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venerdì 21 dicembre 2018

Esodati a Radio Cusano Campus

Si parla di Esodati a Radio Cusano Campus

Intervista a Salvatore Bello

https://www.tag24.it/podcast/salvatore-bello-esodati/

sabato 15 dicembre 2018

Presidio all'INPS il 17 dicembre 2018

Gli Esodati chiedono:
- di essere ascoltati dal Governo
- l'emanazione della promessa NONA SALVAGUARDIA nella Legge di Bilancio attualmente in discussione.
- che si metta la parola FINE al calvario di questi cittadini che ancora NON salvaguardati
- che i 6.000 residui esodati abbiano lo stesso diritto al pensionamento di tutti gli altri.

giovedì 6 dicembre 2018

Ancora nessun fatto. Lo scriviamo a tutti

Esodati: l’accorata lettera al Governo per la nona salvaguardia
Gli esodati rimasti esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche rivolgono un appello al Governo affinché la Nona Salvaguardia sia inserita nel maxi-emendamento governativo alla Legge di Bilancio 2019.
Autore: Antonella Viviano
6 dicembre 2018
Gli esodati rimasti esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche già varate sono 6.000. In rappresentanza del Comitato Esodati ancora esclusi, Emilio Caligaris, Elena Furgeri, Paolo Papa, Gabriella Raffa, Gabriella Stojan e Roberta Zangrilli, tutti esodati in attesa di essere salvaguardati, hanno scritto una lettera aperta rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro On. Luigi Di Maio, al Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria ed al Presidente dell’INPS Tito Boeri, che riportiamo in versione integrale.

La lettera degli esodati non salvaguardati“Onorevole Presidenti, Onorevoli Vicepresidenti, Onorevole Ministro, gli Esodati tuttora rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie chiedono al Governo del Cambiamento di porre subito rimedio alla loro drammatica situazione attraverso una urgente Nona definitiva Salvaguardia. La situazione in cui versano gli Esodati è frutto dell’ingiustizia perpetrata ai loro danni dalla legge Monti-Fornero e colpevolmente irrisolta dai precedenti esecutivi che hanno emanato sempre salvaguardie parziali e discriminatorie nei confronti di alcune categorie di ex-lavoratori traditi dallo Stato, e che ora – a 7 anni da quella sciagurata riforma – sono ancora abbandonati senza né reddito né pensione”.

“Il Vicepresidente del Consiglio Salvini da anni richiede giustizia per la nostra categoria che ha sostenuto scendendo anche in piazza con noi per reclamare nei confronti dei Governi precedenti il riconoscimento del diritto degli Esodati alla pensione con le regole “ante Fornero”, oltre ad avere giustamente inserito la Nona Salvaguardia nel programma elettorale del suo partito e dichiarato in più occasioni che “smontare la Legge Fornero è la sua ragione di vita in quanto si tratta della legge più ingiusta mai realizzata dal Parlamento italiano dal dopoguerra.

Il Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Di Maio ha ripetutamente dichiarato, di persona e anche con il comunicato ufficiale del suo Ministero in occasione dell’incontro avuto con una nostra delegazione lo scorso 18 ottobre, che avrebbe dato soluzione al nostro dramma entro i tempi della Legge di Bilancio”.

Però nella Legge di Bilancio un provvedimento a favore della nostra istanza non è ancora incluso. Ai nostri ripetuti appelli di essere convocati per il promesso tavolo di lavoro al Ministero del Lavoro per definire i termini della nostra Salvaguardia non abbiamo avuto risposte. Sia in Commissione Lavoro che in Commissione Bilancio gli emendamenti presentati da vari partiti dell’opposizione per chiedere la nostra Salvaguardia sono stati accantonati. La Legge Fornero non sarà mai “superata” finché rimarrà anche un solo Esodato anteFornero non salvaguardato”.

“Gli Esodati chiedono al governo del cambiamento l’emanazione di una urgentissima Nona Salvaguardia per mettere la parola fine a un calvario che, trascinandosi ormai da 7 anni, è diventato insostenibile. C’è chi si è ammalato, chi si è suicidato, chi vive di stenti. La situazione attuale che si è protratta troppo a lungo fa sì che ci siano Esodati esclusi che avevano già maturato il requisito a gennaio 2018 e quindi già ora hanno perso un intero anno di pensione che non verrà in alcun modo loro risarcito, mentre nel frattempo cercano di sopravvivere senza reddito con la prospettiva di doverlo fare ancora per lunghi anni.
Gli esodati ante ForneroGli Esodati sono ex-lavoratori, cioè coloro che hanno perso il lavoro ante la riforma Monti-Fornero, di conseguenza la loro gravissima situazione va sanata con la massima priorità attraverso un provvedimento specifico come per le precedenti salvaguardie. Provvedimenti per la flessibilità in uscita di attuali lavoratori, per quanto importanti, non sono soluzione per gli Esodati, a fronte della negazione di un diritto acquisito. Non esiste alcuna motivazione– agli Esodati si applicano le regole ante-Fornero – per accomunare la nostra tematica con un accompagnamento alla pensione applicabile a chi tuttora lavora e potrebbe trarre vantaggio dalla scelta per un pensionamento anticipato.

Gli Esodati, ESTROMESSI dal mondo del lavoro prima del 2012, non hanno scelta, né possono più in alcun modo attendere oltre. Deve essere loro restituito il diritto sottratto alla pensione! Ricordiamo che la nostra tematica richiede una sanatoria di una situazione pregressa che le precedenti otto salvaguardie, “a macchia di leopardo” e mai definitive, non hanno mai risolto. Qualunque altra ipotesi non sarebbe per noi né equa né applicabile.
Le coperture per un nuovo provvedimento di salvaguardia“Le risorse residue della Ottava salvaguardia inoltre sono più che sufficienti per coprire i fondi necessari per l’emanazione della Nona che si ipotizzano intorno a poco più di 300 Milioni. L’Unione Europea – che in queste settimane viene spesso chiamata in causa per giustificare tagli alla manovra predisposta da questo Governo – è perfettamente consapevole del vulnus degli Esodati che si trascina in Italia da 7 anni e ha già in passato chiesto ripetutamente ai Governi che si sono succeduti di risolvere definitivamente questa indegna ingiustizia.

Sono mesi che il Presidente della Repubblica ha dato ascolto alle nostre istanze sollecitando il Ministero del Lavoro a dare soluzione al nostro vero e proprio dramma perché ci ritroviamo davanti un futuro di indigenza abbandonati dallo Stato senza reddito e senza la dovuta pensione.
Le richieste degli esodati non salvaguardatiIl Governo del Cambiamento, che ripetutamente, anche per voce del Presidente del Consiglio Conte, ha affermato di voler essere il difensore dei diritti dei cittadini e che lo Stato è composto da persone e non da numeri e finanza, confermi agli italiani la propria volontà politica nella direzione di EQUITA’ e di GIUSTIZIA nel porre rimedio al primo e più inaccettabile errore della iniqua legge Fornero mettendo al primo posto i DIRITTI di 6.000 cittadini, e quindi 6.000 famiglie, alla fame da 7 anni.

Gli Esodati reclamano un diritto acquisito, che a più del 90% dei loro compagni di sventura è già stato riconosciuto, chiedendo il riconoscimento della loro tutela come è stato per gli altri Esodati e confidando anche nella Risoluzione congiunta 8-00004 approvata all’unanimità dalla Commissione Lavoro lo scorso 30 ottobre 2018 che impegna il Governo all’emanazione di una definitiva Nona Salvaguardia senza discriminazioni. Risoluzione approvata anche dal Sottosegretario al Lavoro On. Durigon.

Tutto ciò premesso gli Esodati lanciano quindi un appello al Governo affinché la Nona Salvaguardia sia inserita nel maxi-emendamento governativo in preparazione alla Legge di Bilancio, che garantisca loro le medesime condizioni di accesso alla pensione, senza alcuna differenza o discriminazione, già accordate agli altri Esodati attraverso le precedenti salvaguardie. 6.000 famiglie italiane non possono più attendere!”.

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giovedì 15 novembre 2018

Nona salvaguardia. I tempi dipendono dalla risposta che darà l'INPS

Riforma pensioni, esodati e nona salvaguardia, tutte le ultime novità
Un incontro tra una delegazione del Comitato "Esodati licenziati e Cessati" ed un tecnico del Ministero del Lavoro riaccende le speranze di veder varata la nona salvaguardia.

