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mercoledì 15 giugno 2016

Il tavolo di confronto governo-sindacati


L'Analisi|oggi il tavolo di confronto governo-sindacati

Dall’Ape al part time agevolato: come allontanare l’ottava salvaguardia-esodati 

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Al tavolo di confronto governo-sindacati che si apre oggi i ragionamenti che condurranno all’indicazione di policy concrete - a cavallo tra la contrattualistica e l'opzione previdenziale flessibile – partiranno da casi di crisi industriali molto concreti. Quelli ben noti non solo al ministero del Lavoro ma anche al ministero dello Sviluppo economico: situazione come quella di Piombino o del Sulcis, per fare qualche nome. E le misure che i tecnici di Tommaso Nannicini e Giuliano Poletti stanno mettendo in riga potrebbero risultare ben cucite a misura dei tanti lavoratori espulsi da quei contesti produttivi in crisi e per i quali i margini di un ammortizzatore sociale si sono ormai esauriti.
Si punta su Ape e Rita
Anche per gestire queste realtà si punterebbe dunque sulla sperimentazione dell’Ape, l’anticipo pensionistico finanziabile con il coinvolgimento del sistema bancario o con l'utilizzo di una rendita integrativa temporanea anticipata (Rita) per coloro che a suo tempo aveva puntato anche sulla pensione complementare. Oppure sull'Ape finanziata direttamente dalle aziende in ristrutturazione, le stesse cui potrebbe arrivare un aiuto per sostenere processi di formazione e ricollocazione finanziati anche con un utilizzo mirato dei fondi europei.
Agli strumenti si aggiunge il part time agevolato
Strumenti ai quali andrebbe aggiunto il debuttante part-time agevolato, in vigore dal 2 giugno scorso per i dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato che hanno già il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia ma matureranno quello anagrafico entro il 2018. Il part time è definito “agevolato”, lo ricordiamo, perché consente di avere una retribuzione ridotta in misura minore rispetto alla variazione di orario e la contribuzione figurativa a fini previdenziali.

Un nuovo sentiero per le politiche di protezione dei lavoratori
Se queste saranno le proposte messe in campo significa allora che, finalmente, possiamo cominciare a sperare che siano davvero chiuse due stagioni di politiche passive o correttive più dolorose e costose che ci ha imposto la crisi: quella degli ammortizzatori in deroga e quella delle salvaguardie per gli esodati della riforma Fornero (12 miliardi spesi per 170mila soggetti). Vuol dire, in altre parole, che il governo si sta per incamminare lungo un sentiero di politiche di attivazione e protezione dei lavoratori diverso. Sapremo con la legge di Bilancio 2017 quante risorse verranno messe su questo piatto ma oggi il punto da registrare non riguarda le risorse. Conterà la qualità delle soluzioni adottate e conterà il loro stretto monitoraggio. Che potrebbe anche essere appannaggio del nuovo Istituto nazionale di analisi delle politiche pubbliche (Inapp) che ha preso il posto del vecchio Isfol. 
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