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martedì 29 settembre 2015

7^ salvaguardia, pronta (?) La CGIL spinge per i precoci

PENSIONI, SETTIMA SALVAGUARDIA PRONTA PER ESODATI, LA CGIL SPINGE PER I PRECOCI
Il governo è accerchiato, da ogni parte arrivano spinte per gli esodati e per i precoci, la commissione lavoro è pronta la Cgil spinge per i precoci.
Pubblicato il:28 settembre 2015
CIRO TROCCOLI - Esperto di Lavoro
Governo accerchiato sulle pensioni: da una parte la Commissione Lavoro della Camera,con Cesare Damiano in testa in qualità di presidente e l'on. Incerti e fargli da solida spalla,dall'altra i sindacati con la responsabile confederale Vera Lamonica della Cgil. L'on. Antonella Incerti, del partito democratico, aveva annunciato qualche giorno fa l'ufficializzazione di due emendamenti a favore dei lavoratori esodati, ora l'on. Cesare Damiano comunica che mercoledì prossimo 30/09la commissione lavoro licenzierà il testo definitivo sulla settima salvaguardia. Sul versante sindacale, Vera Lamonica della Cgil rende nota la posizione del suo sindacato a proposito dei lavoratori precoci, affermando che è giunto il momento di porre rimedio all'annosa questione dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare giovanissimi, rinunciando a divertimenti ed anche allo studio per rinchiudersi dentro le quattro mura di una fabbrica per aiutare economicamente la propria famiglia in difficoltà.
Esodati, vertenza al termine con la settima salvaguardia? Damiano pronto con la commissione
La proposta di legge elaborato unitariamente dalla commissione lavoro, è caratterizzato da quattro articoli. Nel primo è prevista la salvaguardia dei lavoratori della scuola (l'arcinota quota 96) ma non di tutti i 4000 in un primo tempo censiti dal Miur, bensì di soli 2500. Il perchè di solo 2500 è presto detto: dal gennaio 2012, data in cui entrarono in vigore le rigide norme, fortementepenalizzanti nei confronti del personale scolastico, della legge Fornero, molti docenti sono andati in pensione “motu proprio” perché nel frattempo hanno raggiunto i requisiti previsti dalla Fornero. Sempre nel primo articolo è prevista la salvaguardia dei macchinisti ferrovieri ed uno scivolo di pensionamento per ilavoratori pubblici che entro il dicembre 2012 avevano raggiunto la vecchia quota 96; il secondo articolo riguarda l'estensione della salvaguardia a quei lavoratori che entro il dicembre 2011 erano rimasti senza lavoro a vario titolo (si ipotizza sui 25000) .Nel terzo articolo viene posto fine alle penalizzazioni sulla liquidazione della pensione prima del 2015. Le coperture finanziarie del provvedimento sono contenute nel quarto articolo.

La posizione della Cgil sui lavoratori precoci attraverso il pensiero di Vera LamonicaPer la segretaria confederale della Cgil Vera Lamonica è giunto il momento per scrivere la parola fine sulla triste vicenda dei lavoratori precoci che abbiano raggiunto i 41 di contributi. Deve essere questo il tetto massimo di contribuzione per chi ha iniziato a lavorare prima dei 20 anni di età. L'occasione ci è data, secondo Vera Lamonica, dalla legge di stabilità. E' questa l'occasione propizia per approvare il disegno di legge 857 Damiano - Baretta, che permetterebbe ai precoci di uscire dal mondo del lavoro indipendente dall'età anagrafica avendo versato 41 anni di contributi.
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14 commenti:

  1. "La Cgil rende nota la posizione del suo sindacato a proposito dei lavoratori precoci, affermando che è giunto il momento di porre rimedio all'annosa questione dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare giovanissimi, rinunciando a divertimenti ed anche allo studio per rinchiudersi dentro le quattro mura di una fabbrica per aiutare economicamente la propria famiglia in difficoltà."
    ERAVAMO NEL PIENO DEL BOOM ECONOMICO, E QUASI NESSUNA FAMIGLIA IN QUEL PERIODO ERA IN DIFFICOLTA' ECONOMICA.

    CHI IN QUEL PERIODO HA LASCIATO LA SCUOLA DOPO LA 3^ MEDIA,
    LO HA FATTO PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE NON AVEVA VOGLIA
    DI STUDIARE.
    Io quegli anni li ho vissuti, e CIRO TROCCOLI esperto del lavoro deve documentarsi
    meglio, prima di scrivere certe fesserie.