Autore: Antonella Viviano 14 novembre 2018

Lo scarno pacchetto di interventi sulle pensioni contenuto nella Legge di Bilancio 2019 non contiene l’attesa nona salvaguardia degli esodati rimasti esclusi dalle salvaguardie precedenti. L’unica possibilità di vedere risolta in tempi brevi l’annosa questione, rimane quella di un emendamento alla manovra economica. Ieri una delegazione del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” ha incontrato il Dott. Giovanni Capizzuto, Responsabile della Segreteria Tecnica del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Pensioni 2019: le ultime novità sulla nona salvaguardia.L’esito dell’incontro tra i rappresentanti del Comitato”Esodati Licenziati e Cessati” ed il tecnico del Governo è stato illustrato da Emilio Caligaris, amministratore del gruppo nato in rete. “Il Dott. Capizzuto ha ribadito e confermato quanto il Ministro Luigi Di Maio aveva espresso durante l’incontro con i rappresentanti di questo Comitato in data 18 ottobre e riportato nel comunicato ufficiale del Ministero, ovvero che il tema esodati è all’attenzione del Ministero del Lavoro, assieme agli altri temi previdenziali aperti. Per tutti questi il Ministero ha già inoltrato richiesta di informazioni all’INPS, per conoscere il numero complessivo di soggetti interessati ed il relativo impegno finanziario”, ha precisato Caligaris.
Nona salvaguardia: quali i tempi necessari?Caligaris ha fornito informazioni sulle modalità e le tempistiche per il varo della nona salvaguardia degli esodati:”Il Dott. Capizzuto conferma che a seguito della ricezione delle informazioni richieste all’INPS sarà possibile iniziare l’auspicato confronto tecnico tra il Ministero ed i rappresentati degli esodati per definire i dettagli del provvedimento di salvaguardia. Quanto ai tempi ed alle modalità per l’emanazione di un provvedimento di salvaguardia esodati (attraverso la Legge di Bilancio, o tramite Decreto dedicato, oppure congiuntamente ad altri provvedimenti previdenziali), il Dott. Capizzuto ci comunica che ciò dipende dai tempi di risposta dell’INPS“, ha chiarito.
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mercoledì 31 ottobre 2018

Il Governo non parla di SALVAGUARDIA per i 6.000 esodati

Riforma Pensioni 2019/ Quota 100, Castelli replica a Fornero. 
L’allarme di Fratoianni
La riforma delle pensioni 2019 con Quota 100 diventa terreno di scontro e di confronto anche nei talk televisivi. La preoccupazione di Nicola Fratoianni

31.10.2018
 - Lorenzo Torrisi
Lapresse
La riforma delle pensioni 2019 è uno dei temi che viene affrontato dai talk politici in queste settimane e ieri a diMartedì se n’è parlato anche con Elsa Fornero, che però è stata criticata da Laura Castelli. Il sottosegretario all’Economia ha infatti ricordato all’ex ministra che “se lei e il suo Governo non aveste scritto quella norma scellerata non saremmo qui a parlare di questo problema. Stiamo parlando di una norma che ha fatto ammalare gli italiani. L’Italia si è ammalata con le cure del suo Governo”. Quota 100, oltre che da Elsa Fornero, è stata criticata anche da Nicola Fratoianni, non però in televisione. Secondo il Segretario nazionale di Sinistra italiana, definisce “carognata vera” la possibilità che ci sia “la sterilizzazione di quota 100: cioè in pensione ci vai, ma rinunciando a 5 anni di contributi e vietando la possibilità di continuare a svolgere lavoro per cumulare ciò che perdi. Sarebbe l’ennesima presa per i fondelli per i lavoratori”. Fratoianni ha chiesto quindi al Governo di rendere quanto prima disponibile il testo definitivo della manovra. Quota 100 diventerà realtà con la riforma delle pensioni 2019, ma c’è già chi può andare in quiescenza persino con Quota 99 o Quota 98. Il Sole 24 Ore ricorda infatti che ci sono diverse casse previdenziali dei professionisti che hanno sistemi che consentono l’ingresso in pensione anticipata, con un sistema di quote. Per esempio, i commercialisti possono andarci a 61 anni con un’anzianità contributiva di 38 anni, mentre i consulenti del lavoro già a 60 anni, sempre con 38 anni di contributi. Inoltre, “commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro possono andare in pensione prima senza doversi cancellare dall’albo. E possono quindi continuare a lavorare, peraltro cumulando pensione e reddito senza alcun ‘tetto’”. Per i commercialisti esiste anche una sorta di Quota 40, con la possibilità quindi di accedere alle pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento di un’anzianità contributiva di almeno 40 anni. Gli avvocati, invece, possono andare in pensione a 61 anni, con 39 di contributi, ma devono poi cancellarsi dall’albo.
LE PAROLE DI RIZZETTO SUGLI ESODATIContinua la messa a punto, insieme alla manovra, della riforma delle pensioni 2019 con Quota 100. A parte l’interessamento promesso da Luigi Di Maio, non si sa invece nulla circa la nona salvaguardia per i circa 6.000 esodati rimasti esclusi dai precedenti otto provvedimenti che si sono succeduti dal 2012. Walter Rizzetto, in un post su Facebook, commenta il testo della risoluzione che la maggioranza vuol votare in commissione Lavoro della Camera. “Non si capisce nulla, già una risoluzione non impegna formalmente il Governo, ma dà una indicazione e questi nel dispositivo scrivono ‘a valutare…’ senza mai citare il termine ‘esodati’ e ‘salvaguardia’. Oltre un mese per partorire questa cosa stupendamente geniale. Peggio mi sento quando nel documento della legge di stabilità non c’è nulla su Quota 100 e Opzione donna”, scrive il deputato di Fratelli d’Italia, ricordando che per la nona salvaguardia ci vorrebbero circa 320 milioni di euro, “poca roba, se consideriamo i miliardi per altre misure ed il fatto che abbiamo (hanno) oggi votato un condono sugli abusi edilizi”. Oltre che con Quota 100, il Governo intende intervenire in ambito di riforma delle pensioni con un taglio degli assegni più alti. L’ipotesi più accreditata sembra quella di un contributo di solidarietà. “Quello che trapela in merito alla nuova versione del contributo di solidarietà, con la possibilità che possa essere addirittura applicato all’intero ammontare del reddito da pensione, anziché sulla quota eccedente i 90mila euro lordi annui, già di per sé grave, fa rabbrividire: saremmo di fronte a un vero e proprio esproprio o meglio ancora a uno scippo”, è il commento di Giorgio Ambrogioni, Presidente della Cida. che evidenzia come oltretutto tale contributo resterebbe in vigore per ben 5 anni, forse persino accompagnato “da un ulteriore blocco, totale o parziale, della rivalutazione delle pensioni all’inflazione, un altro meccanismo, iniquo e punitivo, di cui siamo stati ripetutamente vittime”. “Da parte nostra, metteremo in campo tutte le energie di cui disponiamo per opporci a tale tentativo vessatorio: ancora una volta, ci appelliamo al governo e alle forze politiche perché si avvii un confronto serio, capace di superare l’attuale inaccettabile situazione”, aggiunge il numero uno della Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità.
QUOTA 100, LE PAROLE DI ELSA FORNEROMentre con la Quota 100 il Governo promette di superare la riforma delle pensioni che porta il suo nome, Elsa Fornero prosegue nel tour delle presentazioni del suo libro “Chi ha paura delle riforme”. In un’intervista a ilbolive dell’Università di Padova ha spiegato che il costo dell’intervento che l’esecutivo intende varare dipenderà “dalla risposta che ci sarà, perché è ovvio che se c’è la possibilità di un pensionamento anticipato e però anche vero che nessuno è costretto a farlo, quindi ci saranno sicuramente delle persone che penseranno che possa valere la pena di lavorare qualche anno in più”. L’ex ministra del Lavoro sottolinea, rispetto all’idea che Quota 100 possa aiutare l’assunzione di giovani al posto degli anziani che andrebbero in pensione, che “è il mercato del lavoro che determina l’occupazione, e se questo funziona ha spazio sia per gli anziani che per i giovani, e anche per le donne. Anche se, stando a questo contratto di governo, mi pare che la logica sia soprattutto quella di spingere le donne a rientrare nelle loro case”. La riforma delle pensioni 2019 potrebbe portare a una differenziazione, tramite Quota 100, tra dipendenti pubblici e lavoratori del settore privato. Per evitare che ci siano molte uscite nel settore pubblico, infatti, pare che ci vorrà un preavviso di almeno tre mesi prima di poter presentare domanda: tempo che si aggiungerebbe a quello di attesa per raggiungere la finestra trimestrale di effettivo ingresso in quiescenza. La Funzione Pubblica Cgil chiede però al Governo di stanziare risorse nella manovra per il rinnovo dei contratti in diversi settori. “Insieme Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl abbiamo lanciato una petizione unitaria, undici proposte per una Pa migliore, sulla quale aspettiamo ancora la convocazione che il ministro della Pubblica amministrazione Bongiorno ha annunciato ma senza alcun seguito. Abbiamo proposte specifiche, che vanno dal rinnovo dei contratti al bisogno del varo di un piano straordinario di assunzioni, dal tema pensioni alle questioni relative alla valorizzazione del lavoro pubblico, sulle quali stiamo consultando i lavoratori. Su queste e su tutte le vertenze aperte è necessario che il confronto con governo e regioni arrivi in tempi celeri”, fa sapere la Fp Cgil.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGONClaudio Durigon ci tiene a precisare che Quota 100, che sia direttamente nella Legge di bilancio oppure in un ddl collegato, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2019. L’obiettivo fondamentale della riforma delle pensioni che il Governo intende attuare resta comunque quello di “rilanciare il mercato del lavoro, che è stato ‘ingessato’ dall’oggi al domani nel 2011 dalla legge Fornero”. Per quel che concerne le risorse necessarie all’intervento, il sottosegretario al Lavoro, intervistato da Labitalia, spiega che probabilmente ci sarà “una spesa minore nel primo anno, e le risorse ‘risparmiate’ verranno spese sempre su quota 100 negli anni successivi. Credo che abbiamo trovato un’armonia di azione che prevede anche negli altri anni una soluzione adeguata a quella che sarà una riforma strutturale”. Per quanto riguarda il pensionamento dei dipendenti pubblici, Durigon evidenzia che si sta “ragionando su un’esigenza importante che ci ha evidenziato il ministro Bongiorno, per evitare che alcuni uffici possano soffrire di carenze eccessive”. Questo vuol dire che, come si era ipotizzato nei giorni scorsi, “per poter andare in pensione con Quota 100 sarà necessario un preavviso di tre mesi” per quanto riguarda i lavoratori statali. Quanto alla richiesta di un incontro arrivata dai sindacati già da diverso tempo sul tavolo del ministro Di Maio, il sottosegretario garantisce che “una volta che la manovra prende corpo faremo tutti gli incontri specifici, in tutti i settori”, “io mi sono ripromesso che non solo sul settore delle pensioni ma su tutti i settori, anche la sicurezza sul lavoro, avremo un confronto: la volontà di parlare e dialogare c’è, ma in modo costruttivo e positivo”.

