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sabato 4 luglio 2015

C'era una volta il lavoro, e ci siamo noi...

Dal blog del comitato esodati di Lodi
mercoledì 1 luglio 2015

C'era una volta il lavoro, e ci siamo noi...




















Ci siamo ritrovati con la forza che ormai sappiamo essere nostra, e soltanto nostra: la quarta edizione di C'era una volta il lavoro, nella bellissima cornice del chiostro del liceo Verri di Lodi, ha visto scorrere un'impressionante flusso di testimonianze, idee, musiche, partecipazione. Il punto di partenza è stato Non siamo qui per le caramelle perché quel libro, raccontando l'odissea degli esodati e in particolare del comitato esodati di Lodi è diventato nel giro di pochissimo tempo un manuale di "resistenza alla crudeltà". Tanto è vero che subito dopo l'estate, Non siamo qui per le caramelle andrà in ristampa, a riprova dell'attenzione che ha saputo suscitare. Da lì in poi vogliamo ringraziare e ricordare chi è intervenuto, dal vicesindaco di Lodi, Simonetta Pozzoli, che ha acconsentito a inserire C'era una volta il lavoro nel contesto dei programmi di Lodi al sole a Francesco Cisarri, segretario generale della FILCTEM di Lodi, e soprattutto amico, che una volta di più ha sottolineato le asperità quotidiane che deve affrontare chi vive del proprio lavoro. Siamo stati felicissimi, e onorati, di condividere il palco di C'era una volta il lavoro con Massimo Merlo e idealmente tutti gli operai della Innse di Milano, con cui abbiamo collaborato anche all'organizzazione della proiezione del loro straordinario film, Dell'arte della guerra al cinema Fanfulla. Ci siamo ritrovati a confrontarci, con storie diverse e distanti, ma con lo stesso spirito, con l'assoluta certezza che stiamo dalla stessa parte. Con loro è arrivato Daniele Tenca che si è prestato con rara sensibilità e si è trovato subito a casa: con la sua piccola ed economica chitarra (perché blue collar lo si è fin nei dettagli) ci ha regalato i brividi per la versione della canzone dedicata proprio agli operai dell'Innse e con la bella, pertinente e toccante versione di Factory di Bruce Springsteen, canzone che, nella sua traduzione, chiude Non siamo qui per le caramelle. Se Daniele Tenca aveva cominciato con Bruce Springsteen, Luca Milani ha concluso nello stesso modo, sfoderando la sua magnetica versione di No Surrender al termine di un breve set in cui ha incantato con le sue ballate aspre, asciutte, taglienti e con una voce ipnotica. Splendidi anche gli interventi fuori programma: Mario Gilardoni ha saputo strappare un sorriso, per quanto amaro, nella sua veste di clown,  sfoderando una verve irresistibile, mentre Nagaila Calori, una delle più belle voci del panorama musicale italiano, non soltanto si è prestata per leggere pagine di Non siamo qui per le caramelle, ma ha anche incantato con una performance speciale. Chiusura (ma aveva avuto anche il compito di inaugurare la serata) per Evasio Muraro: il percorso di Scontro tempo, il suo ultimo album, si è intrecciato in modo inesorabile con questi anni importanti del comitato esodati di Lodi e concludendo la quarta edizione di C'era una volta in lavoro ha voluto celebrarlo, partendo con l'inno degli esodati, Puzzo di fame, per passare attraverso Infinito viaggio, Il mondo dimentica e la stessa Scontro tempo. Accompagnato da Fabio Cerbone alla chitarra, Marco Denti al basso, Cesare Bernasconi alla batteria e Fidel Fogaroli al pianoforte, Evasio Muraro ha ricordato uno per uno tutti gli esodati prima di chiamarli sul palco, con un altro ospite a sorpresa, Emanuele De Francesco, per cantare e ballare insieme Andare camminare lavorare, una canzone del cantautore livornese Piero Ciampi che, prima o poi, era destinata diventare la sigla di C'era una volta il lavoro. Ringraziamo anche i ragazzi del pub The Bridge per l'ospitalità e per le birre nonché Gli orti del Pellicano per le verdure e per averci dato la possibilità di raccontare di raccontare una proposta di difesa del lavoro e della qualità della vita (e del cibo, va da sé) che ha molto da raccontare e che siamo felicissimi di aver condiviso fin dall'inizio. Un particolare ringraziamento, infine, a Marco Grechi per il reportage fotografico.

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