarsi per non fermarsi, per non sentirsi inutile.
“Luca è un mio amico, lo conosco da anni e abbiamo lavorato anche insieme. Un giorno mi ha rivelato che voleva raccontare la mia vita ma gli ho risposto che sarebbe stato più interessante girare un documentario sulla sua storia. Così ha scritto un testo lettera e si è fatto portavoce di una condizione universale, specchio di un’Italia in crisi”, rivela Antonietta De Lillo al pubblico dell’Ortigia Film Festival, la kermesse cinematografica in scena nel cuore di Siracusa fino al prossimo 16 Luglio.
Con Let’s go la regista napoletana è, infatti, salita su quel treno e ha ascoltato la voce di Luca, mentre le immagini restituiscono la stessa forza e l’intensità delle parole di chi si vede costantemente chiudere le porte in faccia ma affronta la nuova esistenza con dignità, senza rabbia e senza piangersi addosso.
“La povertà vuol dire anche libertà e oggi mi accorgo che forse nella mia vita precedente ho indossato delle maschere pur di adattarmi all’ambiente borghese che mi circondava”, racconta Luca nel documentario. Non la pensa così l'economista di origini indiane, Amartya Sen quando dice che "un lavoro dignitoso, la copertura sanitaria, eccetera, hanno a che fare con la libertà economica. L'idea di libertà è correlata alla nostra libertà di decidere cosa vogliamo scegliere. Non basta il permesso di farlo, occorre essere nella capacità di farlo”.

Antonietta De Lillo

Dopo La pazza della porta accanto su Alda Merini, la regista torna ad indagare vite ai margini. “La società attuale è fragile, isolata e quando si cade, il mondo intorno non riesce a sorreggerti”. Siamo fragili a causa di una crisi che viene da un deficit politico e dall’indifferenza generale che nel prossimo futuro potrebbero rivelarsi germi di tensione sociale e di conflitto a causa dell’aumento delle diseguaglianze.
Il film evita di parlare degli esodati come se si trattasse di una specie animale o una categoria sociologica, ma propone una maggiore partecipazione civica al loro disagio per squarciare il velo di dimenticanza che si è creato dopo che sei decreti governativi hanno provato a sistemarli. Oggi gli esodati esistono ancora, rimasti da soli e con i loro problemi irrisolti.
E se si chiede alla regista: Non hai sentito il dovere di fare qualcosa? “Ho provato più che altro ad essere l’anello di congiunzione tra il vecchio mondo di Luca, moglie, figli e parenti e il suo nuovo mondo fatto di persone che ogni giorno come lui si rimboccano le mani per sbarcare il lunario. Tra questi, gli immigrati che gli hanno mostrato una grande solidarietà, mentre gli amici borghesi e il suo passato lo hanno dimenticato in fretta. E poi Luca ha ancora capacità artistiche notevoli che gli consentiranno di risalire”.

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