martedì 23 ottobre 2018

Ci sarà anche la nona salvaguardia?

Esodati: nona salvaguardia in Legge di Bilancio?
di Redazione PMI.It
scritto il 22 ottobre 2018


In vista del passaggio parlamentare della Legge di Bilancio i tecnici del Ministero ipotizzano una nona salvaguardia esodati: sul tavolo lo stop alle aspettative di vita per i precoci.

La Riforma pensioni che finirà in Legge di Stabilità potrebbe contenere una nuova salvaguardia esodati. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha incontrato nei giorni scorsi le associazioni dei lavoratori esodati e ha poi comunicato di aver dato mandato ai tecnici di studiare una soluzione da inserire in manovra.

PrecociStesso discorso per i lavoratori precoci, che possono andare in pensione con 41 anni di contributi: per questi lavoratori dal 2019 scatteranno i cinque mesi di allungamento aspettative di vita e dopo l’incontro con i rappresentanti delle categorie interessate il ministro ha dato mandato ai tecnici per studiare soluzioni, che potrebbero anche comportare la sterilizzazione dello scalino. In questo caso, i lavoratori precoci potrebbe continuare ad andare in pensione con la quota 41 fino al 2021.
Nona salvaguardiaSi tratta, evidentemente, di ipotesi di lavoro in vista del passaggio parlamentare della manovra, che è stata approvata dal Governo lo scorso 15 ottobre (e di cui, al momento, non si conosce il testo, che in realtà era atteso in parlamento entro il 20 ottobre). Fra le misure di Riforma pensioni già inserite, la pensione anticipata con la quota 100 e la proroga dell’Opzione Donna. In generale, il Ministero è impegnato in questi giorni in una serie di incontri con tutte le categorie che sono state danneggiate dalla Riforma pensioni di fine 2011. Agli incontri partecipano, oltre al ministro Di Maio, le parlamentari della Commissione Lavoro della Camera. L’eventuale provvedimento di salvaguardia sarebbe il nono e dovrebbe essere conclusivo, ovvero coprire tutti i lavoratori che dopo la Riforma Fornero sono rimasti senza stipendio e senza pensione e che ancora non sono compresi in nessuno degli otto provvedimenti precedenti.

domenica 21 ottobre 2018

La nona salvaguardia nella legge di bilancio?

Il Governo apre alla nona salvaguardia pensionisticaSabato, 20 Ottobre 2018 13:34
Scritto da Franco Rossini

Il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio, ha dato mandato ai tecnici di individuare una soluzione per gli ultimi lavoratori esclusi da inserire nella Legge di bilancio per il 2019.
Il Governo apre alla nona salvaguardia pensionistica. Il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha ascoltato le istanze degli “esodati” dando mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in Legge di Bilancio. Lo si legge in un comunicato stampa diffuso ieri dal Dicastero di Via Veneto. Dopo sette anni e ben otto provvedimenti, l'ultimo risalente a due anni fa, si potrebbe quindi concretizzare a breve un nuovo e definitivo intervento legislativo in favore degli ultimi lavoratori lasciati senza tutele previdenziali dalla legge Fornero. Secondo alcune stime sarebbero 6mila, soprattutto donne del settore privato, ma sul numero manca l'ufficialità.
Tre le richieste formulate nel corso dell'incontro che si è tenuto presso il Ministero del Lavoro il 18 Ottobre. Prima di tutto la certezza che si tratti di un intervento conclusivo. Pertanto le domande di chi rispetta le condizioni oggettive per l'ammissione in salvaguardia (vale a dire la cessazione del rapporto di lavoro prima dell'approvazione della Legge Fornero) dovrebbero essere sempre accolte a prescindere dalla data di pensionamento e ancorchè il numero delle istanze superasse il plafond di 6mila posti. Sul quale, si ripete, non c'è contezza.
In tal caso i Comitati chiedono che le istanze siano comunque accolte e tenute in stand-by, gestite negli anni successivi con decreti ministeriali MEF e MdL per finanziare i relativi costi. Un meccanismo simile a quanto avvenuto con l'articolo 12, co. 5 bis del decreto legge 78/2010 convertito con legge 122/2010 che, come noto, dispose la proroga del sostegno al reddito per i titolari di ammortizzatori sociali rimasti impigliati nelle nuove (all'epoca) finestre mobili attraverso decreti interministeriali annualmente rinnovati (l'ultimo è stato pubblicato ad inizio anno). L'eliminazione del vincolo temporale cancellerebbe anche il privilegio dei mobilitati che sino ad oggi hanno avuto accesso alla salvaguardia facendo leva sulla data di maturazione del diritto a pensione e non sulla sua decorrenza che, invece, è rimasta il parametro per l'ammissione per le altre categorie (es. cessati dal servizio, autorizzati ai volontari).
E' stata formulata anche la richiesta che si utilizzi per tutte le categorie il criterio della maturazione del requisito del diritto a pensione (non la decorrenza pensione, che terrebbe conto della finestra mobile) come parametro per scorrere la graduatoria fino a raggiungere i 6.000 posti in platea per i vari profili di tutela. Da segnalare, infine, altre due proposte: che si consenta il cumulo gratuito dei contributi ai fini del raggiungimento del requisito contributivo per la pensione di anzianita' (35/36 o 40 anni di contributi a seconda dei casi), circostanza che consentirebbe, ad esempio, di valorizzare anche la contribuzione presente nella gestione separata (altrimenti inutilizzabile), ed il blocco sia degli adeguamenti alla speranza di vita previsti dalla Legge Fornero sia degli incrementi di cui alla legge 111/2011 per le donne del settore privato, variabili incriminate di dilatare eccessivamente la data di pensionamento. Ora la parola spetta al Governo che dovrà decidere compatibilmente con le risorse disponibili.
(Leggi)

