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mercoledì 16 settembre 2015

Lega occupa Mef e banchi del governo. Salvini: "Fornero legge infame"

Esodati, Lega occupa Mef e banchi del governo. Salvini: "Fornero legge infame"

Dopo il presidio inscenato davanti al ministero dell'Economia, la protesta va in scena anche alla Camera e al Senato. M5s: "Una sceneggiata, a noi ci avrebbero preso a calci". Il Tesoro: "Valutiamo soluzioni". Sindacati insoddisfatti dell'incontro con il sottosegretario Baretta. Landini: "Non solo esodati: una follia alzare l'età pensionabile"
MILANO - "Occupiamo il ministero dell'Economia". Di più: "Lasceremo il palazzo solo quando verrà trovata una soluzione per gli esodati". E ancora: "Adesso entriamo, ma non sappiamo quando usciremo". Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, sceso in piazza con i sindacati per manifestare di fronte alle sede del ministero dell'Economia è un fiume in piena e addirittura ammette di essere pronto a votare con il Pd "pur di cancellare la Fornero. E' una legge infame, abbiamo perso la pazienza. Non è possibile passare il tempo parlando di riforma del Senato, costituzione e matrimoni gay, mentre c'è una legge che sta per compiere 4 anni e ha derubato milioni di italiani".

Il Carroccio alza ancora i toni sul problema dei lavoratori senza occupazione né pensione: "Noi ora occupiamo il Ministero dell'Economia e poi nel pomeriggio andremo nelle aule di Camera e Senato e bloccheremo i lavori parlamentari", annuncia il capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, definendo insoddisfacente l'incontro con il sottosegretario Baretta e dicendo di attendere "risposte dal ministro Padoan". "L'occupazione si trasferisce alla Camera e al Senato perché durante tutta la mattinata nè Renzi nè nessun ministro si è degnato di trovare dieci minuti di tempo per dare una risposta alle centinaia di donne e di uomini massacrati dalla legge Fornero", conferma Salvini uscendo con alcuni suoi parlamentari dalla sede del ministero di via XX Settembre.

Esodati, Salvini occupa il Mef: "Legge Fornero infame, o cambia o facciamo la guerra"

Parola mantenuta: nel pomeriggio i deputati della Lega hanno occupato i banchi del governo nell'Aula della Camera. Il vicepresidente dell'Aula, Roberto Giachetti, ha richiamato all'ordine Barbara Saltamartini, Cristian Invernizzi, Roberto Simonetti e Stefano Allasia, quindi ha sospeso la seduta invitando i deputati questori a sgomberare i banchi dell'esecutivo. Per le 16,30 è annunciata un'analoga manifestazione a palazzo Madama. L'"occupazione" dura una ventina di 20 minuti, poi, liberando i banchi, il capogruppo Fedriga spiega: "Non facciamo la rissa con i commessi, non siamo come i grillini". Poi, con ironia: "Peccato che mi sia capitata la poltrona del ministro Alfano". Piccata, la deputata M5s Carla Ruocco commenta: "Fossimo stati noi a occupare i banchi del governo ci avrebbero preso a calci. Invece a questi manca poco che gli servano cappuccino e cornetto. Forse perché le nostre proteste sono realmente scomode e non delle messe in scena come quelle della Lega". Poi, ancora Fedriga, con ironia: "Peccato mi sia toccato il posto di Alfano".

Poco prima delle 17, ecco ripetrsi la scena a Palazzo Madama, con Giacomo Stucchi che chiede al governo una soluzione alla questione esodati e i senatori leghisti che subito dopo lasciano il proprio posto per andare ad occupare gli scranni riservati all'esecutivo. "Senatore Crosio non si faccia portare via in quel modo", ha il tempo di dire la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, prima di sospendere la seduta, che era appena iniziata con all'ordine del giorno il ddl sulle missioni internazionali.

In mattinata sotto lo striscione "salvaguardia per tutti gli esodati" i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, insieme al Comitato Opzione donna e a diversi coordinamenti degli esodati, erano in piazza proprio sotto al ministero del Tesoro per chiedere tutele per gli ultimi 50 mila lavoratori senza stipendio e senza pensione dopo la riforma Fornero. A fianco dei sindacati scende anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che chiede una soluzione al problema degli esodati "entro la legge di stabilità. Dobbiamo fare tutto il possibile per ripristinare il fondo esodati. I risparmi non possono essere inglobati dal debito generale, e stupisce la diversa interpretazione dei tecnici del Mef".

