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domenica 29 novembre 2015

Poletti: capitolo esodati si chiude con la settima salvaguardia

Pensioni, Poletti: capitolo esodati si chiude con la settima
salvaguardia
Domenica, 29 Novembre 2015
Scritto da Paolo Piva
Tutto ciò che poteva essere fatto sulle pensioni è già nella legge di stabilità. Con la settima salvaguardia si chiude la vicenda degli esodati.
Quello che abbiamo valutato si potesse fare sulle pensioni è nella legge di stabilità. Io, in particolare, credo molto nel part-time per gli ultimi tre anni di vita lavorativa. Dobbiamo valorizzare i modelli organizzativi che consentano lavoro più flessibile nella parte finale del proprio lavoro. Lo sostiene il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti in una intervista raccolta oggi sul Sole 24 Ore. Quanto al Piano Boeri il Ministro frena, soprattutto sulla possibilità di ridurre i trattamenti pensionistici in essere, oltre i 3.500 euro lordi, il capitolo più controverso della proposta elaborata dal Presidente dell'Inps. "E' una sua idea. Nessun problema. Ma credo sia chiaro che l’Inps ha la funzione di gestire il sistema previdenziale, mentre la responsabilità delle decisioni è del Parlamento e del Governo. Le cose sono molto chiare".
Poi il capitolo esodati: "Siamo arrivati vicini alla conclusione di questa situazione. Dobbiamo sapere che ci sono casi che non andrebbero inserite nella tipologia degli esodati, sono gruppi di lavoratori che con la legge Fornero si sono visti modificare in modo forte la loro condizione e quindi vorrebbero superare quella riforma e tornare a condizioni precedenti. Ma questo non è possibile farlo attraverso la logica dei veri esodati. Qui c’è un problema diverso".
Quanto alla flessibilità in uscita Poletti ha ribadito nei giorni scorsi la volontà di affrontare il tema: "Nell'arco del 2016 saremo in grado di fare una proposta sulla flessibilità in uscita dal lavoro. Non siamo stati ancora così bravi da riuscire a risolvere questo problema, che è figlio anche del fatto che la contabilità dello Stato deve avere una copertura nell'anno in cui si realizza". E ancora: "Le operazioni troppo semplici rischiano di essere ingiuste. Qualsiasi soluzione sul tema deve essere sostenibile dal punto di vista sociale, quindi eventuali ritocchi devono essere compatibili con una vita dignitosa, e che stia dentro il bilancio pubblico".
(Leggi)

3 commenti:

  1. Ancora un sacco di palle (chiamiamole come si chiamano ) , per tutti coloro che lavorano da quando hanno 15 anni, sono sfatti malati e stanch,i e si vedono costretti a rubare un occupazione ai loro figli che vagano disoccupati per il paese,ora rimandano al 2016 ?!? ma sappiamo tutti che alla fine di quell 'anno i lavoratori precoci andranno cmq in pensione ( se la salute li assiste) perchè ormai avranno alle spalle 43 anni di contributi ,Vergogna Poletti poi . almeno Renzi l'ha fatto vedere subito che non gliene fregava niente perlomeno è stato piu coerente da subito anche se falso anche lui

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    1. "per tutti coloro che lavorano da quando hanno 15 anni, sono sfatti malati e stanchi, e si vedono costretti a rubare un occupazione ai loro figli che vagano disoccupati per il paese."
      Nella maggior parte degli stati europei, non si va in pensione prima dei
      65 anni, quindi chi a 60 ed è al lavoro, non ruba il posto a nessuno!
      Hai cominciato a lavorare a 15 anni, dato che oggi servono 42,5 anni di contributi per poter andare in pensione, ringrazia che a 58 anni potrai
      accedervi (sempre che tu abbia versato tutti i contributi).

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  2. che differenza c'e' tra uno che per un giorno si e' visto protrarre la pensione per sette anni e chi invece l'ha programmata tra cinque anni ? le condizioni cambiano per tutti.Poiche' la legge cambia per tutti.. quindi o tutti salvaguardati o nessuno..

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