venerdì 19 ottobre 2018

Di Maio ha incontrato gli esodati

Notizie RadiocorNOTIZIE RADIOCOR - PRIMA PAGINA

LEGGE BILANCIO: DI MAIO AGLI ESODATI, LAVORO PER TROVARE SOLUZIONE

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 18 ott - Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi di Maio, ha incontrato oggi le associazioni che rappresentano i lavoratori lasciati senza tutele dalla riforma Fornero
Di Maio, accompagnato dalle parlamentari della commissione Lavoro, Maria Assunta Matrisciano, Enrica Segneri, Barbara Guidolin e Jessica Costanzo, ha ascoltato le istanze degli esodati e "ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in legge di bilancio".
Com-Dif
(RADIOCOR) 18-10-18 19:28:12 (0676) 3 NNNN

venerdì 12 ottobre 2018

Presidio confermato

A sostegno definizione nona salvaguardia


Piazza Montecitorio
giovedì 18 ottobre
dalle 9:30 alle 13



Una nutrita presenza potrebbe essere decisiva per le sorti di questa nona salvaguardia che, se non venisse inserita in Legge di Bilancio o approvata con altro decreto urgente del Ministro, difficilmente troverebbe le condizioni per essere riproposta in tempi successivi. La salvaguardia va decisa ora e per questo serve la massima partecipazione dei diretti interessati come di chi esodato lo è stato in passato. Ora è veramente indispensabile partecipare senza più delegare o pensare che “uno in più o in meno non cambia nulla”.

domenica 30 settembre 2018

Incrociato Di Maio

Abbiamo incontrato Di Maio Fuori dal Campidoglio Dove siamo andati dopo manifestazione a Montecitorio, ben riuscita , 300 presenti

Sentite il video alla fine del video per Nona salvaguardia 

Siamo invitati al ministero Da Di Maio Settimana prossima

Ci hanno preso nome e cellulare le segretarie 
1 per quota 41
1 per OD
1 per Esodati per Nona

Incrociamo le dita



APPELLO ESODATI A M5S

Dopo l’approvazione della Nota di aggiornamento del Def, si è parlato molto delle ipotesi di intervento di riforma delle pensioni che potrebbero entrare nella manovra con un deficit/Pil al 2,4%. Sembra che ci sarà Quota 100, forse Quota 41 e un blocco dell’aspettativa di vita, ma oltre al destino di Opzione donna non si sa cosa accadrà agli esodati ante-Fornero ancora in attesa di una salvaguardia. Per questo Elide Alboni, dal Comitato esodati licenziati e cessati, si rivolge ad alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle chiedendo un rapido intervento. “Gent.mi Claudio Cominardi, Enrica Segneri, Nunzia Catalfo: voi per il ministro Di Maio dopo l'esultanza del Def, date risposte concrete a queste persone che dopo 7 anni non ne possono più di subire tanta ansia e iniqua diseguaglianza!”, sono le sue parole in un post sulla Facebook del Comitato.
(Leggi su Il Sussidiario)

mercoledì 22 agosto 2018

Al ribasso

Pensioni 2018/19, il punto ad oggi 21/8 su esodati, Quota 41/100 e opzione donna
Autore dell'articolo: Erica Venditti
21/8/2018Continua a far discutere la futura riforma delle pensioni anche oggi 21 agosto 2018, la legge di bilancio 2019 si avvicina ed in tanti inizino davvero a chiedersi quanto delle parole pronunciate in campagna elettorale e in piazza dai due leader del M5S e della Lega dopo la formazione del Governo, si tramuterà in fatti concreti per i pensionandi. Che da tempo sono in attesa, e molti per questa ragione hanno votato per il cambiamento, di una controriforma Fornero che permetta loro di uscire anticipatamente dal lavoro e dalla rigidità dell’attuale sistema previdenziale.

Le ultime considerazioni oggettive provengono dagli amministratori Elide Alboni, del Comitato Esodati licenziati e cessati, e da Orietta Armiliato, Comitato Opzione Donna social, a seguito di un lungo post fatto da Mauro D’Achille, amministratore del gruppo Lavoro e Pensioni: problemi e soluzioni, e da loro condiviso ed approvato, in cui si evidenzia il detto ma il non fatto dall’attuale Governo. Il punto su esodati, pensione anticipata con quota 100, che a suo dire, dato i paletti sarà un flop, e la scomparsa della quota 41, e donne.
Riforma pensioni 2018, la sintesi su quanto fatto ad oggi dal Governo

Le parole di D’Achille: “Cari amici, dopo questa pausa che avrebbe voluto essere ferragostana ma che invece è diventata luttuosa per i noti fatti di Genova, torno a fare una breve considerazione su quello che è lo stato attuale delle cose e, basandomi su queste, una previsione su quelle future.
Nessuna novità da parte del ministero del lavoro, con Di Maio che in questi giorni si è sostituito al ministro delle infrastrutture, On. Toninelli.
Salvini tra una cena e una nave della nostra Marina militare da respingere, tra un selfie in chiesa durante i funerali delle vittime di Genova e un tweet su come non tutto andasse male essendo riuscito a respingere Aquarios, ha detto anche che quello di smontare la Fornero è un “sacro” impegno che ha preso e lo manterrà.
Nel frattempo sono state depositate due proposte di legge, una dai due capigruppo di movimento e lega, ed un’altra dalla Lega da sola: entrambe sono finalizzate non a migliorare la Fornero ma a diminuire l’importo delle pensioni già in essere,per poter così portare le pensioni più basse a 780€.
Peccato per loro che i pensionati quella pensione non l’hanno rubata, quale che sia l’importo, visto che fu calcolato a norma di legge vigente al momento.
Dal radar è scomparsa quota 41, forse e chissà quando, diverrà quota 42 e quindi con uno sconto risibile (tre soli mesi) per le donne, come al solito penalizzate oltre misura invece che premiate come erano con ape social.
la famosa quota cento è talmente cosparsa di paletti che, probabilmente, sarà un flop viste le penalizzazioni”

Pensioni 2018, per il welfare solo briciolePoi D’Achille procede nella sua lucida analisi aggiungendo dettagli relativi alla problematica delle risorse che sono ovviamente legate alla possibilità di fare eventuali riforma in campo pensionistico come in altri settori: “A queste considerazioni se ne può tranquillamente aggiungere un’altra: i fondi per qualunque provvedimento di modifica della Fornero dovranno essere non in quota Inps bensì, essendo welfare, a carico della fiscalità generale. Finora gli ultimi due governi hanno beneficiato del quantitative easing per l’acquisto dei titoli di stato da parte della BCE, con lo spread assestato stabilmente a 100 e quindi un costo per il rifinanziamento relativamente basso.

Con il prossimo anno la legge finanziaria dovrà tener conto che i titoli di Stato avranno un peggioramento di tale costo dovuto alla maggiorazione dello spread, causato dalla sfiducia dei mercati nei confronti del nostro Governo (questa non è una mia ipotesi ma un dato reale), quindi i miliardi a disposizione del bilancio diminuiranno non poco: dando per assodato che il costo di tutto l’apparato statale difficilmente sarà inferiore, anzi, visti i rinnovi contrattuali del pubblico impiego che erano congelati da nove anni, sarà sicuramente maggiore degli scorsi anni, se ne deduce che per il welfare resteranno poche briciole. Spero di essere pessimista, oggi, e che mi stia sbagliando. Ma motivi di essere ottimista, oggi proprio non ne vedo.”

A queste considerazioni hanno fatto eco quelle di Elide Alboni e Orietta Armiliato che vi riproponiamo, data l’importanza delle richieste a cui ambiscono le due amministratrici nei rispettivi comitati, la prima si batte da tempo per una nona e definitiva salvaguardia degli esodati rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie, la seconda punta al riconoscimento del lavoro di cura per le donne, che troppo spesso per aiutare le proprie famiglie e sostituirsi ad un welfare poco presente hanno accumulato buchi contributivi e avendo carriere discontinue faticano ad accedere alla pensione.
Pensioni 2018: a che punto la nona salvaguardia ?