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    Risposte
    1. Capitare casualmente sui commenti e trovarne uno scemo...
      Io ho chiesto al mio padrone il permesso di assentarmi per svolgere l'esame di terza media, a giugno e sono stato assicurato a novembre dopo che per 2 volte sono stato fatto scappare nei campi vicini alla fabbrica perché era venuto l'ispettorato del lavoro. Era il 1971. Mio padre lavorava in una fornace e, finito il suo orario lavorava come contadino nell'ettaro di terra inglobata nel contratto di affitto a mezzadria della casa colonica dove abitavamo. Eravamo 6 in famiglia. Non so se hai idea di quanto rendesse allora l'abbinamento di 2 lavori del genere. Fatto sta che, con le lacrime agli occhi, mio padre a 14 anni non ancora compiuti mi disse che DOVEVO andare a lavorare per permettere almeno ai miei fratelli di poter studiare. Lui più di così non poteva. Non avevamo radio né TV, né leggevamo giornali. La vita era solo lavoro, lavoro e lavoro,

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    2. Forse il Signore che ha scritto il commento sarà stato uno dei figli di papà che si potevano permettere di non abbandonare la scuola. Evidentemente parla per se e non conosce la realtà VERA dei PRECOCI

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    3. Nessun figlio di papà: andato in pensione a 61 anni con 40 anni di lavoro.
      Sei un precoce, hai iniziato a 14 anni e hai 42,5 anni di contributi, oggi
      a 56,5 anni puoi andare tranquillamente in pensione.

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    4. Estrema ignoranza.
      Beato te che ignori, perché non l'hai vissuta, la crisi a fine anni '70 - inizi '80. Io sì ho anche occupato la fabbrica dove lavoravo finché attraverso il sindacato e le istituzioni abbiamo trovato un imprenditore che la rilevasse.
      Lo dico solo per altri, nel tuo mondo questo non è contemplato.

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  2. Risposte
    1. Finalmente un intervento sensato.
      In risposta all' Anonimo30 settembre 2015 09:15,
      "Capitare casualmente sui commenti e trovarne uno scemo..."
      Ricordati una cosa, in questa situazione ci ti ha messo tuo padre
      e non lo stato, quindi se non hai potuto continuare gli studi, e cominciato a lavorare a 14 anni, per giunta non in regola, devi ringraziare soltanto lui,
      se ora devi continuare a lavorare non potendo andare in pensione.
      soltanto lui.

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    2. Avevo detto scemo. Mi sbagliavo. la parola giusta era... ignorante. Solo uno che non sa cosa significhi l'indigenza parla a vanvera mostrando la propria ignoranza.
      Mio Padre ha fatto tutto l'umanamente possibile per darci una vita degna:
      doppio lavoro in fornace e contadino mezzadro - se non sai cosa significa, taci!;
      e pure stato emigrante in Svizzera - se non sai cosa significa, taci!
      Goditi la tua salutare ignoranza e non permetterti giudizi su chi ha vissuto una vita per la famiglia ed i figli.
      Quando, piangente, mi chiese di andare a lavorare, ha fatto di più di ciò che avrebbe potuto fare con le parole. E io ne sono orgoglioso.
      Altro che colpa!
      La colpa sta in chi ha continuamente cambiato le regole non mantenendo i patti sottoscritti, anzi, le ha applicate in modo retroattivo.
      Ma perché mi sbatto per dirtelo? Tanto tu non lo puoi capire!

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    3. Scemo o ignorante, non ha nessun significato per me.

      A maggior ragione, essendo una famiglia in condizioni di indigenza,
      tuo padre, avrebbe dovuto tutelarti e permetterti di studiare, dato che
      quando hai lasciato la scuola era il 1971 e non il 1960.
      Non è cambiato niente, in quegli anni erano gli italiani a sfornare figli,
      pur essendo senza reddito, adesso sono gli extra comunitari a farlo.
      Io capisco benissimo, ma alla situazione attuale occorrono 42,5 anni
      di lavoro per poter andare in pensione.
      Mi auguro, che avendo cominciato a lavorare a 14 anni, tu abbia ormai
      i requisiti.