L'incontro di una delegazione dei lavoratori con il sottosegretario del Mef Pier Paolo Baretta per chiedere il reintegro delle risorse nel fondo di salvaguardia termina in un nulla di fatto. "Abbiamo detto che li rincontreremo fra una quindicina di giorni, intanto faremo tutti gli approfondimenti al nostro interno", spiega poi il sottosegretario, aggiungendo che sul tavolo "non c'è solo il tema della salvaguardia ma anche il tema dell'opzione donna e il problema della cosiddetta flessibilità. La questione - sottolinea Baretta - presenta più di un risvolto e noi stiamo lavorando".

Ma i sindacati sono "assolutamente insoddisfatti - riferisce Vera Lamonica della Cgil -. Il governo ha preso tempo, ha detto che non è pronto e che ci darà una risposta tra due settimane, ma la questione va risolta prima della legge di stabilità. Noi vogliamo fatti concreti e non molliamo: continueremo ad essere in piazza". Nicola Marongiu, presente all'incontro con i deputati per conto della Cgil, giudica invece un "successo" la manifestazione al ministero dell'Economia e "positiva" anche la riunione con la Commissione lavoro della Camera, che ha confermato "l'impegno a trovare una soluzione in tempi brevi. I deputati hanno riferito che presenteranno interpellanze nei prossimi giorni ai ministri competenti per continuare in sede parlamentare a sollecitare il governo a rendere disponibili le risorse per il Fondo esodati, prima della legge di Stabilità".
"Serve una soluzione definitiva sugli esodati. E' indegno lasciare le persone senza pensione e salario. Il Governo si convinca: La Fornero va cambiata" scrive su Twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, testimoniando la sua vicinanza ai 50 mila esodati. "Siamo insoddisfatti e la nostra volontà è di continuare la mobilitazione - aggiunge Maurizio Petruccioli della Cisl - per noi la legge è chiarissima e tanto il Parlamento tanto il ministro del Lavoro, Poletti ci avevano dato assicurazione che i soldi del fondo esodati c'erano". Nel frattempo una nota congiunta dei ministeri dell'Economia e del Lavoro spiega che "il Governo studia soluzioni alle situazioni di "disagio" degli esodati con scarse possibilità di ricollocamento che non sono rientrati nelle sei salvaguardie giù varate negli anni scorsi dopo l'approvazione della riforma Fornero".

Per il momento, però, al vaglio dell'esecutivo non ci sono ancora proposte concrete per i lavoratori che avevano sottoscritto collettivamente accordi di incentivo all'esodo: "Il governo sta attualmente valutando una soluzione. Il ministro Padoan e il ministro Poletti - recita la nota - stanno seguendo i lavori con l'obiettivo di dare una risposta alle situazioni di disagio". I sindacati però protestano e ricordano che sono 3 miliardi i risparmi dei precedenti stanziamenti per gli esodati. Alla situazione degli esodati si unisce quella di Opzione donna, la norma del 2004 che prevede la possibilità per le lavoratrici di andare in pensione a 57 anni di età con 35 di contributi e il calcolo contributivo per chi matura i requisiti fino alla fine di quest'anno, "ma non viene applicata", spiega la coordinatrice del Comitato Opzione donna Dianella Maroni.

Per il leader della Fiom Maurizio Landini, "il tema non è solo quello degli esodati ma dell'intera riforma delle pensioni" e "le forme di lotta vanno discusse di volta in volta, ovviamente escludendo ogni tipo di violenza, che non fa parte della nostra storia". Per il segretario della Fiom, che interviene nel dibattito da Potenza, "il problema delle pensioni è sotto gli occhi di tutti: è stata una follia portare l'età pensionabile a 70 anni, bisogna abbassarla, differenziandola tra i vari lavori, che non sono tutti uguali. Siamo il Paese con la media più alta d'Europa, e questo porta anche a un aumento della disoccupazione giovanile. Landini chiede l'apertura di una vertenza "seria, poiché quello che è stato fatto finora è semplicemente tagliare, perché ce lo chiedeva l'Europa, e oggi - conclude Landini - stanno emergendo tutte le contraddizioni".
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