Alboni riproponendo il post di Mauro d’Achille scrive: “Sintesi tutta da leggere perché comprende totalmente la situazione previdenziale ed economica ad oggi 20 agosto . “Per quello che riguarda il nostro specifico tema della nona salvaguardia , sapete che tanto sta “cuocendo” per settembre ( i tanti incontri istituzionali tutti rassicuranti ma poi le decisioni messe in standby causa il protrarsi del decreto dignità, l’ approvazione del sindacato a non continuare con il leitmotiv di amalgamare la nona salvaguardia per gli esodati rimasti esclusi in legge di bilancio ma di perseguire un decreto ministeriale il prima possibile, ecc) ci vede già pronti a riprendere le note azioni di sensibilizzazione perché almeno questo grave vulnus abbia , (almeno lui, viste le risorse già presenti e solo accantonate ) una pronta definizione alla riapertura delle Camere “.
Quando l’incontro con i sindacati?

Così Orietta Armiliato: “Condivido l’ottima ed esaustiva sintesi elaborata dall’amico Mauro D’Achille amministratore del gruppo FB”Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni”, che fotografa perfettamente la situazione al momento; aggiungo solo che ad oggi non ci risulta che alcuna risposta sia pervenuta alle organizzazioni sindacali, a seguito della richiesta di incontro dagli stessi inviata lo scorso fine luglio al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio.”

Al momento se si escludono le ultime frasi di Salvini in cui ribadisce l’intento di smontare la Fornero pezzo a pezzo, senza però che il Governo abbia ancora specificato chiaramente come, nulla di definitivo è stato detto sulla proroga dell’ opzione donna, misure promessa in campagna elettorale e che molte si aspettano di veder mantenuta, sulla quota 41 senza se e ma, a cui ambiscono precoci ed quarantunisti , sulla quota 100 , avrà i paletti come scritto ormai in ogni dove ed annunciati da Brambilla, esperto previdenziale della Lega, o resteranno ‘sulle piste da sci’ come detto da Salvini? Si arriverà prima della Ldb alla risoluzione del dramma degli esodati attraverso un decreto ministeriale ? Quel che è certo è che volente o nolente il Governo a breve sarà costretto a scoprire le proprie carte, la Ldb è effettivamente alle porte, solo allora Mauro D’Achille e tanti altri potranno comprendere se saranno stati eccessivamente pessimisti, ce lo auguriamo tutti, specie i pensionandi, o se ci avevano visto lungo.

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venerdì 10 agosto 2018

8^ salvaguardia: in arrivo le lettere INPS

Esodati, arrivano le certificazioni per il biennio 2020-2021Giovedì, 09 Agosto 2018
Scritto da Bruno Franzoni
L'Inps sta concludendo l'invio delle lettere di certificazione del diritto a pensione per i beneficiari dell'ottava salvaguardia nel profilo "mobilità".Si sblocca l'ultimo gruppo di certificazioni del diritto a pensione nell'ambito dell'ottava salvaguardia. Dopo una lunga attesa molti lavoratori stanno ricevendo dalla fine di luglio la comunicazione da parte dell'Inps in cui viene loro certificata la possibilità di fruire del beneficio del mantenimento delle regole di pensionamento ante-fornero.
Si tratta prevalentemente di lavoratori che hanno fruito dello scivolo della mobilità dopo la cessazione del rapporto di lavoro e che con le vecchie regole avrebbero maturato la decorrenza della pensione nel biennio 2020-2021. La loro data di uscita era, infatti, influenzata dal prossimo adeguamento alla speranza di vita Istat che scatterà il prossimo 1° gennaio 2019 (pari a cinque mesi) e, pertanto, la certificazione non è stata inviata subito. Nella lettera, come di consueto, l'Inps indica anche la prima data di decorrenza utile e formula l'invito a presentare la domanda di pensione entro il mese antecedente la data di decorrenza.

Lavoratori in mobilitàCome si ricorderà l'articolo 1, co. 212 e ss della legge 232/2016, istitutiva dell'ottava salvaguardia pensionistica, ha indicato che per i lavoratori in mobilità il termine per maturare il diritto a pensione, con le vecchie regole pensionistiche risulta pari a 36 mesi dopo la scadenza dell'indennità di mobilità o dello speciale trattamento edile. Per accedere alla tutela il rapporto di lavoro deve essere cessato entro il 31 dicembre 2014 a seguito di accordi governativi o non governativi stipulati entro il 2011. Nel caso dei lavoratori provenienti da aziende cessate o interessate dall’attivazione delle vigenti procedure concorsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria speciale l'accordo entro il 2011 non è necessario ma il lavoratore deve esibire la documentazione attestante la data di avvio della procedura concorsuale. A tutti gli interessati è stata concessa la possibilità di maturare il diritto a pensione anche attraverso il versamento dei contributi volontari ma solo con riferimento ai 36 mesi successivi al termine della fruizione dell'indennità di mobilità o dello speciale trattamento edile. La domanda di salvaguardia doveva essere presentata, a pena di decadenza, entro lo scorso 2 marzo 2017.
Rapporti con l'ape socialeAppare utile ricordare che se è stata fatta domanda di Ape sociale (spesso i lavoratori in mobilità soddisfano i requisiti per l'ammissione anche a questo trattamento) e l'Inps ha accertato la sussistenza dei relativi requisiti il lavoratore dovrà scegliere per quale trattamento optare. La questione interessa quei soggetti che sono risultati beneficiari sia della salvaguardia pensionistica sia dell'ape sociale e avrebbero voluto teoricamente optare per l'ape sociale ove la decorrenza della pensione in regime di salvaguardia pensionistica fosse risultata successiva alla prima decorrenza dell'ape sociale. L'Istituto ha precisato con il messaggio numero 1481/2018 che non è possibile cumulare i due strumenti ma occorre operare una scelta.
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lunedì 30 luglio 2018

Cosa dicono gli ex postali del Comitato Over218

Riceviamo da Comitato Over2018 <comitato.over2018@gmail.com>
e volentieri pubblichiamo

Gentile Onorevole Alberto Brambilla

Con la presente intendo esternare la grande preoccupazione, avvertita da un gruppo di esodate postali, parzialmente giustificata per alcune sue affermazioni ma immotivata per altre, sempre da lei espresse durante l'intervista sulla questione esodati, nella trasmissione "Stasera Italia" andata in onda Sabato 28 luglio su Mediaset.

La Sua dichiarazione " Esodati non ce ne sono più, o meglio, c'è qualcuno che dice che ce ne sono ancora..." sembrerebbe trascurare la presenza di 74 esodate postali che vivono sulla propria pelle tale condizione a causa dell'applicazione retroattiva di norme inesistenti al momento degli accordi con Poste Italiane; accordi sottoscritti nel 2011 prima dell'inasprimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia determinati dalle leggi Sacconi/Fornero.

Nonostante l'aver appreso, nel corso della stessa intervista, la sua "fondamentale contrarietà a qualsiasi legge retroattiva" la loro preoccupazione non si è attenuata e per tale motivo, al fine di fugare ogni dubbio, la invitiamo ad un chiarimento.

L'innegabile constatazione oggettiva dell'esistenza di esodati postali, avallata anche da una sua autorevole conferma, sarà infatti indispensabile per condizionare positivamente l'atteso decreto ministeriale .

La sua condivisione rafforzerà anche le rassicurazioni ricevute e gli impegni manifestati da esponenti istituzionali altrettanto autorevoli, alcuni dei quali a lei particolarmente vicini.

L'attenzione sulla specifica condizione di tale categoria consentirà di rilevare la loro vera natura di "esodate", non omologabile alla condizione, anch’essa difficile, di altre categorie sociali, ma con uno status diverso da quello di esodato di cui impropriamente alcuni, nelle loro richieste si avvalgono, incuranti delle ripercussioni negative sui principi di equitá e uguaglianza a cui tutti gli esclusi, postali o di altre categorie, si appellano.

In relazione ai postali, oltre la testimonianza, documentabile, delle dirette interessate, la veridicitá sul persistere della questione esodati è garantita principalmente dalle certificazioni di due organismi correlati al Ministero del Lavoro:

1) gli Ispettorati Territoriali del Lavoro le cui funzioni sono esercitate sotto la vigilanza del Ministero del Lavoro.

