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domenica 24 aprile 2016

I sindacati insistono: la Legge Fornero diventata socialmente insostenibile

Stamane si è svolta a Roma la manifestazione nazionale delle categorie dei lavoratori più danneggiati dalla legge Fornero, lavoratori precoci, esodati e lavoratrici di Opzione Donna, dall’altro lato i sindacati insistono col Governo per modificare la Legge Fornero diventata socialmente insostenibile
Riforma pensiono 2016 manifestazione 22 aprileAlla manifestazione di oggi 22 aprile indetta dalle organizzazioni sindacali a Roma davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanza sono stati presenti le tre categorie di lavoratori che sono state penalizzate maggiormente dalla legge Fornero del 2011, lavoratori precoci, esodati, mobilitati e lavoratrici di Opzione Donna. Le richieste vertono sempre sulla Quota 41 come unico requisito per accedere alla pensione senza limiti di età, né penalizzazioni sul trattamento previdenziale, l’ottava salvaguardia per gli altri 24mila lavoratori rimasti fuori dalle precedenti tutele, e la proroga del regime Opzione Donna che consente l’accesso alla pensione con 57 anni di età e 35 di contributi, in cambio del calcolo col sistema contributivo.
Alla manifestazione è stato presente il presidente della Commissione alla Camera, Cesare Damiano, e Rosario Trefiletti di Federconsumatori. Sul fronte sindacale, la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, critica l’ipotesi del prestito pensionistico che sembra tornare in auge: “Quando si parla di prestito si parla di pensioni che valgono 900/1000 euro al mese. Che cosa si prestano? Possiamo smetterla di trovare ipotesi in libertà che hanno tutte lo stesso significato? Cioè che il Governo, dopo avere annunciato 27 volte che affrontava il tema delle pensioni, non lo vuole fare. Discutiamo di questo”.
La leader della Cgil ribadisce che con l’attuale rigido sistema pensionistico si mantengono bloccati lavoratori troppo anziani e non si offre alcuna prospettiva di lavoro alle giovani generazioni. Alla Camusso fa eco anche la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan che ritiene la riforma delle pensioni sempre più indispensabile e urgente: “Siamo un Paese in cui si va in pensione a 66-67 anni a prescindere dal lavoro che si fa e dagli anni di contributi versati. E questo è improponibile”. La segretaria della Cisl chiede al Governo un percorso di confronto: “Se il Governo ha una proposta si confronti con chi rappresenta i lavoratori e i pensionati”.
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