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    4. Proprio fiato sprecato. Mio padre ha fatto il PADRE, educandomi con l'esempio e facendo tutto ciò che doveva, anzi di più, dal punto di vista economico.
      Se per te la genitorialità è "sfornare figli" deve proprio essere una vita triste la tua.
      Se il tuo, invece, ti ha garantito l'agiatezza economica dei figli unici permettendoti di studiare, non ha fatto un bell'affare. Soprattutto se le parole "scemo" o "ignorante" non ti dicono niente, neanche etimologicamente.
      I Saggi, dalle mie parti dicono: «Hanno venduto la mucca per farlo studiare... era meglio che vendessero lui e facessero studiare la mucca».

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    5. Ho qualche anno più di te, e anche mio padre ha dovuto fare un secondo
      lavoro per poter mantenere 3 figli, e poterli farli studiare.
      Tutto questo con enormi sacrifici, sia da parte sua che da parte nostra.
      Io sono andato in pensione a 61 anni con 40 anni di contributi, ma tu in ogni caso, nonostante la Fornero, anche avendo da giovane lavorato in nero, potrai andare in pensione prima dei 60 anni.

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    6. Quindi svanisce tutta l'incoscenza di un PADRE che "sforna i figli"? Ne sono contento. Ho lavorato in neo da metà giugno a novembre perché compiuto 14 anni a settembre, e quindi per 2 mesi, in una realtà locale dove quello che oggi chiamiamo "lavoro minorile" nelle famiglie contadine e nelle fornaci della zona erano il modo "naturale" per contribuire alle entrate famigliari e al diventare grande, al maturare precocemente necessario alla sopravvivenza. Cosa che ha sconfinato anche nella prima industrializzazione, intesa nell'accezione moderna di questo termine.
      Oggi i giovani sono sempre più scolarizzati e, anche dopo il lungo percorso scolastico, non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, perché leggi come quella della Fornero (solo ultima in ordine di tempo) pensano solo a mantenere al lavoro chi c'è e non permette il ricambio generazionale. Quando succede chi subentra paga per di più un dazio molto pesante di paghe inadeguate al costo della vita, insuffuciente a metter su famiglia negli alveari che lo sviluppo edilizio ci ha propinato, e l'incertezza di un lavoro utile a costituirsi un futuro pensionistico che anche qualora fosse raggiunto non permetterà la costituzione di una rendita sufficiente a vivere.
      Un disastro nel quale le figure della generazione prima della mia si stagliano come giganti e dove l'indice accusatore verso i "peccati" del doppio lavoro (ammetti che anche tuo padre l'ha fatto) hanno garantito il nostro futuro più di ciò che ha fatto lo Stato amministrato da persone strapagate, che per questo 'ste cose non le possono capire.
      Ecco perché, al di là della situazione personale e singola di ciascuno di noi, bisogna sapere dove siamo e verso dove stiamo andando coi veicoli proposti dai governi e dalle loro leggi. Come quella della Fornero.

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    7. Ultima risposta al precoce Anonimo2 ottobre 2015 09:42
      Cominciamo ad essere più pratici ed entrare nel vivo della questione:
      che età anagrafica hai e quanti contributi hai.
      Se hai ascoltato oggi il telegiornale, un nostro comune amico, un certo
      Niki Vendola, è andato in pensione a 57 anni con più di 5.000 euro netti
      di pensione al mese, pur continuando a fare e quindi stipendiato
      il governatore della Puglia.
      Chiedi a lui quanti figli ha fatto studiare con tanti sacrifici!


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    8. Non ti seguirò in un ragionamento che sposta il discorso.
      Soprattutto perché sei partito/a da un'affermazione inaccettabile e poi non hai ammesso di aver sbagliato.
      L'affermazione di estrema ignoranza era questa:
      «ERAVAMO NEL PIENO DEL BOOM ECONOMICO, E QUASI NESSUNA FAMIGLIA IN QUEL PERIODO ERA IN DIFFICOLTA' ECONOMICA.
      CHI IN QUEL PERIODO HA LASCIATO LA SCUOLA DOPO LA 3^ MEDIA, LO HA FATTO PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE NON AVEVA VOGLIA DI STUDIARE.
      Io quegli anni li ho vissuti, e CIRO TROCCOLI esperto del lavoro deve documentarsi meglio, prima di scrivere certe fesserie».

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