2) l'INPS, principale ente pubblico previdenziale.

Infatti, dopo la preliminare certificazione dello status di esodato da parte degli Ispettorati citati, l'INPS ha provveduto ad aggiornare il fascicolo previdenziale di ciascuna delle 74 unità apponendo la dicitura " potenziale salvaguardato".

Perché la salvaguardia da potenziale possa diventare definitiva sarebbe necessario che l'attuale Governo estendesse loro la stessa tutela ad oggi riservata soltanto alle nate sino a luglio 1956, ex lavoratrici postali sottoscrittrici di identici e contestuali accordi con Poste Italiane.

Come potrà rilevare dalla tabella allegata, predisposta dall' INPS, su richiesta del MDL, la consistenza numerica della platea delle esodate postali da salvaguardare, pari a 74 unità, rappresenta un dato certo, non stimato e come tale idoneo a ricevere, senza ulteriori accertamenti, la bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato.

Il passato e irragionevole pretesto di una consistenza numerica della platea suscettibile di ampliamento rispetto alle 74 unità che hanno presentato istanza di salvaguardia non giustifica la privazione di tutela per le stesse, soprattutto in considerazione del fatto che alcune di queste ex lavoratrici hanno già raggiunto I 60/61 anni e in assenza di reddito e pensione rischiano di essere relegate ai margini della società.

Sono certa che l' obiettivo di tutela della categoria postale incontrerà anche la Vostra approvazione e in attesa di un Suo gradito riscontro la saluto cordialmente.

Anna Orrú, portavoce esodate postali.


sabato 28 luglio 2018

Flessibilità a 62 anni e Quota 41

RIFORMA PENSIONI 2018/ Flessibilità a 62 anni e Quota 41, la Cgil non molla
Riforma pensioni 2018, ultime notizie. Flessibilità a 62 anni e Quota 41, la Cgil non molla. 
Tutte le novità e le news sui principali temi previdenziali


27 LUGLIO 2018 

RIFORMA PENSIONI, IL RILANCIO DELLA CGIL
Sul suo profilo Facebook, Roberto Ghiselli ha condiviso un manifesto della Cgil riguardante le richieste di risposte concrete in tema di riforma delle pensioni. Al Governo e al Parlamento vengono chiesti interventi per varare Quota 41 senza vincoli, ampliare la flessibilità per poter andare in pensione già a 62 anni, introdurre la pensione di garanzia per i giovani, prorogare Opzione donna e valorizzare il lavoro di cura delle donne, superare il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, riconoscere in maniera più estesa ed efficace la diversa gravosità dei lavoratori, separare la spesa previdenziale da quella assistenziale, rafforzare la previdenza complementare, tutelare il potere d’acquisto delle pensioni in essere. Perché si possano raggiungere questi obiettivi, la Cgil chiede che venga riaperto il confronto tra Governo e sindacati sulla previdenza.

QUOTA 41, IL MALUMORE DEI PRECOCI
La Cgil chiede al Governo di riaprire il tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni che era stato avviato nella scorsa legislatura. Tra i lavoratori precoci c’è però chi si chiede dove fosse il sindacato di Susanna Camusso mentre veniva approvata la Legge Fornero che ora viene contestata anche dall’organizzazione di corso d’Italia. Non manca anche qualcuno convinto che l’obiettivo della Cgil sia quello di danneggiare il Governo Conte cercando di farlo cadere in modo da poter mantenere intatti i privilegi dei sindacati. C’è anche chi critica il Governo, perché intenzionato ad approvare la Quota 100, mentre non parla più della Quota 41, che invece è quel che i lavoratori precoci chiedono da tempo e che Lega e M5s avevano promesso in campagna elettorale.

COTTARELLI ANCORA CONTRO IL GOVERNO
Carlo Cottarelli commenta un articolo di Gianfranco Polillo, che è stato sottosegretario al Tesoro nel Governo Monti, sulle pagine di Business Insider Italia. E non risparmia critiche a quella che sembra essere la strategia dell’attuale esecutivo, “secondo cui un aumento del deficit porterebbe a una riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil (e magari anche a risorse per finanziare flat tax, reddito di cittadinanza e controriforma delle pensioni)”. In altre occasioni l’ex commissario alla spending review aveva criticato le misure economiche contenute nel contratto di Governo e anche l’ipotesi di smontare la Legge Fornero, mediante l’introduzione della Quota 100 e di Quota 41. Interventi che, secondo quanto si legge nelle ultime settimane, potrebbero non entrare nella prossima Legge di bilancio o quanto meno non insieme.

(...)

RIFORMA PENSIONI, LA NONA SALVAGUARDIA DEGLI ESODATI
Gli esodati non mollano e continuano a lottare per far sì che venga approvata una nona salvaguardia in grado di comprendere i circa 6.000 ancora esclusi e che, in molti casi, non hanno più una fonte di reddito su cui far affidamento e hanno di fronte a loro anni di attesa prima di poter arrivare alla pensione. Paolo Papa ha raccontato, in diretta su Radio Cusano Campus, nel corso della trasmissione “Legge o giustizia” degli incontri avuti con diversi esponenti politici, specie dell’attuale maggioranza, e persino con il Presidente della Camera Roberto Fico. Sembra esserci una disponibilità a portare avanti le istanze degli esodati, ma c’è un problema difficile da sormontare per le forze politiche. Quello di cui parla Luigi Metassi, del Comitato esodati licenziati e cessati, in un post sul suo blog ilvolodellafenice.net: “Alla guida dei ministeri chiave, quelli ai quali l’articolo 81 della Costituzione affida l’ultima parola in tema di vincoli di spesa, non c’è alcuna disponibilità a derogare dalle politiche ‘lacrime e sangue’ che tanto hanno già inciso sulla qualità della vita del Paese”.

Difficile pensare si possano fare i grandi interventi di riforma delle pensioni sbandierati in campagna elettorale, come l’introduzione di Quota 100 o Quota 41. Si potrebbe però puntare a piccoli aggiustamenti che richiedono poche risorse o per i quali in parte dei risparmi esistono già. Come appunto è il caso della nona salvaguardia degli esodati. Dunque i partiti al Governo hanno una grande occasione: varare questo intervento, prima della Legge di bilancio, così da non perdere la fiducia dei cittadini. Vedremo se coglieranno tale occasione.
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Leggi anche: Blasting News Italia

sabato 21 luglio 2018

L'on. Walter Rizzetto insiste sulla nona salvaguardia

Nona salvaguardia esodati, richiesta al Governo
di Redazione PMI.It
scritto il 20 luglio 2018

Interrogazione parlamentare per chiedere la nona salvaguardia esodati a tutela di circa 6mila lavoratori rimasti fuori dai precedenti provvedimenti, fra cui gli esodati postali.
Tornano richieste per la nona salvaguardia esodati. A presentare la proposta, il deputato Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia, attraverso un’interrogazione parlamentare, nella quale chiede di inserire in un nuovo provvedimento di tutela per coloro che sono rimasti senza lavoro e senza pensione i lavoratori che sono rimasti esclusi dai precedenti provvedimenti.

Esodati esclusi dalle salvaguardie
Nel dettaglio, secondo Rizzetto:
L’ottava salvaguardia in materia di deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla nota legge Fornero, non ha garantito una soluzione definitiva alla questione esodati.
A essere esclusi sarebbero stati circa 6mila persone, fra questi:
Un gruppo di esodati cosiddetti postali (quasi per la totalità donne), della cui categoria non vi è ancora una quantificazione certa, sebbene vi siano tutti gli strumenti per individuarla attraverso i dati in possesso dell’INPS -che hanno sottoscritto accordi di incentivi all’esodo nel 2011 n.d.r. – facendo affidamento alla normativa vigente alla data degli accordi che prevedeva il raggiungimento del diritto previdenziale al compimento dei 60 anni.
Dunque, la richiesta è quella di pensare a una nona salvaguardia esodati che appunto riguardi tutti coloro che fino a questo momento non sono stati tutelati, e che intervenga anche sul «pregiudicante meccanismo degli incrementi anagrafici relativi all’aspettativa di vita», che dal 2019 prevederà cinque mesi in più per andare in pensione (da applicare sia al trattamento di vecchiaia sia a quello anticipato).
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giovedì 19 luglio 2018

Censire gli esodati e ampliare la salvaguardia

Pensioni, Rizzetto punta alla nona salvaguardia per gli esodati
Mercoledì, 18 Luglio 2018

Scritto da Eleonora Accorsi
Presentata in Commissione Lavoro alla Camera una interrogazione parlamentare per un ampliamento della salvaguardia pensionistica. Censire gli esodati esclusi dall'ottava salvaguardia pensionistica ed ampliare di conseguenza il perimetro di tutela attraverso una nona salvaguardia. E' quanto chiede al nuovo Governo l'Onorevole Walter Rizzetto in una interrogazione parlamentare presso la Commissione Lavoro della Camera (5-00080).
"La cosiddetta ottava salvaguardia, in materia di deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla nota legge Fornero, non ha garantito una soluzione definitiva alla questione esodati" si legge nel testo dell'interrogazione. Secondo l'Onorevole in quota Fratelli d'Italia vanno ancora salvaguardati dagli effetti della Legge Fornero circa 6000 esodati che non hanno potuto trovare ristoro nelle otto salvaguardie, tra cui, tra l'altro, gli esodati postali (quasi per la totalità donne), della cui categoria non vi è ancora una quantificazione certa, sebbene vi siano tutti gli strumenti per individuarla attraverso i dati in possesso dell'Inps, in base alla data di dimissione per accordo con Poste italiane spa, entro il 2011".
Al riguardo, infatti, in data antecedente il 15 luglio 2011, gli esodati in questione hanno sottoscritto con Poste italiane spa accordi di incentivo all'esodo, facendo affidamento alla normativa vigente alla data degli accordi che prevedeva il raggiungimento del diritto previdenziale al compimento dei 60 anni. Rizzetto incalza, quindi, l'esecutivo Conte a procedere, urgentemente, con un provvedimento ad hoc per censire e salvaguardare tutti gli esodati esclusi, intervenendo anche sul pregiudicante meccanismo degli incrementi anagrafici relativi all'aspettativa di vita.
In merito all'ottava salvaguardia si noti, peraltro, che l'Inps ha sostanzialmente chiuso lo scorso novembre la graduatoria degli aventi diritto con poco più di 14 mila domande accolte a fronte degli oltre 30mila posti a disposizione. Dunque ci sarebbero spazi e margini sufficienti per garantire una nona salvaguardia entro la fine dell'anno per tutelare gli ultimi soggetti rimasti fuori per paletti e cavilli dagli attuali provvedimenti. L'ipotesi è quella di estendere il regime temporale entro cui maturare il diritto alla decorrenza della pensione, secondo le vecchie regole di pensionamento, di due o tre anni dal 6 gennaio 2018/2019 al 6 gennaio 2021 o 2022. Il nuovo esecutivo non ha però inserito nel programma di governo nuovi provvedimenti in materia di salvaguardia. Servirà quindi una presa di posizione ufficiale.
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giovedì 12 luglio 2018

Quali le priorità ha il Governo?

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni all’11 luglio 2018 e nello specifico sulle intenzioni del Governo sulle pensioni anticipate, opzione donna ed esodati, continuano a basarsi sulle indiscrezioni dei media o sulle dichiarazioni rilasciate da esponenti politici. Ma allo stato attuale dalle Commissioni Lavoro, che sono l’organo preposto, non si sente nulla in merito,  come ricorda Orietta Armiliato del Comitato opzione donna social, sebbene la legge di Bilancio sia alle porte e si rischi di non avere nulla da portare in Parlamento. La domanda che molti lavoratori basiti iniziano a farsi, è: ma le pensioni sono davvero la priorità di questo Governo o flat tax, migranti e taglio ai vitalizi avranno la precedenza sui provvedimenti maggiormente sentiti come prioritari dalla popolazione che li ha votati? Ecco le prime considerazioni fatte dai lavoratori e dagli amministratori dei gruppi facebook.

Pensioni 2018, oltre agli slogan, non vi è nulla di concreto

Così Armiliato del CODS: “È tutto un gran parlare da parte dei tecnici e degli esponenti politici che propagandano questo o quel provvedimento pensionistico ma, dalle Commissioni Lavoro che sono l’organo preposto…non si sente pronunciare in proposito neppure una parola. la LdB è alle porte e non c’è nulla di concreto da portare in Parlamento“, fa eco Mauro D’Achille, amministratore del gruppo Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni che conferma: “Finora non è stato messo nulla all’ordine del giorno inerente le pensioni, in nessuna delle due commissioni”. Elide Alboni, del Comitato esodati licenziati e cessati, precisa preoccupata, rimarcando l’urgenza di salvaguardare 6.000 esodati ancora senza reddito e pensione: “Se le Commissioni non partono rimaniamo ai comunicati e tutto resta fermo MENTRE,,, tutte , ma la tematica dei 6000 esodati a cui dare la necessaria indispensabile equa e giusta NONA SALVAGUARDIA è URGENTISSIMA E #PRIORITARIA . Anche diversi cittadini iniziano ad essere basiti dall’atteggiamento del nuovo Governo, che, in campagna elettorale, aveva detto che l’abolizione della riforma Fornero era assolutamente prioritaria
Cosi il signor Roberto“Salvini non si è ancora espresso, e questo non è un fatto positivo. La questione migratoria lo sta assorbendo in modo assoluto, ed anche questo non è un fatto positivo. La questione pensioni è stata parimenti determinante nel consenso, come quella migratoria ma questa materia è completamente diversa . I paletti non sono solo quelli dei campi di sci. Stiamo per assistere ad un peggioramento complessivo della questione pensioni. Sicuramente Salvini si giustificherà dicendo che tutte le riforme, necessitano di un tempo per essere realizzate. Ma il contratto di governo parlava di 41 anni contributivi e non 42 rimandando il provvedimento tra 2 anni. E’ una presa in giro !

Pensioni 2018/19: nessuna smentita da Salvini e Di Maio, solo voci giornalistiche o tutto vero?

Poi vi è chi come il Signor Franco, che commentando sul nostro sito ancora vorrebbe credere al Governo del cambiamento, sebbene il dubbio che talune misure enunciate ad esempio da Brambilla e mai smentite dai diretti interessati possano vedere la luce peggiorando la situazione attuale, inizi ad insediarsi: “Salve a tutti. Credo che tutto questo vociare di paletti penalizzazioni trasformazioni di quote bonus prelievo di solidarietà ecc.ecc. provengano, già comunque ben condite da giornalisti e opinionisti , dall’esperto economista della lega Sig.Brambilla che a mio parere sta facendo più danni al movimento di Salvini che l’intera storia dei rimborsi elettorali che secondo la magistratura sono stati usati impropriamente.
Ora i casi sono 2 : questo Signore parla a titolo personale ed esprime il suo punto di vista sul tema previdenziale e allora sarebbero auspicabili correzioni da parte dell’esecutivo ( magari proprio da Salvini visto che e’ della stessa famiglia) oppure è proprio il portavoce dello stesso e allora sono guai e molto grossi .Per il momento smentite alle sue dichiarazioni non ce ne sono state! Settembre non è poi così lontano cari Signori (vedi legge stabilità )

Riforma pensioni 2018: non se ne sente più parlare

Sulla questione Mauro D’Achille scrive un lunghissimo post in cui analizza l’attuale operato, o forse sarebbe meglio dire NON operato del Governo, interrogandosi sulle reali priorità dello stesso: Mi chiedo come mai l’attuale Governo continua ad evitare ogni riferimento sulle pensioni. A parte l’economista della Lega, prof.Brambilla, sicuramente molto esperto in materia, non si è mai sentito un commento del Presidente Conte o del ministro specifico On.Di Maio. Peraltro quelle proposte circolate finora non hanno trovato alcuna smentita dal titolare del dicastero, però di critiche ne hanno ottenute tantissime: dai Sindacati,dalle opposizioni e da tutti i gruppi social specializzati nel settore, compresi quei gruppi che pure si erano spesi senza alcun pudore ed alcuna remora a favore del “Governo del cambiamento”.
Poi l’amministratore del gruppo lavoro e pensioni: problemi e soluzioni aggiunge, facendo notare come sia stato facile parlare per slogan in campagne elettorale senza preoccuparsi dei soldi necessari che sarebbero poi stati utili per mantenere quelle promesse, e come invece sia molto più difficile concretizzare quelle proposte : “Quindi, a proposito delle opinioni/proposte del prof. Brambilla, possiamo finora dire che: nessuno dei due partiti attualmente al Governo si era preoccupato di elaborare un pacchetto pensioni da presentare già nella prima riunione del Consiglio dei Ministri. Non si erano fatti studi sui costi delle varie proposte, non si erano sentiti i pareri dell’INPS… Sembra, al momento, che siano stati usati slogan di facile presa nell’elettorato Slogan che hanno funzionato per acquisire consensi, ma che ora si stanno ritorcendo contro chi li ha lanciati”.

Pensioni 2018, la rabbia: si eviti di fare danni

Poi D’Achille fa notare come a patire tale incertezza restino i lavoratori, i precoci, gli esodati, le donne e i disoccupati che confidavano in cambiamenti concreti e non solo in parole per conquistare il voto:  “Nel mezzo ci siamo noi, i lavoratori, specialmente quelli più prossimi alla pensione.  Ci sono gli esodati, ovvero i truffati dal madornale errore della prof.Fornero, che non tutelo’ coloro che avevano già raggiunto un’intesa con azienda,sindacati e Inps basandosi sulla normativa vigente. Ci sono le donne, che non si vedono tutelate il loro lavoro di cura familiare, vere agenti del welfare. Ci sono i disoccupati, che stanno pagando i versamenti volontari con non so quali fondi, se non con la vendita dei gioielli di famiglia quando non addirittura della casa!
 Ci sono i lavoratori gravosi, i caregivers, gli invalidi! Poi un plauso al Governo precedente e il dubbio che si possano peggiorare le cose, avendo le idee parecchio confuse al riguardo: “Ovvero tutte quelle categorie che la normativa varata dai governi Renzi e Gentiloni, con l’attenta regia dei proff. Nannicini e Leonardi, avevano cercato di tutelare.
Adesso sembra che si voglia navigare a vista, lanciare delle proposte con l’obiettivo di individuare quelle che possano riscuotere maggiore successo nei social o minori critiche da parte degli altri aventi diritto di parola sull’argomento. Se c’è una linea politica, e ribadisco se, sembrerebbe rivolta esclusivamente agli antipodi di quella precedente. Vuole premiare le carriere continuative, con stipendi più alti, chi ancora ha un lavoro, chi non ha mai avuto bisogno di indennità di disoccupazione, fino ad arrivare all’ultima proposta: premiare chi continuerà a lavorare nonostante potrebbe andare in pensione trasferendo in busta paga l’importo dovuto all’INPS. Ulteriore dimostrazione che ad essere “puniti” debbano essere coloro che svolgono i lavori più umili e faticosi.

Riforma pensioni, appello al Governo:  subito piano dettagliato e fatti concreti

Il post conclude lanciando un appello al Governo: “ Così non va! Pretendiamo che si elabori un piano dettagliato di interventi e che sia sottoposto ad una discussione tecnica e politica, senza preclusioni di sorta verso i Sindacati ed i politici di opposizione ma con vero spirito di collaborazione affinché il prodotto finale possa essere ben accetto da tutti. Ben vengano quindi tutte le opinioni che giornalmente vengono rilanciate dai vari Roberto Ghiselli, Ivan Pedretti e Cesare Damiano. Aspettiamo fatti concreti, noi degli slogan non sappiamo cosa farcene!”
Cosa ne pensate delle parole di Armiliato e di D’Achille e dei lavoratori che si sono espressi al riguardo? Avete ancora fiducia in questo Governo o temete che le priorità dello stesso non siano più le pensioni? Diteci la vostra nella sezione commenti.

domenica 8 luglio 2018

Rizzetto: Basta con la discriminazione per 6.000 esodati

Esodati e Opzione donna, Rizzetto non molla
Riforma pensioni 2018, oggi 7 luglio. La Confederazione italiana agricoltori avanza una richiesta. Tutte le novità e le ultime notizie sui principali temi previdenziali 

07 LUGLIO 2018 LORENZO TORRISI
Walter Rizzetto non ha intenzione di indietreggiare rispetto ad alcune richieste riguardanti la riforma delle pensioni. “Non è possibile che nel 2018 esista ancora la sfortunata categoria degli esodati. Seimila persone escluse dalle precedenti salvaguardie, che, oltre a vivere da anni senza reddito, hanno subito un`evidente discriminazione rispetto a chi con pari diritto è rientrato nelle precedenti salvaguardie. Molte di queste persone stanno vivendo una situazione di grave disagio sociale, poiché non hanno i soldi per arrivare a fine mese”, ha detto il deputato di Fratelli d’Italia secondo quanto riportato da Askanews. Rizzetto ha anche ricordato di aver sollecitato “la proroga di Opzione donna, poiché credo in questo regime che deve diventare a mio parere strutturale, anche in una visione più ampia per gli effetti positivi che si otterrebbero sul welfare e sul tasso di natalità, riconoscendo la possibilità di andare in pensione in anticipo alle lavoratrici, a fronte di particolari esigenze familiari per svolgere il ruolo di nonne e di supporto domestico”....

mercoledì 4 luglio 2018

Per definitiva salvaguardia risoluzione dell'on. Rizzetto (FdI)

04/05/2018
Risoluzione in commissione
L'XI Commissione, ​
premesso che:
in materia pensionistica è prioritario concludere il percorso delle salvaguardie attuato, a partire dall’anno 2012, con diversi provvedimenti legislativi al fine di tutelare tutti coloro che, hanno sottoscritto accordi per uscire dal mondo del lavoro facendo affidamento sui criteri pensionistici ante legge 28 giugno 2012, n. 92 (cosiddetta legge Fornero) e si sono poi ritrovati vittime di una riforma normativa, assolutamente non prevedibile, che ha spostato il diritto alla pensione di ben sei o sette anni;
tuttavia, le otto manovre di salvaguardia fin ad oggi introdotte, non sono state sufficienti, poiché hanno escluso circa 6.000 esodati, pertanto, è prioritario procedere alla nona salvaguardia per consentire l’accesso all’assegno pensionistico a questa platea di persone, che oltre ad essere rimaste da anni senza alcun reddito, hanno subito anche delle discriminazioni determinate da criteri e paletti temporali posti per l’accesso alla salvaguardia, che hanno avuto l’effetto di escluderle dal diritto alla pensione;
si ritiene, quindi, opportuno portare a definitiva soluzione il fenomeno degli esodati, prevedendo un'ulteriore salvaguardia delle circa 6.000 persone sopra citate, con un urgente provvedimento normativo posto in essere ad hoc; detto provvedimento non dovrà imporre criteri o limiti temporali che comportino un’irragionevole esclusione degli aventi diritto in questione, considerando, tra l’altro, che le risorse finanziarie per coprire la manovra esistono e avanzano anche dalle precedenti salvaguardie, che come risulta dai report riepilogativi dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, hanno interessato un numero molto inferiore a quello previsto. Al riguardo, infatti, è stato accertato che anche nell’ottava salvaguardia, sebbene il provvedimento abbia previsto una platea di 30.700 soggetti, in concreto hanno avuto accesso all’assegno pensionistico solo 14.938, dunque, meno della metà delle posizioni inizialmente attese;
partendo dai dati forniti dall’INPS per salvaguardare le circa 6.000 persone interessate, in base ai criteri adottati nell’ottava salvaguardia, si stima un costo totale per attuare la manovra di 329 milioni di euro, risorse finanziarie che, si ribadisce, esistono in bilancio e vanno destinate per riconoscere l’assegno previdenziale agli esodati ancora privi di tutele;
la nona e definitiva salvaguardia, oltre ad essere un provvedimento dovuto per fare giustizia nei confronti di queste persone, che hanno pari diritto rispetto a quelle già salvaguardate, è una manovra urgente e necessaria posto che molti dei soggetti interessati stanno vivendo una condizione di grande disagio sociale poiché rimasti da tempo senza alcun reddito

impegna il Governo
ad assumere urgenti ed idonei provvedimenti normativi per attuare la nona e definitiva salvaguardia dei circa 6.000 esodati rimasti, garantendo l’accesso a tutti gli aventi diritto alla pensione, senza porre alcun criterio o limite temporale che possa determinare l’esclusione di qualcuno, come purtroppo avvenuto nelle precedenti manovre di salvaguardia.
Rizzetto